Pochi probabilmente ricordano che Dario Fo prestò la sua voce a una pubblicità della Apple, nel lontano 1997. Ma forse prestato non è il verbo più giusto, viste le cifre che giravano all’epoca. La casa di Cupertino era la vera nuova rivoluzione del momento, l’astro nascente della democrazia tecnologica e lo spot (originariamente affidato alla vera voce di Steve Jobs) qui in Italia fu affidato saggiamente alla voce non impostata, non bella, non da doppiatore, non canonica, di Dario Fo. Vero manifesto del “Think Different”, era la prima campagna fatta uscire da Steve Jobs dopo il suo grande ritorno insieme alla sua agenzia di Los Angeles, la Chiat Day. Uno spot epocale, scritto da un art director chiamato Craig Tanimoto, e venduto dopo una iniziale riluttanza a Steve Jobs dal suo guru Lee Clow. È forse a tutt’oggi uno dei più belli che abbia mai prodotto la Apple; intere generazioni di pubblicitari sono state influenzate da questo spot in cui si passavano in rassegna gli innovatori, i ribelli, le menti diverse, i geni, gli scomodi, gli artisti e tutti coloro che con le loro visioni erano andati controcorrente cambiando il mondo.
Fu quasi naturale affidarlo a Dario Fo, quell’anno. In fondo lui era uno di quei volti, uno di quegli spiriti. forse tra i pochi, in Italia. Se lo riascoltate adesso noterete come la sua è una vera interpretazione appassionata. Deve aver pensato che quel testo era proprio bello. Sorride a un certo punto. E ci fa emozionare sul finale. Curiosità: tra i volti della campagna, nel lontano 1997, c’era anche Bob Dylan che avrebbe vinto il Nobel proprio quando Dario Fo se ne è andato. A loro due dedichiamo ancora oggi queste parole perfette,
“Questo film lo dedichiamo ai folli.
Agli anticonformisti,
ai ribelli,
ai piantagrane,
a tutti coloro che vedono le cose in modo diverso.
Costoro non amano le regole,
specie i regolamenti
e non hanno alcun rispetto per lo status quo.
Potete citarli,
essere in disaccordo con loro;
potete glorificarli o denigrarli
ma l’unica cosa che non potrete mai fare è ignorarli,
perchè riescono a cambiare le cose,
perchè fanno progredire l’umanità.
E mentre qualcuno portebbe definirli folli
noi ne vediamo il genio;
perchè solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo
lo cambiano davvero”