Quella di lunedì sarebbe stata la prima risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che non considerava il clima come un problema a sé stante, ma avrebbe legato riscaldamento climatico e sicurezza internazionale. Già, perché tempeste, inondazioni e siccità, insieme agli altri effetti del climate change potrebbero infiammare tensioni sociali in diverse zone del mondo. Presentato da Niger e Irlanda, il testo invitava il Segretario generale Antonio Guterres a “integrare i rischi per la sicurezza legati al clima come elemento centrale nelle strategie di prevenzione dei conflitti delle Nazioni Unite“.
Sono stati 113 su 193 i paesi membri delle Nazioni Unite che hanno sostenuto la bozza, tra cui 12 su 15 del Consiglio di Sicurezza. Ma la Russia col suo “niet“, ha posto il veto alla risoluzione. Anche l’India ha votato contro, in quanto ritiene che il riscaldamento globale non sia legato a un problema di sicurezza internazionale, ma di sviluppo economico. La Cina si è invece astenuta, spiegando che “considerare arbitrariamente il cambiamento climatico come l’unica sfida alla sicurezza per l’umanità non è un atteggiamento scientifico”. Per l’ambasciatore cinese, Zhang Jun, la risoluzione non tiene conto di importanti questioni, come la riduzione dei gas serra e le difficoltà che i paesi in via di sviluppo si trovano ad affrontare. Secondo Vassily Nebenzia, ambasciatore russo alle Nazioni Unite, la risoluzione è “inaccettabile” perché potrebbe creare confusione, distogliendo l’attenzione dei Quindici da quelle che sono le “vere fonti” dei conflitti e dando al Consiglio un pretesto per intervenire in ogni paese del pianeta.
Tradizionalmente conservatrice sulle questioni da dibattere al Consiglio di Sicurezza, la Russia non allarga gli argomenti e infatti, durante la riunione, Nebenzia ha affermato di essere contrario alla “creazione di una nuova area di lavoro del Consiglio, che stabilisca collegamenti generici e automatici tra il cambiamento climatico e la sicurezza internazionale“. Inoltre, come riportato dall’agenzia russa Tass, la risoluzione è stata posta in votazione nonostante non fosse stata concordata in via preliminare con tutti i membri, e 80 paesi su 113 iniziatori del progetto avessero successivamente deciso di ritirare il loro sostegno.
Ma agli occhi dei Dodici favorevoli, il gesto russo ha affondato “uno sforzo pluriennale” per rendere il riscaldamento globale più centrale nel processo decisionale in seno all’ONU. Durante lo stake out con i giornalisti, Irlanda e Niger si sono definiti estremamente delusi per la mancata intesa. “Sappiamo benissimo che questa risoluzione sarebbe stata una mossa storica e importante, per non dire necessaria”, ha dichiarato l’ambasciatrice irlandese, Geraldine Byrne Nason. “Questo Consiglio non sarà mai all’altezza del suo mandato per la pace e la sicurezza internazionali se non si adegua”. Poi, con una frecciatina indirizzata a Mosca, ha detto di aver tentato “di trovare un testo equilibrato” con “tutte le delegazioni”, e per l’ambasciatrice irlandese l’uso del veto “è una macchia sull’eredità del Consiglio”.
Per Abdou Abarry, ambasciatore del Niger, che per il mese di dicembre ha la presidenza del UNSC, “La forza del veto può bloccare l’approvazione di un testo, ma non può nascondere la nostra realtà”. Mentre l’ambasciatore cinese Jun ha spezzato una lancia a favore della Russia: “Quello che il Consiglio di Sicurezza deve fare non è uno show politico”, poi ha difeso il lavoro dei Quindici affermando che “non è vero che il Consiglio di Sicurezza si sottrae alle proprie responsabilità sui cambiamenti climatici, – ma il tema è già stato affrontato “nell’ambito di una serie di questioni specifiche“. Certamente anche il voto dell’India, la democrazia più grande del mondo, ha avuto un peso negativo.