“Una sveglia, una chiamata in raccolta”. E’ così che inizia, con un invito alla consapevolezza italica nel mondo, l’ultimo libro, edito da Marsilio, di Piero Bassetti Svegliamoci italici! Manifesto per un futuro glocal.
Sapere che nel mondo esistono gli italici, sapere che sono, attraverso una stima per difetto, oltre 250 milioni, sapere che da questa consapevolezza si potrebbero trarre enormi vantaggi; non è cosa da poco. E’ questo che ha scoperto Piero Bassetti, da quando nel 1993 è diventato Presidente di Assocamere, l’organo che coordina le Camere di Commercio italiane nel mondo. E lo ha fatto attraverso un grande lavoro, fatto di esperienze sul campo, di intense riflessioni, di discussioni attente, di studio profondo, di grande immaginazione visionaria accompagnata da forti ancoraggi alla realtà, e anche, last but not least, da tanta pazienza.
Con Piero Bassetti abbiamo già discusso su queste pagine, come abbiamo già parlato di italici , d’altra parte, questa rubrica è ispirata dall’idea di un mondo italico, che trascende quello più prettamente italiano.
Ho conosciuto Piero Bassetti ormai più di dieci anni fa’. In quel periodo avevo già cominciato ad occuparmi della presenza italiana in Francia. Le mie riflessioni, nel desiderio di spingermi oltre a quelle più diffuse sul tema dell’emigrazione italiana, si erano impantanate nella difficoltà di trovare nuovi paradigmi in grado di interpretare sociologicamente la presenza italiana nel mondo oggi, subordinando tutti quegli aspetti troppo pregni di nostalgismi, valige di cartone, o carrambate. Cosa erano gli italiani nel mondo in contesti globali e glocali? Questa era la domanda che in quel periodo mi risuonava nella testa. Quando sentii Bassetti pronunciare la parola italicità, ascoltandone il senso e il significato che ne dava, si aprì un mondo, una porta spalancata verso il futuro. Una strada c’era, adesso bisognava iniziare a percorrerla insieme.

Piero Bassetti
Quella strada, nel corso degli anni, si è consolidata. E’ stata asfaltata, ha aumentato le sue corsie, ha dato vita a tante diramazioni e luoghi di ristoro. Svegliamoci italici ne è la prova. E’ un libro, certo sul glocalismo, sugli italici, su quel mondo ibrido nata dalla mescolanza degli italiani ovunque nel mondo. Ma questo libro è anche un dono, che Bassetti fa, mettendo tutto quello che ha a disposizione, al lettore. Come a dire: “adesso tocca a te”, o attraverso le sue parole: “È un invito a coloro che vorranno scegliere di far parte di questa comunità: ad animarla, arricchirla, grazie a un’adesione libera e multiforme che investe la nostra stessa identità, in questo mondo sempre più imbastito e cucito da dinamiche globali e glocal”. Perché se per diventare italiani ci vuole tempo e lungaggini burocratiche, per diventare italici basta poco. Può essere sufficiente scrivere sulla propria pagina di Facebook o Twitter #Ifeelitalic, per usare l’espressione bassettiana, e il gioco è fatto.
“Quella italica è infatti una pluri-identità che non obbliga affatto all’aut aut dell’essere italiano o statunitense, francese o argentino. Un’appartenenza che, proprio in quanto world community, sa invece divenire più ampia e sfumata, ma anche, per ciò stesso, più ricca.”, e non è neanche riducibile all’oriundo dal cognome italiano, come la Sig.na Germanotta o la Sig.ra Ciccone, ma include coloro che si riconoscono in una sorta di affiliazione, perché sono socializzati, per i più svariati motivi, dalla cultura e identità italiana, divenendo pertanto italici. Un tertium genus identitario che va oltre quello interpretato dalla dinamica italo-americano, italo-argentino, e così via.
Bassetti, nel libro, oltre a organizzare il pensiero teorico ripercorrendolo con alcune delle tappe biografiche che più lo hanno ispirato, propone alcune strade sulle quale è necessario continuare a correre: il web e l’open source, in altre parole costruire reti italiche on line; stimolare il plurilinguaggismo, nello specifico sia le varie lingue ma anche altri linguaggi: quello non verbale, quello delle immagini, o quello, addirittura nuovo e che si sta imponendo mondialmente dell’Italian sounding i vari media italici nel mondo, e soprattutto il business, che fu, nel lavoro di Bassetti, causa e inizio di tutto.
Il libro si chiude con alcuni appelli, un richiamo di attenzione e consapevolezza alle élite: “Sarà la classe dirigente italica a essere chiamata a vivere istintivamente o consapevolmente le prospettive di nascita e di gestione di un’aggregazione comunitaria nuova come questa”, ma soprattutto ai giovani: "Ai giovani voglio dire: siate parte determinante di questa nuova polis, la cittadinanza pluri-identitaria che offre una dimensione ulteriore al vostro agire. Siate americani, brasiliani, australiani, italiani, argentini, stanziali o globetrotters, makers o studenti, professionisti o classe dirigente del domani. Ma sappiate costruirvi il nuovo mondo dell’italicità. Poiché siete italici, sentitevi anche protagonisti di un grande disegno storico: fare dell’italicità non un potenziale culturale, ma un soggetto politico".
E allora cosa aspettiamo… Piero Bassetti ha dato la carica e la sveglia è già suonata da un pezzo.