Il 15 luglio si è tenuta a Venezia, presso la prestigiosa “Sala Cuoi” di Palazzo Ferro Fini, l’“International Round Table: Global Civilizations, Identities and Violence”, organizzata dall’Associazione Globus et Locus.
L’Associazione Globus et Locus si occupa di analizzare e approfondire il fenomeno del glocalismo da anni, focalizzandosi sulla civilizzazione italica che, come ha spiegato il Presidente Piero Bassetti, “non è un’identità e un’appartenenza nazionale, etnico-linguistica o legale-istituzionale, ma piuttosto è essenzialmente antropologico-culturale e funzionale.” Secondo una stima dell’organizzazione, la comunità italica è composta da circa 250 milioni di persone in tutto il mondo “che, oltre ad appartenere alla loro comunità nazionale di residenza, sono anche più o meno consapevoli di essere parte di una comunità di sangue, cultura, sentimento, che attribuisce loro un’identità più profonda e stratificata.” Citando Benedict Anderson, Bassetti parla di una nuova comunità che deve essere “inventata” e che si vuole risvegliare.
Il Presidente dell’Associazione, Piero Bassetti, già presidente della Regione Lombardia e deputato al Parlamento e presidente della Camera di Commercio, oggi oltre a essere il Presidente di Globus et Locus e della Fondazione Giannino Bassetti, è anche autore di numerosi saggi e studi di politica ed economia.
Il dibattito seguito al discorso di Bassetti si è concentrato sulla tematica delle civilizzazioni globali e delle nuove identità che si generano dalla nuova fase storica mondiale, dominata dal fenomeno della globalizzazione. Hanno partecipato al dibattito personalità del mondo accademico, politico e diplomatico, che hanno parlato del concetto di civilizzazione e delle varie problematicità legate a questo concetto.
Il dott. Brugo Pigozzo, Vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto, ha aperto il dibattito sottolineando come la globalizzazione abbia portato ad una crisi delle antiche strutture, compresa quella tipicamente europea di Stato-nazione, dando vita a nuovi protagonisti e nuove esperienze. Per questo, secondo Pigozzo, bisogna riconoscere di far parte di un mondo globalizzato e instaurare un “doveroso dialogo” con i paesi che si affacciano sul Mediterraneo.
Simile è l’approccio del Ministro Plenipotenziario Granara del Ministero degli Affari Esteri; secondo lui, parlare di civilizzazioni significa oggi “promuovere tutte le possibili forme di dialogo tra le identità collettiveattraverso il Mediterraneo”.
Hanno partecipato al dibattito anche il prof. Davide Cadeddu dell’Università degli Studi di Milano, coordinatore della tavola rotonda, prof. Hans Köchler dell’Università di Innsbruck, prof. Fabio Finotti dell’Università di Trieste, prof. Scott Lash dell’Oxford University, prof. Mehdi Mozaffari di Aarhus University, prof. Maria Laura Picchio Forlati della Fondazione Venezia per la Ricerca sulla Pace e prof. Peter W. Schulze della Georg-August-Universität Göttingen.