Tutti conoscono l’Antonio Guterres Segretario Generale dell’ONU. Ma quando il sole tramonta e le cravatte tornano nell’armadio, esiste anche un Guterres uomo, newyorkese da sei anni e curioso esploratore della città.
Nell’Upper East Side, qualche sera fa il capo delle Nazioni Unite ha scelto di cenare da Sistina in compagnia della moglie e di un paio di amici.
“Era venuto qualche sera prima nell’altro mio locale, Caravaggio – racconta lo chef Giuseppe Bruno, proprietario del ristorante sull’81ª strada tra Madison e Fifth Avenue – e si era trovato bene. Così gli ho detto di passare a trovarmi anche qui e lo ha fatto”.
Ad attirare Guterres il menù tipicamente italiano di Sistina. “I primi in particolare – continua Bruno – sono la sua debolezza”.

Per accontentare il palato del Segretario Generale, lo chef ha optato per un grande classico della tradizione tricolore: pasta con le vongole. “Pochi ingredienti: semplicità e sapore autentico”. Per la moglie, invece, un sugo di granceola e frutti di mare. E i vini? “Solo etichette italiane – specifica lo chef – Abbiamo scelto gli abbinamenti prima che arrivasse: è stato lui a chiedermi di servirgli esclusivamente prodotti del nostro paese”. Per Guterres infatti, immerso quotidianamente nelle culture dei 193 paesi che compongono le Nazioni Unite, quando si tratta di cibo l’Italia non ha concorrenti. “Mi ha detto che la nostra cucina è la sua preferita”, confessa lo chef.
Per tre ore il Segretario Generale è rimasto seduto tra le opere d’arte di Sistina, circondato da una sala piena di clienti che hanno fatto lavorare la cucina fino a tardi. In quelle stesse stanze, non è difficile trovare altri rappresentanti delle Nazioni Unite.
“Di ambasciatori ne vengono tanti – dice Bruno – e oltre ai diplomatici a volte entrano addirittura i presidenti. Poco tempo fa, ad esempio, sono stati qui Bill Clinton e il Capo di Stato dell’Ecuador Guillermo Lasso. Vederli a pranzo o a cena per noi è un grande piacere: non soltanto per l’onore di avere tra i tavoli figure di spicco della politica internazionale, ma anche come occasione per essere ambasciatori della cucina italiana con rappresentanti ufficiali di Paesi molto diversi dal nostro”.
La scoperta della passione di Guterres per le ricette Made in Italy arriva proprio mentre la gastronomia tricolore ha iniziato il percorso che la porterà, secondo il Ministro Francesco Lollobrigida, ad essere riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio immateriale dell’umanità nel 2025.
Una candidatura sicuramente non ostacolata dal Segretario Generale delle Nazioni Unite (cui l’UNESCO fa capo), che mentre continua a lavorare dal Palazzo di Vetro per perseguire la pace e la cooperazione internazionale, porta con sé i ricordi di una serata tutta italiana vissuta tra le strade residenziali della multietnica New York.