Il Mediterraneo russo — La perenne ricerca della Russia per uno sbocco sul “mare caldo”—cioè, senza ghiaccio d’inverno—è uno dei più famosi luoghi comuni della geopolitica ed è fonte di due secoli di litigate con l’altro ex impero, quello britannico. Che siano Zar, Primi Segretari del Pcus o Vladimir Putin a dirigere il Paese, l’imperativo comunque non cambia,.
Il sogno imperiale è ora a un passo più vicino. La Russia e Cipro (la parte greca) hanno annunciato un accordo che prevede l’installazione sull’isola di basi per il rifornimento e la manutenzione delle navi da guerra russe attive nel Mediterraneo. E’ costato poco: la Russia ha rimandato di cinque anni il rimborso di un debito cipriota di €2,5 miliardi che il governo di Nicosia non riesce comunque a coprire.
Un organo di stampa ufficiale di Mosca, lo Sputnik News, ne ha dato forse l’interpretazione più autentica, titolando “Russia sigla accordo militare con Stato membro Ue”—perché sì, Cipro è uno stato dell’Unione Europea a tutti gli effetti. La Voce della Russia assume invece un tono più guerresco: “La Russia respingerà la Nato nel Mar Mediterraneo”.
Bruxelles ha preferito ascoltare la versione offerta dal Ministro degli Esteri cipriota, Ioannis Kasoulides, secondo cui, sì, va bene, l’accordo prevede la fornitura di ricambi e la manutenzione delle armi—ma piuttosto di “basi”, bisogna parlare di “centri di natura umanitaria per accogliere eventuali rifugiati russi in caso di guerra”.
Gli effetti militari sono modesti. La Marina è di gran lunga l’arma più debole delle forze armate russe. La novità irriterà gli inglesi, che hanno già due basi sull’isola a poche decine di chilometri. Avranno da ridire pure i turchi—metà di Cipro è turca dopotutto—altri antichi nemici dei russi che ora si ritroveranno con insediamenti militari potenzialmente ostili a soli 70 km dalla costa meridionale.
L’accordo permetterà però alla più imbarazzante portaerei del mondo, l’Ammiraglio Kuznetsov, di operare più agevolmente nelle acque serene del Mediterraneo orientale. La nave—costruita nel 1985 e l’unica portaerei russa—ha potuto prendere il mare per andare in missioni lontane solo quattro volte in 30 anni per via di una certa tendenza a, beh, rompersi. Non esce mai dal porto senza essere accompagnata da due rimorchiatori per riportarla in dietro nel caso. C’è anche un problemino con la distribuzione dell’acqua a bordo—a tal punto che i suoi 1.900 marinai dispongono di soli 25 WC.
L’ambasciatore al ghiaccio eterno — I diplomatici che offendono i superiori da sempre rischiano di trovarsi “messi nel frigo” dal punto di vista della carriera o spediti in qualche sede particolarmente disagiata. Potrebbero presto avere la possibilità di subire insieme le due punizioni. La Camera Alta inglese—l’House of Lords—ha invitato il Foreign Office a creare il nuovo ruolo di Ambasciatore di Sua Maestà al Polo Nord.
L’Artide non ha un governo presso il quale accreditarsi e non è chiaro dove dovrebbe avere sede la nuova missione. La diplomazia britannica non è comunque l’unica a dirigere l’attenzione verso la calotta polare, che si crede possa offrire interessanti possibilità di sfruttamento economico. La Francia, il Giappone, la Polonia e Singapore hanno tutti da tempo nominato i loro ambasciatori al ghiaccio eterno.