“Viviamo in un’era in cui la finzione sta diventando realtà e l’Olocausto un lontano ricordo“. Queste le parole pronunciate dall’ambasciatore israeliano all’Onu, Gilad Erdan, davanti agli altri 192 membri dell’Assemblea generale, che giovedì ha approvato una risoluzione volta a condannare qualsiasi negazione o distorsione della Shoah, esortando nazioni e social media “a adottare misure attive per combattere l’antisemitismo”.
Co-sponsorizzato da 114 Paesi, il testo presentato da Israele e Germania, è stato approvato per consenso, e soltanto l’Iran, nemico numero 1 dello Stato ebraico, si è “dissociato“.

Per non dimenticare, Israele alza la voce 80 anni dopo quel maledetto 20 gennaio 1942, quando durante la Conferenza di Wannsee, in una villa sulle rive dell’omonimo lago a Berlino, il regime di Hitler decise la “soluzione finale sulla questione ebraica”, coordinando il sistema dei campi di sterminio e segnando l’atroce destino di quasi sei milioni di ebrei.

“Il più grande crimine della storia umana, ora diventa il più grande insabbiamento della storia umana” ha affermato Erdan denunciando la disinformazione e l’ignoranza diffusa specialmente tra i giovani. Nipote di sopravvissuti all’Olocausto, l’ambasciatore israeliano ha affermato che Facebook, Twitter e YouTube, stanno diffondendo una “pandemia di bugie – e per questo – i giganti dei social media non possono più accettare l’odio diffuso sulle loro piattaforme”.
La risoluzione elogia i paesi che hanno preservato i campi di sterminio nazisti ed esorta gli Stati membri delle Nazioni Unite “a sviluppare programmi educativi che inculcheranno alle generazioni di domani le lezioni dell’Olocausto per prevenire futuri atti di genocidio”.

L’approvazione della risoluzione è stata una vittoria diplomatica per Israele alle Nazioni Unite, le cui posizioni vengono spesso presentate in modo negativo da diversi Paesi membri dell’Onu, specialmente nei confronti della questione palestinese. Infatti, è solo la seconda volta che l’Assemblea generale adotta un testo steso da Israele. Il primo è stato nel 2005, quando fu approvata la risoluzione che istituisce il 27 gennaio come la Giornata internazionale della memoria dell’Olocausto. Quella data commemora la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz da parte dell’esercito sovietico negli ultimi giorni della Seconda Guerra mondiale.

Sempre giovedì, Michelle Bachelet, Alto Commissario Onu per i Diritti Umani ha parlato alla Commissione Straordinaria del Senato italiano contro il razzismo e l’istigazione all’odio e alla violenza, affermando che secondo un sondaggio dell’Agenzia per i diritti fondamentali, l’antisemitismo è in crescita in tutta Europa.
Per Antonio Guterres, Segretario Generale Onu, “non possiamo mai abbassare la guardia…, nemmeno davanti a nuove forme di antisemitismo alimentate da ignoranza o teorie del complotto”. Come disse Primo Levi, scrittore italiano ebreo sopravvissuto allo sterminio nazista, “è successo, quindi potrebbe accadere di nuovo“.