È stato un anno complesso, in affanno, stravolto da continui cambiamenti. Un anno in cui i diritti umani, come documentato da CNN con il video in Libia pubblicato a novembre, sono stati in costante pericolo in diverse parti del mondo: dalla Libia appunto alla Corea del Nord, dallo Yemen al Myanmar, fino alla Siria. Il 2017 però è stato anche il primo anno di Donald Trump come Presidente degli Stati Uniti d’America. Un anno, come prevedibile, pazzo e fuori da ogni logica: dalle frizioni con il regime di Pyongyang (e il dittatore nord-coreano Kim Jong-Un, definito da Trump “Rocket Man” in Assemblea Generale ONU) all’uscita dagli accordi climatici di Parigi, dalle scaramucce con le Nazioni Unite e la comunità internazionale (su Gerusalemme, ad esempio) alle proposte di legge, talvolta approvate (la riforma fiscale) e talvolta bocciate (l’abolizione dell’Obamacare) dal Congresso USA.
Un anno che ha visto l’Italia grande protagonista proprio all’ONU, con il seggio in Consiglio di Sicurezza e la presidenza di novembre di Sebastiano Cardi che ha permesso, in un modo o in un altro, con la missione UNHCR sostenuta dai governi italiano e libico, di intervenire in modo congiunto sulla crisi dei migranti nel Mediterraneo. Migranti che, specie in Libia, hanno vissuto – e vivono tutt’oggi, perché la crisi non è finita – in condizioni umanitarie drammatiche e su cui l’esecutivo Gentiloni ha dovuto misurarsi a lungo con la comunità internazionale.
Un anno in cui, tra scoperte scientifiche e drammatici eventi climatici, tra le elezioni vinte da “nuovi” (Emmanuel Macron in Francia) così come da “vecchi” (Angela Merkel in Germania), gli attentati terroristici hanno continuato a scioccare l’Europa (da Londra a Manchester, fino a Barcelona) e il mondo intero (con l’attacco di Halloween a New York).
Il 2017, però, sarà ricordato anche, se non soprattutto, per la campagna #MeToo. La denuncia di numerose donne ha permesso a tutti di scoprire un vero e proprio vaso di pandora, dai contorni giganteschi, sul tema delle molestie sessuali. Gli ambiti sono stati e sono svariati. Ma due sono i più colpiti. Dal cinema, con il caso Weinstein e lo scandalo che ha travolto, tra gli altri, anche Kevin Spacey. Alla politica, con le dimissioni del Democratico Al Franken e la caduta del candidato repubblicano Roy Moore, macchiato dalle accuse di molestie sessuali giuntegli da svariate donne durante la campagna elettorale, e sconfitto nelle elezioni al Senato in Alabama. E un’ombra, che potrebbe ingigantirsi nel 2018, proprio sul Presidente statunitense Donald Trump…