Martedì 4 Maggio, l’Ufficio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ha espresso preoccupazione per la violenta risposta del governo colombiano alle proteste che hanno invaso il paese nell’ultima settimana. Secondo il difensore civico dello stato, 19 civili ed un poliziotto sono morti durante gli scontri.
A partire dallo scorso Mercoledì, infatti, i cittadini sono scesi in piazza per contestare la riforma fiscale proposta dal presidente Iván Duque. La riforma, a detta del governo necessaria per sostenere le spese relazionate alla pandemia di COVID-19, includeva tasse del 19% su molti beni primari e l’incremento della tassa sul reddito del paese per includere i lavoratori che guadagnano un minimo di $700 mensili. Nonostante questa sia stata ritirata dal presidente stesso il 2 Maggio, giorno in cui il Ministro delle Finanze ha dato le dimissioni, le proteste hanno continuato a diffondersi per il paese terminando spesso in scontri violenti tra i dimostranti e la polizia. La contestazione, quindi, non riguarda solo la riforma finanziaria, ma include il discontento popolare per il modo in cui il governo si è occupato della pandemia: con uno dei lockdown più lunghi del mondo e le conseguenze sulla, già instabile, economia del paese. Nonostante gli sforzi apparenti per tenere a bada i contagi, inoltre, la Colombia conta 75000 morti per la pandemia. La settimana scorsa, il record di morti giornalieri dovuti alla pandemia è stato superato, nonostante le rigorose regole istituite dal governo.
Marta Hurtado, portavoce delle Nazioni Unite, ha sottolineato le responsabilità dello stato nel mantenere la pace e rispettare i diritti umani dei cittadini, e permettere loro di esercitare il loro diritto di assemblea in sicurezza. Hurtado ha discusso l’obbligo delle forze dell’ordine nel seguire i principi di legalità, precauzione, e proporzionalità durante le manifestazioni, sebbene il Ministro della Difesa colombiano si ritenga soddisfatto con le azioni della polizia e si sia rifiutato di dimettersi. Nelle ultime ore, sono stati diffusi in rete diversi video che rappresentano gli atti di violenza compiuti nei confronti dei manifestanti nonostante, secondo le dichiarazioni dell’Ufficio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, le proteste siano state pacifiche nella maggior parte dei casi.
Le manifestazioni hanno avuto luogo nelle grandi città colombiane, quali Bogota, Medellin, e Bucaramanga. L’intervento delle Nazioni Unite è stato dovuto, in particolar modo, agli eccessivi fenomeni di violenza accaduti nella notte del 3 Maggio a Cali, una città nella parte Ovest del paese. Nella notte, infatti, molti cittadini sono rimasti feriti quando la polizia ha aperto il fuoco sui manifestanti. Non è ancora chiaro quanti di questi siano stati uccisi.
“Considerando l’estrema tensione della situazione corrente, con soldati e poliziotti impegnati a vigilare le proteste, esortiamo alla calma”, ha detto Hurtado.