Sindaci di tutto il mondo uniti contro gli effetti dei cambiamenti climatici e delle schiavitù moderne nelle metropoli globali. L’invito viene dal Vaticano che ha organizzato Modern Slavery and Climate Change: The Commitment of the Cities, un convegno che fa seguito all'enciclica Laudato Si' diffusa dal Papa lo scorso giugno. All'incontro hanno partecipato oltre 60 sindaci provenienti da tutte le parti delle terra, da Teheran a Parigi e Madrid, ma anche da città della Romania, Bulgaria e altri capoluoghi minori. Non poteva mancare New York, con il sindaco de Blasio arrivato a Roma (in ritardo) martedì mattina per partecipare al summit.
I lavori precedevano il workshop in corso mercoledì dal titolo Prosperity, People, Planet: Achieving Sustainable Development in our Cities, co-organizzato dall’ONU. Insieme ai sindaci, martedì c’era anche Papa Francesco, che non ha mai nascosto la sua preoccupazione per il rispetto dell’ambiente e dei diritti legati all’uomo e alla natura. Soprattutto nelle grandi città, diventate ormai aree metropolitane in continua crescita e protagoniste di un'evoluzione non sempre sostenibile ed egualitaria. Di qui l’importanza della figura del sindaco che è non più un semplice amministratore della sua città, ma deve tener conto degli aspetti sociali, urbanistici e di solidarietà nella vita dei suoi concittadini.
Nel convegno ospitato nella Sala Sinodo del Vaticano i sindaci hanno chiesto in modo netto la riduzione di emissione di gas serra, il rispetto delle norme a favore dell’ambiente e l'incremento di aree verdi all’interno delle città. Molti hanno evidenziato inoltre che sostenibilità urbana significa anche libertà di ogni cittadino a muoversi liberamente e autonomamente, a vivere e costruirsi il proprio futuro in una città salutare e accogliente e non in un agglomerato urbano privo di ambiente e opportunità culturali, economiche e sociali: inclusione sociale contro ghettizzazione ed emarginazione, libertà e qualità della vita contro ogni forma di sfruttamento fisico e mentale ai danni soprattutto dei bambini e delle donne.
La svolta sociale del vaticano coincide con gli appelli sempre più preoccupati da parte dei sindaci delle grandi città che martedì hanno riempito la Sala Sinodo del piccolo stato oltre il Tevere. Guidati dalla modella argentina Valeria Mazza, ogni “mayor” ha avuto dieci minuti a disposizione per presentare le problematiche della propria città e le soluzioni messe in campo, proporre idee e iniziative, dire la sua.
Tra questi un’attenzione particolare ha suscitato il discorso di Bill de Blasio, il primo cittadino di una città simbolo come New York. Davanti al Pontefice, de Blasio ha parlato di povertà, diseguaglianze sociali e dei rischi legati al cambiamento climatico. Poi, ha annunciato nuove politiche a favore del “verde” con obiettivi più stringenti per combattere le emissioni di gas nella Grande Mela, e ha esortato i colleghi a seguire queste misure. “Dobbiamo considerare il summit di Parigi come la linea finale di uno sprint – ha detto de Blasio – Noi intanto a livello locale dobbiamo portare avanti qualunque azione possibile per trarre i maggiori benefici”. Il primo cittadino di New York ha fatto riferimento alla recente enciclica del Papa che ammonisce sui rischi e le minacce rappresentate dai cambiamenti climatici: “Ringraziamo il Papa per aver risvegliato, con la sua enciclica, le coscienze dei cittadini di fronte ai rischi che sta correndo il mondo. L’enciclica non è una chiamata alle armi, è un appello alla ragionevolezza”, ha detto de Blasio, annunciando l'intenzione di ridurre le emissioni della sua città del 40 per cento entro il 2030.
Non c’è da stupirsi: New York è stata tra le città fondatrici di una rete di città metropolitane che si sono date l’obiettivo di ridurre dell’80% le loro emissioni di gas entro il 2050, un obiettivo che lo stesso de Blasio si era impegnato a mantenere già in occasione della conferenza ONU sui cambiamenti climatici lo scorso settembre. “È sempre più chiaro che noi, i leader locali del mondo, abbiamo molti strumenti, più di quanti di fatto abbiamo realizzato, e dobbiamo usarli con coraggio, anche se i nostri governi nazionali esitano” ha detto ancora de Blasio in un discorso che è stato uno dei più duri a favore della lotta al cambio climatico. De Blasio ha evocato la resistenza agli interessi dei poteri forti per combattere più aggressivamente i cambi climatici, ponendosi sulla stessa linea dell'enciclica del Papa.
Al summit de Blasio ha rischiato di “dare buca”, come si dice a Roma: a causa di un improvviso quanto inconsistente banco di nebbia, il primo cittadino è dovuto atterrare a Milano ed è arrivato a Roma quasi un’ora e mezza dopo l'orario previsto per il suo intervento. Prima vittima del cambiamento climatico? Di sicuro è vittima di molti suoi concittadini, che lo accusano di fare troppi viaggi all’estero, nonché di arrivare spesso in ritardo. La visita al Vaticano è il quarto viaggio del sindaco in Europa in un anno e, prima della partenza, lo staff del primo cittadino ha tenuto a specificare che la permanenza di de Blasio a Roma sarebbe durata lo stretto necessario per partecipare all'incontro convocato dal Papa.
Al summit non poteva mancare il sindaco di Roma, Ignazio Marino: “Troppo spesso – ha detto – il dramma e le conseguenze del mancato rispetto dell'ambiente e dei diritti fondamentali ci appaiono come problemi gravi ma lontani dalla nostra realtà quotidiana. Non è così: la schiavitù esiste ancora, nonostante sia bandita e punita nella maggior parte dei paesi, assume molte forme e riguarda persone di diversa età, sesso, etnia”. Il sindaco ha parlato di povertà, matrimoni forzati, bambini soldato, sfruttamento sessuale, prostituzione minorile, ricordando che questi esempi, "che certo non esauriscono i tipi di schiavitù moderna, esistono ancora oggi, non soltanto negli slums, nelle baraccopoli e nelle discariche di luoghi che immaginiamo lontani. Esistono in mezzo a noi, in città come Roma".
L'incontro si è concluso con una dichiarazione finale che afferma la “verità scientifica” dei cambiamenti climatici e “l'imperativo morale per l'umanità” di porvi rimedio.