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Libia e Consiglio di Sicurezza ONU: per GB l’instabilità è solo colpa dei libici

A una nostra domanda sulle responsabilità delle potenze europee in Libia, l'ambasciatrice Karen Pierce replica un po' stizzita

Chiara NobisbyChiara Nobis
Time: 3 mins read

Oggi, 1 agosto, si inaugura la presidenza di turno del Regno Unito al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Niente di nuovo dunque, semplice rotazione, se non fosse che spicca la presenza di Karen Pierce, prima donna a essere nominata ambasciatrice a capo della missione britannica alle Nazioni Unite.

Da sempre a suo agio con il mondo dei media e contraddistinta da modi esuberanti, la Pierce ha iniziato la sua carriera presso il Ministero degli Esteri britannico nel 1981.

Anche l’Italia a breve potrà vantare  un aumento delle quota rosa al Palazzo di Vetro, grazie all’ufficialità della nomina di Mariangela Zappia come rappresentante permanente della Missione Italiana, in sostituzione di Sebastiano Cardi, che lascia New York dopo cinque anni.

Durante la conferenza stampa odierna, è stato presentato il programma della presidenza britannica, che non presenta particolari novità. Gli incontri più attesi si terranno il 28 e il 29 agosto, durante i quali verrà discussa la situazione in Medio-Oriente, con focus particolare sulla Siria.  

Il Consiglio di Sicurezza seguirà attentamente l’evolversi della situazione dei Rohingya in Myanmar e del ritorno dei rifugiati dal Bangladesh.

Suscitano particolare preoccupazione anche le violenze scoppiate in Zimbabwe a seguito dell’elezione del presidente Mnangagwa, eletto con larga maggioranza. Africa Centrale e Camerun sono altre zone calde che potrebbero essere oggetto di meeting specifici, qualora la situazione precipitasse.

Nel programma ufficiale ci siamo accorti che non c’era alcun appuntamento riguardante la Libia. E infatti l’instabilità del paese del Nord Africa non è stata oggetto di  alcuna domanda dei giornalisti. La domanda allora l’abbiamo fatta noi e in questo modo:

È noto che la Libia si trova in una condizione di stabilità, lo dicono bene i rapporti degli inviati speciali del Consiglio di Sicurezza. A Washington, ad un recente incontro tra il Presidente del Consiglio italiano Conte e il Presidente Trump, è stata annunciata una nuova strategia a guida italiana per risolvere la situazione in Libia, supportata dagli Stati Uniti. Dato che il Consiglio di Sicurezza è stato l’artefice dei cambiamenti in Libia, che cosa sta facendo adesso il Consiglio per rendere questo paese stabile? E cosa non ha fatto prima e perché? Non pensa che la  competizione tra i paesi europei, come la Francia, l’Italia e il suo, che fanno a gara per avere un’influenza in Libia, non fa altro che rallentare il processo di stabilità? Perché il Consiglio di Sicurezza non riesce a imporre una soluzione più veloce e comune?  

L’ambasciatrice Karen Pierce durante la conferenza stampa (foto ONU)

“Sono molte domande. Il Consiglio di Sicurezza non ha creato alcun tipo di confusione. Le persone sul territorio hanno creato questa situazione. I libici nel paese si stanno attaccando a vicenda. La popolazione in Libia è responsabile di non collaborare con le Nazioni Unite e la comunità internazionale per sistemare la situazione politica, sociale ed economica del paese. Questa è la cosa più importante: la responsabilità primaria rimane nelle mani dei leader sul territorio, che devono lavorare con glia altri paesi, inclusa l’Italia, la Gran Bretagna, gli Stati Uniti, la Francia e tutti gli stati che hanno interesse nella situazione libica. Ripeto: la responsabilità è nelle mani delle persone sul territorio libico. È troppo facile incolpare le Nazioni Unite per la situazione in paesi come la Libia. Sono le persone nel paese che non compiono gli sforzi necessari per cambiare la situazione. L’inviato speciale Salamè sta facendo del suo meglio per riunire le varie fazioni, come ci ha informato l’altro giorno durante la riunione a porte chiuse del Consiglio. Riuscire a gestire la situazione economica nel paese potrebbe portare a degli sviluppi. Siamo pronti a contribuire e collaborare con la comunità internazionale, siamo pronti a collaborare con gli italiani, gli americani e gli altri paesi. Abbiamo lavorato insieme molto bene e tutti vogliamo che la situazione nel paese sia stabile”

L’ambasciatrice è sembrata reagire un po’ stizzita alla nostra domanda, non solo allontanando qualsiasi responsabilità del Consiglio di Sicurezza e del Regno Unito, ma accusando i libici stessi di essere gli unici responsabili della loro situazione. Intanto ad agosto, almeno dal programma presentato, di Libia al Consiglio di Sicurezza non se ne parlerà.

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Chiara Nobis

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