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December 31, 2017
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Cinema, ecco i 15 migliori film visti nell’anno 2017

Le tre "Top 5", a cura della Voce di New York, delle pellicole che più hanno avuto successo negli Stati Uniti, in Italia e nel resto del mondo

Simone SpoladoribySimone Spoladori
Cinema, ecco i 15 migliori film visti nell’anno 2017

Una scena del film "Silence", di Martin Scorsese

Time: 4 mins read

TOP 5 STATI UNITI

1. Silence, di Martin Scorsese

Nel ‘600 approda in Giappone un gesuita con troppe certezze e poca curiosità del mondo. Obiettivo: trovare il suo maestro che, spintosi in estremo oriente per evangelizzare gli indigeni, potrebbe addirittura avere abiurato. Vede finalmente la luce il film che Scorsese aveva in mente da decenni, un’opera difficile, poderosa e affascinante, profonda riflessione sulla fede, sulla parola (di Dio ma soprattutto dell’uomo) e sulla sua negazione.

2. Dunkirk, di Christopher Nolan

Una scena del film “Dunkirk” di Christopher Nolan

La sconfitta bellica più simile a una vittoria di tutto il Novecento: i britannici in fuga dalla Francia riportano al di là della Manica centinaia di migliaia di soldati intrappolati a Dunkerque con l’aiuto di imbarcazioni civili. Un thriller vestito da war movie, film sul tempo e sulla finzione, Dunkirk è un kolossal scarnificato che mostra ancora una volta l’intelligenza di Nolan nell’uso “personale” del genere. 

3. First Reformed, di Paul Schrader

Lo spirito inquietante dell’America cupa dell’era Trump attraverso la via crucis di un pastore che ha perso la fede e che progetta la drammatica catarsi.

Il film più bello della Mostra del cinema di Venezia, a metà tra Bresson e Bergman, recupera temi e ossessioni del grande cinema di Schrader: senso di colpa, espiazione, perdono e tormento religioso.

4. Blade Runner 2049, di Denis Villeneuve

Trent’anni dopo, nel mondo di Blade Runner si dà ancora la caccia ai replicanti, che forse hanno anche imparato a riprodursi. Firmato da un Top Player come Villeneuve, lento e ipnotico, attuale e avvincente, austero e rigoroso, il seguito del cult movie di Scott è un neo-noir formalmente impeccabile ma mai lezioso, a volte maestoso e abbagliante, che regge il confronto con il predecessore e tocca temi ultimi con la potenza di una nuova mitologia.

5. Get Out, di Jordan Peele

Per l’ultimo posto disponibile, ballottaggio tra Get Out e A Ghost Story. Due ottimi e diversissimi prodotti indie, più originale il secondo, vince il primo per il tasso di attualità. Indovina chi viene a cena in chiave horror: film di genere sul grande male ineliminabile della società americana, il razzismo, che si nasconde anche nei luoghi e nelle persone più insospettabili e che vive un nuova, triste ritorno di fiamma.

TOP 5 RESTO DEL MONDO 

1. The other side of Hope, di Aki Kaurismaki

A Helsinki un impiegato in crisi di mezza età che ha aperto un ristorante si imbatte in un profugo siriano: è scontro, prima, e incontro, poi. Ironia, surrealismo stralunato, poesia: Kaurismaki al suo meglio.

2. Mektoub, my love: canto uno, di Abdellatif Kechiche

L’estate d’amore, vitale, ingenua e sensuale, di alcuni adolescenti in una località di mare nel Sud della Francia. Kechiche racconta l’amore, il sesso, le incertezze

3. 120 battements par minute

Primi anni Novanta, Parigi: l’associazione Act Up manifesta contro l’indifferenza che circonda i malati di AIDS. Tra dimostrazioni e azioni eclatanti, gli attivisti Nathan e Sean vivono la loro storia d’amore.

Un grande film politico, energico ed emozionante, che ricostruisce con efficacia un pezzo di storia recente ma rilancia anche interrogativi urgenti.

4. Loveless, di Andrej Zvjagintsev

Due genitori in procinto di separarsi, un figlio che per loro è invisibile se non fastidioso. Quando il piccolo scompare, la situazione precipita. Dal regista de Il ritorno e Leviathan, un dramma familiare di una durezza angosciante, rigoroso e magnificamente recitato.

5. Lady Macbeth, di William Oldroyd

Oldroyd è un acclamato regista teatrale britannico. Esordisce portando al cinema il racconto Una Lady Macbeth del Distretto di Mcensk di Nikolaj Leskov: un film in costume (ambientazione ottocentesca) spiazzante, sensuale, violento e teso.


TOP 5 ITALIA

1. A ciambra, di Jonas Carpignano

Tra i vialetti polverosi e dimenticati della Ciambra, comunità rom alla periferia di Gioia Tauro, il precoce romanzo di formazione del piccolo Pio, adulto suo malgrado. Miracoloso mix di fiction e documentario, film che consacra Jonas Carpignano, uno dei più puri talenti del cinema italiano.

2. Chiamami col tuo nome, di Luca Guadagnino

Estate 1983: divampa la passione tra un diciassettenne e un giovane universitario. Guadagnino si libera finalmente degli eccessi virtuosistici dei film precedenti e mette il suo indiscutibile talento al servizio di una storia d’amore e di bellezza. 2 candidature a Golden Globes e trionfo Al Box Office USA, in Italia non è ancora uscito.

3. Nico, 1988 di Susanna Nicchiarelli

Christa Päffgen, in arte Nico, modella e cantante (anche dei Velvet Underground), ritratta nei suoi ultimi anni di vita in modo schietto e commovente da Susanna Nicchiarelli, al suo terzo lungometraggio. Incredibile l’interpretazione di Trine Dyrholm, che canta realmente i pezzi di Nico. Film vincitore di Orizzonti alla Mostra del cinema di Venezia.

4. Sicilian Ghost Story, di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza

Dopo Salvo, Grassadonia e Piazza portano a Cannes (sezione Semaine da la critique) un altro racconto di mafia, poetico e crudo, ispirato al rapimento del piccolo Giuseppe Di Matteo. Stile unico e particolare, fatto di eccezionali contrasti.

5. Ammore e malavita, dei Manetti Bros.

Il musical più spassoso dell’anno, parodia del Gomorra movie, con balletti e canzoni irresistibili e demenziali. Claudia Gerini è la femme fatale di un intrigo partenopeo che non si prende sul serio ma si presenta in una confezione formale impeccabile.

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Simone Spoladori

Simone Spoladori

Nato a Milano, laureato in lettere e laureando in psicologia, di segno pesci ma non praticante, soffro di inveterato horror vacui. Autore per radio e TV, critico cinematografico, insegnante, direttore di un'agenzia creativa di Milano. Oltre ai film, amo i libri e credo che la letteratura americana del '900 una delle prime tre cose per cui valga la pena vivere. Meglio omettere le altre due. Drogato di serie TV, vorrei assomigliare a Don Draper, a Walter White o a Jimmy McNulty. Quando trovo il tempo, mi diverte a scalare montagne, fare foto, giocare a tennis, cucinare e soprattutto mangiare ciò che cucino. Sono malato di calcio, tifo Manchester United e Milan, ma la mia vera guida spirituale è Roger Federer.

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