La prima volta a New York ha sentito che la città aveva qualcosa di speciale e le apparteneva. Una sensazione inspiegabile che porta a prendere decisioni importanti. È una voce, all’inizio, quasi fastidiosa, timida, che poi diventa un’idea fissa. Fino a quando non le lasci la possibilità di parlarti e di convincerti a seguirla. Questa voce ha portato un anno e mezzo fa Alessia Gatti nella Big Apple per realizzare il suo obiettivo: diventare un’attrice. E non solo.
"Se ascoltiamo la saggezza del cuore il tempo infallibile ci farà incontrare il nostro destino". Sergio Bambarén
Alessia è una marchigiana nata a Fano. La passione del set la segue fin dall’adolescenza. A 14 anni già frequentava la Hamlet International School di Fabio Galli a Pesaro. Una volta finito il liceo si è trasferita a Roma dove ha studiato Scienze della Comunicazione alla Sapienza e ha iniziato La Scuola di Cinema. C’era solo un problema. Avere una sola etichetta addosso non la faceva sentire completa e a proprio agio. Così alla recitazione unisce l’amore per la pittura, la fotografia, il buon cibo, la scrittura e i viaggi. Il suo amore principale, comunque, resta la recitazione. A Roma ci sono poche possibilità nel mondo del cinema e per esprimersi a 360°. Così una volta laureatasi, molla tutto e vola oltreoceano.
La prima volta arriva a New York nel 2010 per studiare recitazione con Susan Batson, coach molto conosciuta negli USA. Questa è stata l’esperienza che le dato la spinta decisiva per trasferirsi nella Big Apple e provare a intraprendere la strada del cinema. “Non sono una persona che ci mette tanto a decidere. Seguo il mio istinto. Quando “sento” che è la cosa giusta da fare, mi butto e provo. Così con un appoggio per un mese da un’amica di amici mi sono avventurata a New York”.
Quando ha deciso di fare il grande passo ha comprato il biglietto due mesi prima, trovato un appoggio per un mese a Manhattan e chiuso tutto quello che doveva chiudere a Roma. “Mi sono goduta il Natale in famiglia e il Capodanno con gli amici. Qualche pianto qui e là, perchè finchè non si fa il passo non sai mai quello che ti aspetterà, poi il 22 gennaio 2012 sono partita”.
"Qual è il padre di qualsiasi azione? Che cosa, alla fine, determina ciò che diventiamo e dove andiamo nella vita? La risposta è: le nostre decisioni". Anthony Robbins
Una volta arrivata a NY ecco che si presentano le prime difficoltà, ma lei non demorde convinta della decisione presa e soprattutto del fatto che se non molli, New York ti viene incontro “La prima settimana è stata la peggiore. Ho dovuto resettarmi completamente. Non sapevo come muovermi, a chi chiedere. All’inizio avevo un visto turistico quindi non potevo lavorare. Per ottenere quello che ho ora, l’O-1 visto artistico, avevo bisogno di una montagna di materiale più uno sponsor americano. Quindi impossibile. Poi, piano piano, se sei in ascolto, NY ti aiuta a trovare la tua strada. Sono tornata nella scuola dov’ero andata nel 2010. Da lì ho iniziato a conoscere persone e capire come funziona il business”.
Piano piano Alessia si è inserita superando i vari ostacoli quotidiani che le si presentavano. Tra questi la ricerca dell’appartamento. “L’incubo che tutti si ritrovano ad affrontare all’inizio è Craigslist! Il sito annunci per trovare casa e non solo. Ci passano tutti! Poi inizia la catena dei vari lavori, fondamentali per poterti pagare l’affitto!” Davanti alle difficioltà lei risponde con l’azione perchè per Alessia nella vita è importante non avere mai rimpianti: “proseguire sempre diritti per la propria strada, fare scelte di pancia. Prima o poi tutto avrà un senso!”. Il segreto è proprio quello, essere sempre dove si vuole essere e fare sempre quello che si vuole fare. “Nessun rimpianto, gli errori, se ci sono, aiutano a capire e a modificarsi. Anche se a volte la mia famiglia mi manca tanto. Seguo l’istinto. Non riesco a stare ferma! Solo così trovo la mia pace interiore”.
"Nothing is impossible, the word itself says 'i'm possible!'". Audrey Hepburn
Per Alessia non è stata una passeggiata l’impatto con NY. Ma se vuoi qualcosa, stringi i denti e prosegui. Così ha fatto! Ragazza solare, che sa cosa vuole e come ottenerlo, amante della vita e in cerca di esperienze che la facciano sentire sempre viva e connessa con quello che ha voglia di fare veramente, Alessia ha così iniziato la sua vita newyorchese fatta di sogni e speranze. Il suo motto? “Salta e la rete apparirà”. “A volte mi sorprendo di come molte persone si facciano così tanti problemi da limitarsi da soli! Non credo che se si nasce in un determinato paese significa che bisogna restarci a vita. Non mi ritengo coraggiosa, ma semplicemente curiosa di provare a seguire quello che voglio fare senza paure. La nemica più grande a volte è proprio la nostra testa. Una volta fatto il passo poi tutto diventa più facile, fino al prossimo cambiamento”.
Secondo Alessia New York significa anche solitudine. “Credo che sia paradossalmente la città dove ci sia più solitudine in assoluto. Nonostante sia impossibile trovarsi da soli per strada o in un bar, le relazioni profonde e quotidiane sono molto difficili da mantenere. Mi ritengo fortunata perchè da quando vivo qui, ho stretto amicizie vere e importanti. Posso contare fino a 5 buoni amici presenti nella mia quotidianità. Le relazioni sentimentali invece sono un disastro! È davvero difficile! Ci hanno fatto persino un libro sulla cultura del 'date’!”.
Da quando vive a NY Alessia è diventata più forte e indipendente, La città le ha fatto vedere lati di lei che non conosceva. “Posso dire che so più chi sono e quello che voglio. Mi ha fatto vivere esperienze così diverse e uniche. Mondi che non conoscevo. Ho molti meno limiti e paure inutili”.
“Se non credi in te stesso, nessuno lo farà per te”. Kobe Bryant
Secondo Alessia per vivere nella City bisogna “mantenere il rispetto per se stessi e gli altri. Poi gettare nell’immondizia tutto il resto”. Per chi vorrebbe trasferirsi il consiglio di Alessia è di non aspettarsi la New York vista nei film o che si può conoscere quando si viene in vacanza. E’ una città tosta. Per questo motivo consiglia inizialmente di venire anche solo per un mese. Già ci si può fare un’idea. Poi è importante, per non farsi travolgere dalla frenesia della Big Apple, ritagliarsi il proprio spazio. “Non è facile all’inizio, New York ti segue, ti mette di fronte quello di cui vai in cerca. Poi la responsabiltà è tutta su di te”.
Infatti lei si è presa tutta la responsabilità di scegliere New York anzichè un’altra città. Quando si parla di cinema, infiatti, si pensa a Hollywood e quindi a Los Angeles ma non tutti sanno che invece è meglio partire da New York. “A Los Angeles sono stata per un breve periodo, l’industria del cinema ovviamente è lì. Credo che, però, LA sia il passo successivo. Una volta che hai fatto abbastanza progetti o conosci già persone che ti possano introdurre nel business, LA è la meta ideale. New York, invece, è più immediata. E’ molto più semplice incontrare gente, essere su un set, partecipare a eventi e, soprattutto, trovo che l’industria indipendente sia più sviluppata qui”.
Da quando è a NY ho partecipato soprattutto a progetti in camera, per il teatro è più difficile a causa dell’accento italiano. Ha appena finito di scrivere un cortometraggio con una sua amica. Lo gireranno questo autunno. Ha un altro paio di progetti in cantiere ma devono ancora conretizzarsi.
Ultimamente ha iniziato a lavorare anche in produzione e scrive i suoi progetti, “NY ti sprona a renderti creativo e sperimentare tutto. In fondo non nasciamo con un’etichetta!”. La strada che ha intrapreso è una lotta continua, in cui oltre alla preparazione e alla determinazione, la fortuna conta molto. A New York Alessia ha realizzato molto. In Italia sarebbe stato più difficile e per questo è partita. “Credo che con le persone giuste il posto poi sia relativo. L’importante è lo spirito, la motivazione che c’è dietro”.
Riuscire a fare ciò che si desidera è una respensobilità solo di se stessi. Secondo Alessia, infatti, ognuno ha la vita che si crea. “Naturalemnte ci sono alcune situazioni in cui è molto difficile poter fare delle scelte drastiche o cambiare totalmente, però spesso vedo e sento di persone che hanno preso il lamentarsi come un nuovo sport. Se fossero un po’ meno pigre e provassero a guardarsi intorno forse starebbero meglio. L’atteggiamento vittimistico è un fenomeno tutto italiano”.
Alessia sta, quindi, creando la sua vita, per ora a New York, con tanti piccoli e grandi successi. Il suo sogno? “Essere felice e scoprire il senso di tutto questo”.