Mercoledì 22 marzo: i riflettori del mondo saranno puntati di nuovo sull’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Questa volta chiamata ad esprimersi sulla risoluzione umanitaria per l’accesso agli aiuti e la protezione civile in Ucraina. Per l’ennesima volta, il Consiglio di Sicurezza non è riuscito a mettersi d’accordo tra le bozze in competizione: quella presentata da Francia e Messico e quella della Russia.
Obiettivo di Washington è dimostrare ancora una volta che si è formata una coalizione globale anti-Putin. L’Onu non è mai stata così compatta e, lo scorso 2 marzo, il voto dell’Assemblea generale sulla risoluzione che deplorava l'”aggressione” della Russia contro l’Ucraina ha umiliato il Cremlino, passando con 141 voti a favore, 35 astenuti tra cui la Cina, e appena 5 contrari.
“Speriamo ancora di ottenere gli stessi numeri che hanno isolato la Russia l’ultima volta“, ha detto ai giornalisti l’ambasciatrice USA, Linda Thomas-Greenfield.

Dopo aver congelato il testo lo scorso venerdì, Mosca ha chiesto nuovamente al Consiglio di Sicurezza di votare la sua risoluzione, ma per i diplomatici è destinata a fallire perché, probabilmente, la maggior parte dei membri voterà no o si asterrà in quanto non c’è alcun riferimento al ruolo di Mosca nella creazione della crisi.
“Irragionevole che la Russia pensi di poter presentare una risoluzione umanitaria“, è il commento dell’ambasciatrice americana Thomas-Greenfield, ma per il vice ambasciatore russo Dmitry Polyanskiy si tratta di una bozza finalizzata ad aiutare i gruppi di aiuto umanitario “senza alcuna politicizzazione” e ha accusato l’Occidente di una campagna di “pressione senza precedenti“.
Il testo di Francia e Messico, che verrà presentato domani all’Assemblea Generale, invece, critica il ruolo di Mosca, chiarendo che la crisi degli aiuti è il risultato dell’invasione russa in Ucraina. Motivo per cui, la scorsa settimana, i russi si sono indisposti al Consiglio di Sicurezza e hanno minacciato di porre il veto.
Lunedì però, è spuntata un’altra bozza di risoluzione rivale che, in queste ore, sta girando per i corridoi del Palazzo di Vetro. È quella presentata dal Sudafrica e che come quella russa, non menziona l’aggressione di Mosca. La vice ambasciatrice sudafricana, Xolisa Mfundiso Mabhongo, ci ha tenuto però a sottolineare che il progetto di risoluzione dell’Assemblea generale è “un’iniziativa puramente sudafricana e non ispirata dalla Russia“. Ma dal Paese ci si aspetta sorprese. La scorsa settimana, infatti, il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha dichiarato la scorsa settimana che avrebbe opposto resistenza alle richieste di condannare la Russia, incolpando la NATO per aver fomentato il conflitto.
Martedì l’ambasciatrice inglese Barbara Woodward ha spiegato ai corrispondenti che sono in corso discussioni con il Sud Africa per arrivare “a un testo che ottenga un ampio sostegno in tutta l’Assemblea generale senza dover avere due voti“.
Le risoluzioni dell’Assemblea Generale, a differenza di quelle del Consiglio di Sicurezza, non sono binding, ovvero vincolanti, ma hanno un grande peso politico e morale. Per questo il voto del 2 marzo è stato storico: ha illustrato come il mondo abbia serrato le fila davanti all’aggressione russa e come nel contesto internazionale Vladimir Putin sia sempre più solo. E sebbene la Russia abbia potere di veto nel Consiglio di Sicurezza composto da 15 membri, nessun paese può bloccare una risoluzione dell’Assemblea generale.
Ma al Consiglio di Sicurezza, la bozza di risoluzione non è l’unico pomo della discordia. Martedì, USA e Regno Unito hanno accusato Mosca di pianificare un attacco con armi chimiche in Ucraina. Per il Cremlino, invece, sarebbero “i gruppi nazionalisti radicali ucraini“ ad “inscenare provocazioni” con “l’assistenza dell’intelligence occidentale e di compagnie militari private per poi accusare la Russia“, secondo quanto spiegato allo stakeout appena fuori dalla sala del Consiglio di Sicurezza, il vice portavoce russo Dmitry Polyanskiy.
La diplomatica americana Linda Thomas-Greenfield non ha lasciato l’ultima parola al collega e si è subito diretta allo stakeout per replicare “alle accuse ridicole che il vice PR russo ha rilanciato poco prima” e rivolgendosi ai corrispondenti ha affermato – Riportate tutti ogni giorno quello che stiamo vedendo accadere sul campo in Ucraina. State segnalando gli orribili attacchi agli ospedali. State riportando l’orribile bilancio delle vittime tra i civili. E la Russia lo negherebbe. Stanno negando le notizie che tutti voi fate ogni singolo giorno“.