E’ una cosa sporca, si dice della politica; e così è. Ora, e prima di ora: una quantità di persone che fanno politica, che incarnano la politica, non solo vivono di politica, ma con la politica ingrassano, lucrano, si arricchiscono, fanno il loro tornaconto e quello di chi li sostiene, li ha messi lì. Come si dice, in America, quando si vuole ricordare un intreccio poco limpido tra politica e affari? “Tammany Hall”; e infatti, tanto per dire che è storia vecchia quanto l’uomo, nel 1871 il suo leader William M. Tweed, soprannominato “boss”, presidente del Partito Democratico per la contea di New York, viene arrestato per corruzione: mica spiccioli: almeno 75 milioni di dollari sottratti dalle casse municipali.
Ce ne sono, in Italia, una quantità di “Tammany Hall”; e da sempre, sindaci, assessori, consiglieri regionali, politici e persone collegate a loro finiscono in carcere per ogni sorta di corruzione e sottrazione di pubblico denaro, tangenti e concussioni. Ogni giorno di ogni mese, di ogni anno. Al Nord come al Sud, nelle grandi città come nei piccoli centri. In questo l’unità d’Italia c’è. Che succeda anche in altri paesi, in America o in Spagna, il Germania o in quelli che una volta erano i paesi dell’Est europeo, non consola affatto: il mal comune è nessun gaudio.
Però, poi, non è vero che siamo tutti uguali. Qualcuno che si salva, per fortuna, c’è sempre. Giorni fa per esempio, sono stati resi noti i risultati a cui è giunta una commissione parlamentare d’inchiesta, quella sul fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali. E’ un volume di duecento pagine pieno di dati, fatti, “notizie”; e parla della vita non facile di sindaci, assessori, consiglieri comunali di quelle realtà non facili che sono spesso i paesi del mezzogiorno d’Italia (ma da qualche anno anche del settentrione e delle regioni centrali). La “palma” della mafia da tempo ha proiettato la sua ombra verso Nord…
Qualcuno certo ricorda la vicenda, tragica, del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, assassinato il 5 settembre del 2010. Prima di lui, sapete quanti sono gli amministratori locali che sono stati uccisi? Ben 131; magari qualcuno perché non aveva corrisposto a determinate aspettative di chi lo aveva eletto; ma certamente la maggioranza perché ha detto NO a chi si aspettava un SI. E sapete quanti sono stati gli atti intimidatori contro amministratori locali tra il gennaio 2013 e l’aprile 2014? Ben 1.265; e si parla, evidentemente, di quelli denunciati; ce ne saranno, si presume, che si è preferito non denunciare. Ad ogni modo, quelli censiti fanno tre intimidazioni al giorno, spalmati in tutta Italia, Campania, Calabria, Sicilia, certamente; ma anche Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna…
La commissione parla di “cifra oscura del fenomeno, quella delle dimissioni improvvise e non motivate di tanti amministratori locali, che con maggiore facilità sfugge a un accertamento cristallizzato”. Qualche caso? Il sindaco di Sant’Agata di Esaro (Cosenza); l’assessore alle Finanze del Comune di Aprilia (Latina); il vicesindaco di Rodi Garganico (Foggia); il sindaco di Cerva (Catanzaro); gli amministratori di Cicciano (Napoli); di San Lorenzo del Vallo (Cosenza). La commissione ha acquisito gli atti giudiziari dell’inchiesta “Deus” della procura di Reggio Calabria contro la cosca Rea di Rizziconi: sono fatti che risalgono al 2011: la testimonianza dell’ex sindaco Antonio Bartuccio, consente di ricostruire le pesanti minacce e le intimidazioni della cosca che provocano le dimissioni dei consiglieri comunali e lo scioglimento dello stesso consiglio.
La politica continua a essere “cosa” sporca, un avvilente “magna magna”; ma mentre lo diciamo ricordiamoci anche di quei 131 morti come il sindaco Vassallo; e di quelle tre intimidazioni mafiose al giorno che ogni mese, ogni anno vengono subite da persone che cercano di fare il loro dovere.