Lo sviluppo sostenibile e la salvaguardia del nostro pianeta e dei suoi ecosistemi sono due fra i più importanti temi al centro dell’agenda dell’ONU in questo periodo. Questi argomenti, infatti, non interessano solo le nazioni occidentali poiché parecchi paesi, come Cina, Indonesia, India e Brasile stanno emergendo economicamente, o si sono già affermati da tempo, e si stanno imponendo come attori importanti nel commercio mondiale: ciò avrà delle ripercussioni sulla salute del nostro pianeta e per questo motivo è fondamentale porre al centro dell’attenzione situazioni che riguardano l’intera comunità.
L’Italia, in prima linea all'ONU riguardo a questioni di tale rilevanza ambientale, attraverso i discorsi del proprio rappresentante permanente presso le Nazioni Unite, l'ambasciatore Sebastiano Cardi, e del Sottosegretario del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Silvia Velo, ha mostrato in questi giorni il suo impegno nel rispettare gli accordi presi ed un reale interesse per ricordare agli altri paesi la serietà di queste iniziative. Il nostro Paese, inoltre, ha l’onore e l’onere di ospitare l’Esposizione Universale, l'EXPO, che avrà luogo a Milano dal 1° maggio al 31 ottobre del 2015, ed è quindi doppiamente interessata a far emergere iniziative che riguardano non solo l’alimentazione del genere umano, ma anche l’ambiente del pianeta e la sostenibilità della sua crescita sotto ogni punto di vista.
L’onorevole Silvia Velo, nella giornata di mercoledì, è intervenuta al Palazzo di Vetro nel dibattito sugli oceani e sul diritto del mare: “Aree marine protette e sviluppo sostenibile: un approccio mediterraneo per contribuire allo sviluppo sostenibile e alla crescita dei piccoli stati insulari in via di sviluppo”, ricordando come l’Italia si sia particolarmente impegnata in tale materia: “L’Italia ha sempre dimostrato il suo sostegno verso i SIDS nei processi internazionali, non solo a livello politico, ma anche attraverso azioni concrete, attraverso la cooperazione internazionale e regionale” ; Velo ha rammentato che il supporto del nostro Paese per i SIDS è storicamente forte e duraturo ed “un esempio è il programma di cooperazione con i SIDS del Pacifico, lanciato dall’Italia nell’agosto del 2007, cha ha avuto particolarmente successo”.
La sigla ‘SIDS’ indica i ‘Piccoli Stati Isola in via di Sviluppo’, ovvero quelle piccole realtà insulari, come Palau, Tonga e le Maldive, che sono minacciate dalle conseguenze dei cambiamenti climatici in atto e, per questa ragione, sono tutelate attraverso particolari iniziative dalla comunità internazionale. L’ultima, in ordine cronologico, grande conferenza riguardante i SIDS si è svolta nel settembre 2014 ad Apia, nelle isole Samoa, ed aveva affrontato diversi temi che interessano queste micro-realtà, come l’energia e il turismo sostenibili, la gestione dei rifiuti e la capacità di ripresa dalle catastrofi. Velo, continuando il suo intervento, non ha parlato solo delle problematiche delle isole dei grandi oceani ma anche di quelle mediterranee: “Il Mar Mediterraneo e l’Italia hanno un sacco di piccole isole, dove la fragilità dell’ambiente e l’interazione con le molteplici attività umane richiedono una strategia efficace e consapevole. Infatti, anche se le piccole isole mediterranee ed italiane non appartengono alle SIDS, esse si trovano ad affrontare sfide ambientali, economiche e sociali simili, che le rendono particolarmente vulnerabili. Anche esse risentono del cambiamento climatico”.
Le minacce portate dal riscaldamento globale, dall’invasione di specie animali e floreali aliene e altri fenomeni come l’erosione, insidiano seriamente non solo le popolazioni locali di queste zone ma anche il turismo che, in taluni casi, è diventato a sua volta anche distruttivo per queste aree. Successivamente, il Sottosegretario Velo ha elencato gli elementi relativi alla politica della salvaguardia dei mari adottati dall’Italia, fra i quali spicca la creazione dell’AMP, le ‘Aree Marine Protette’, uno strumento utile per proteggere gli ecosistemi marini e costieri ed ha precisato che è essenziale arrestare la perdita di biodiversità nelle zone marittime dell’UE. Lo Stato italiano ha istituito 27 aree marine protette, tra le quali 9 piccole isole, che hanno un compito determinante per la conservazione delle specie autoctone minacciate.
La politica italiana ha anche illustrato ‘la strategia di crescita blu’ per lo sviluppo sostenibile delle piccole isole che annovera cinque settori con un elevato potenziale di crescita: l’acquacoltura sostenibile, il turismo marittimo e costiero, le biotecnologie marine, l’energia oceanica e l’estrazione dai fondali marini.
Giovedì, invece, è intervenuto l’ambasciatore dell'Italia alle Nazioni Unite Sebastiano Cardi durante la 15° Conferenza mondiale Infopoverty. I prossimi obiettivi dello sviluppo sostenibile: la sfida prima dell’era digitale, evento che ha trattato gli argomenti della crescita sostenibile insieme al progresso tecnologico. Ricordiamo che il 2015 è l’anno in cui l’ONU terrà a Parigi una conferenza internazionale sui cambiamenti climatici e dovrà verificare la realizzazione degli 8 obiettivi fissati nel 2000: la battaglia contro la povertà, l’assicurazione dell’istruzione primaria a tutti, la riduzione della mortalità infantile, il miglioramento della salute materna, la cooperazione per lo sviluppo mondiale, la promozione dell’uguaglianza e dell’autonomia delle donne, la lotta contro le malattie e l’affermazione di un ambiente umano sostenibile. Un anno, quindi, cruciale per il futuro del nostro pianeta, sempre più dominato dalla tecnologia. “Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione hanno dato un grande contributo alla lotta contro la povertà nel mondo” ha asserito Cardi, che ha aggiunto: “Oggi disponiamo di quelle che definirei ‘infrastrutture di base’, che non erano pienamente presenti 15 anni fa. Esse devono essere ulteriormente rafforzate soprattutto nei paesi in via di sviluppo”.
Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, però, presentano anche rischi nascosti che, come ha ricordato Cardi, “possono essere affrontati solo attraverso la cooperazione della comunità internazionale insieme alla società civile e al settore privato”.
Preparandosi ad affrontare difficili sfide e fissando nuovi obiettivi per il 2030, l’ONU, quindi, sta tentando di far convivere l’inarrestabile progresso con l’anima naturale del pianeta; ambizione che, seppur non semplice, potrebbe essere raggiunta solo attraverso una coscienziosa collaborazione a livello globale ed il rispetto degli accordi stabiliti.