Verona capitale della lirica, città dell’amore: è tra le mete italiane più visitate, ma c’è molto di più oltre all’Arena e al balcone di Giulietta. Il suo meraviglioso teatro romano, risalente alla fine del I sec. a.C e costruito su quello che è il sito più anticamente abitato, ospita ogni estate una prestigiosa rassegna dedicata al Bardo: proprio quest’anno si andranno a celebrare i 75 anni della “Estate teatrale veronese – Festival shakespeariano”.
14 prime nazionali e 48 serate dal vivo, fra teatro, danza e musica, a partire dal 20 giugno fino al 13 settembre. Sul palcoscenico saliranno Lino Guanciale, Andrea Pennacchi, Francesco Montanari, Adriano Giannini, Laura Morante, Giuliana De Sio, Alessandro Preziosi, Eva Robin’s, Giuseppe Sartori e Laura Marinioni per la sezione teatro. Per la musica arriveranno Tony Hadley, Incognito, Manuel Agnelli, Paolo Fresu con Omar Sosa, Tigram Hamasyan, Lindsey Stirling, Daniel Norgren, Massimo Lopez e Tullio Solenghi. E danzeranno Anbeta Toromani, Balletto di Roma, Chiara Frigo, Arte3 e per il circo teatro il Circus Theatre Elysium di Kiev.

«La settantacinquesima edizione del Festival Shakespeariano di Verona – ha dichiarato il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano – rinnova il suo appuntamento con il pubblico nel suggestivo scenario del Teatro Romano con una stagione celebrativa di spessore, dando spazio, con grandi e affermati interpreti, al fianco delle proposte innovative delle nuove generazioni, a tutte le arti performative.»
La città scaligera si ritrova in ben tre opere di Shakespeare, “Romeo e Giulietta”, “La bisbetica domata”e “I due gentiluomini di Verona”: della prima è simbolo il celeberrimo balcone, un falso storico clamoroso perché fatto creare da un vulcanico sovrintendente, Antonio Avena, nel 1935. Nella seconda, il perseverante Petruccio da Verona riuscirà ad addomesticare la padovana Caterina e la terza reca nel titolo il suo perché.
«Una lunga storia d’amore – sottolinea l’assessore alla Cultura del Comune di Verona Marta Ugolini – quella tra Verona e Shakespeare, che siamo pronti a celebrare, per ripercorrere 75 anni di prosa e altre forme di spettacolo dal vivo…Un’occasione per accendere i riflettori sul nostro Teatro Romano, un gioiello che ci invidiano in tutta Italia, nel cuore degli artisti che ne hanno calcato il palcoscenico».
La prima serata dell’Estate teatrale veronese si tiene il 26 luglio 1948 e porta in scena “Romeo e Giulietta”: nel pubblico il presidente della repubblica Luigi Einaudi ed il sottosegretario Giulio Andreotti. Da allora si sono avvicendate sul palco grandi star, da Nino Manfredi a Franco Zeffirelli, Mariangela Melato, Gigi Proietti, Peter Brook, Giorgio Albertazzi, Vittorio Gassman, Giancarlo Giannini, Isabelle Huppert e altri.
«Settantacinque edizioni del Festival Shakespeariano – ha detto il presidente della Regione Veneto Luca Zaia – sono un traguardo che consacra Verona a riferimento assoluto per amanti ed esperti del mondo che ruota attorno alla produzione letteraria del grande autore inglese, figura assoluta della drammaturgia occidentale.»
Il direttore artistico Mangolini pone l’accento su una longevità che poche manifestazioni in Italia possono vantare. «Un Festival che raduna artisti di grande talento. Alcuni tornano a calcare il palco del Teatro Romano, altri invece vi saliranno per la prima volta. Prende forma così un cartellone multidisciplinare, internazionale e partecipato che offre tanti colori, di diverse sfumature, capaci di affiancare allestimenti dal sapore più classico a riscritture contemporanee, progetti di comunità a modalità sceniche ispirate alla stand up comedy e a ricche serate evento tra musica e parole».

Volendo abbinare all’arte dello spettacolo quella decorativa, adiacente al teatro si trova una piccola perla, il Museo Archeologico, che tra le mura quattrocentesche di un ex-convento, espone materiali prevalentemente di età romana rinvenuti a Verona e nel territorio circostante e oggetti di provenienze anche lontane, appartenenti a collezioni costituite soprattutto dal Settecento in poi. Spettacolare la vista che si apre dalla Grande Terrazza, citata anche da Giorgio Vasari: tra vetusti monumenti onorari e sepolcrali e colonne del porticato che coronava la cavea dell’Arena, l’occhio spazia sull’abbraccio del fiume Adige al centro storico cittadino https://museoarcheologico.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=42704.
Il luogo rientra nel circuito dei Musei Civici di Verona, comprendente l’Anfiteatro Arena, la Casa di Giulietta, il Museo Civico di Storia naturale, il Museo degli Affreschi di G. B. Cavalcaselle, il Museo di Castelvecchio, il Museo Lapidario Maffeiano e la Galleria d’Arte Moderna Achille Forti https://www.museiverona.com/.
Quello veronese è uno dei teatri romani dell’Italia settentrionale meglio conservati e, prima di assistere ad una delle rappresentazioni, è suggestivo esplorarne la struttura, che vede la sovrapposizione, iniziata verso il X secolo, di case e chiese, che col tempo vanno a coprire del tutto la cavea e l’edificio scenico. Tradizione racconta che la prima messa a Verona sarebbe stata celebrata in un arcovolo del teatro romano, un arco con ambiente con volta a botte, e proprio sopra tale arcovolo, nel 913, si edifica la chiesetta dedicata a San Siro, tuttora presente. Nella prima metà dell’Ottocento Andrea Monga, un ricco commerciante, acquista l’intera area e conduce estesi interventi di demolizione e scavi, proseguiti poi dal Comune di Verona, che rileva la zona nel 1904 e così tornano alla luce le pietre millenarie.
https://www.spettacoloverona.it/