Mentre in Sicilia riprendono gli sbarchi dei migranti non mancano gli interrogativi su quello che, alla fine, è un grande business che sembra inarrestabile: la gestione di chi arriva con dal mare alla ricerca di un futuro. L’attenzione dei media è rivolta a chi controlla i barconi carichi di disperati. E, da qualche tempo a questa parte, un certo interesse è riservato anche a chi gestisce, in Italia, i centri di accoglienza. L’attenzione è rivolta pure ai minori non accompagnati che arrivano sempre con i barconi. Minori che dovrebbero trovare accoglienza in appositi centri pagati dallo Stato. O almeno così dovrebbe essere dal gennaio di quest’anno in poi. In realtà, sulla gestione dei minori non accompagnati c’è ancora tanta confusione. L’ideale per chi specula anche su questa triste realtà. Proviamo a capire che cosa sta succedendo.
Intanto dobbiamo partire da un dato ufficiale del Ministero delle Politiche sociali. In Italia, negli ultimi tre anni, sono spariti nel nulla circa mille e 400 minori arrivati con i barconi. E’ un dato agghiacciante, che va ben al di là delle speculazioni di chi è chiamato a gestire i centri che accongono i migranti. E’ evidente che attorno a questa scomparsa di minori non accompagnati ci sono troppi elementi che non quadrano. E che lasciano supporre di tutto, dalla prostituzione minorile al commercio di organi. Si tratta – lo ribadiamo – di supposizioni, che sono, però, legittime, davanti alla scomparsa di essere umani.
La verità è che tutto quello che è stato costruito attorno ai centri di accoglienza – e in special modo ai centri di accoglienza per minori non accompagnati – non è contrassegnato da chiarezza. Anzi. La sensazione è che al centro di questa vicenda non ci siamo le persone – cioè i disperati che arrivano in Italia – ma gli interessi economici di chi li gestisce. Partiamo da un dato: dall’1 gennaio di quest’anno, dopo anni di grande confusione, è stato stabilito che a pagare la retta di questi minori accompagnati sarà lo Stato. La notizia è importante, perché nella sola Sicilia, oggi, si contano 360 centri di accoglienza di minori. Qui entriamo subito in una realtà dove la confusione ha consentito grandi speculazioni.
Dei minori non accompagnati si occupano i Comuni. Il riferimento è ai minori nati in Sicilia. Sennonché, da qualche anno a questa parte, questi centri ospitano anche minori provenienti dai barconi. Anzi, per essere precisi, la presenza di questi centri per minori non accompagnati è cresciuta a dismisura e oggi, come già ricordato, se ne contano circa 360 (ma sembra siano ancora in aumento, perché ad ogni sbarco bisogna trovare i luoghi dove ricoverare i minori). Ogni centro ospita, in media, da 12 a 13 minori. Va da sé che la stragrande maggioranza di questi 360 centri presenti in Sicilia ospita minori arrivati con i barconi. Fino al 31 dicembre 2014 la retta da corrispondere ai titolari di questi centri era di 74 euro al giorno per ogni minore arrivato in Sicilia. Oggi la retta è stata portata a 45 euro al giorno per ogni minore ospitato.
Per due anni, in Sicilia, la confusione, in questo delicato settore, è stata totale. Chi ha aperto questi centri per i ricoveri dei minori non ha fatto chiarezza tra minori nati in Sicilia e minori arrivati con i barconi. Non è una differenza razzista. E’ una questione di chiarezza. Perché i Comuni debbono pagare le rette dei minori nati in Sicilia, mentre lo Stato (e anche l’Unione europea) dovrebbero intervenire in favore dei minori arrivati con i barconi. Solo che il governo nazionale ha impiegato due anni prima di chiarire un punto che, in realtà, era chiaro sin dall’inizio. Il risultato è che sono in corso contenziosi tra questi centri di accoglienza e i Comuni siciliani. E non sarà facile, per questi ultimi, far valere le proprie ragioni per il 2014 e, soprattutto, per il 2013. Perché, in questa storia, c’è anche una circolare del Ministero dell’Interno del 2014 che intimava ai Comuni siciliani di pagare. Una circolare sbagliata che è stata ritirata, non prima, però, di aver creato equivoci e contenziosi per decine di milioni di euro.
Questa storia è tormentata e noi la stiamo sintetizzando in un articolo. E' una storia brutta. Perché chi cerca di fare chiarezza vien subito zittito da soliti furbi: che facciamo, lasciamo senza assistenza i bambini? Insomma, chi parla e chioede spiegazioni – soprattutto sul fiume di soldi pubblici che gira attorno a questa storia – corre il rischio di essere etichettato come razzista.
Chi scrive ha corso questo riscio. Già nel 2013 abbiamo rivolto la nostra attenzione su questo delicato tema. E abbiamo osservato tanta confusione e tanti furbi. Sul fatto che i immigrati costituiscano un problema internazionale non ci dovrebbero essere dubbi. Ma lo Stato italiano, per almeno due anni, ha scaricato sulla Sicilia questo problema. Solo da quest’anno – cioè da quando è stato chiarito che a pagare sarà lo Stato centrale – la retta giornaliera per ogni minore è stata portata a 45 euro. Negli anni passati, quando non sdi capiva chi doveva pagare, è stata mantenuta a 74 euro al giorno per ogni minore. Ma attenzione: prima di arrivare a questa determinazione sono passati due anni. Ci sono voluti incontri a Roma e a Palermo. E solo dopo incontri e polemiche lo Stato centrale si è assunta una responsabilità che avrebbe dovuto assumersi prima.
Tutto questo è avvenuto mentre il governo Renzi stanziava i ‘famigerati’ 80 euro al mese per i lavoratori con meno di mille e 500 euro di reddito, dicendo che con 80 euro una famiglia di media dimensioni avrebbe potuto fare la spesa per 15 giorni! Fate voi, cari lettori: una famiglia avrebbe dovuto campare 15 giorni con 80 euro, mentre la gestione di un minore non accompagnato costava 74 euro al giorno! E’ lecito pensare che questi 74 euro, piuttosto che servire al minore, servivano a chi gestiva il minore? Ad avallare il nostro retropensiero è lo stesso governo nazionale che, da quando si è caricato tale costo, come già accennato, paga una retta di 45 euro al giorno e non più di 74 euro al giorno! La dimostrazione che la retta di 74 euro al giorno era sovrastimata.
Lo scorso anno, mentre infuriava la confusione – visto che il governo nazionale non si decideva a prendersi in carico la gestione dei minori non accompagnati arrivati in Sicilia con i barconi – il Parlamento siciliano stanziava circa 20 milioni di euro per questi centri di accoglienza per i minori. Stanziamento che veniva giustificato da due motivi. Primo: dal fatto che lo Stato non aveva ancora deciso sulle competenze (scusa assurda, perché i costi di un problema di politica internazionale non possono essere scaricati sui Comuni e su una Regione!). Secondo: lo stanziamento veniva giustificato dall’emergenza, perché Roma non pagava e i bambini arrivati con i barconi non potevano morire di fame.
La cosa strana è che l’articolo di legge è stato riproposto e approvato dal Parlamento siciliano con la manovra finanziaria varata qualche giorno fa. Per quest’anno lo stanziamento è stato portato a 24 milioni di euro. Domanda: ma se è stato stabilito che a pagare per questi minori deve essere lo Stato, perché la Regione siciliana ha stanziato questi 24 milioni di euro? Anche quest’anno la scusa è stata trovata: perché persiste la confusione ed è probabile che nei centri ci siano sia minori nati in Sicilia, sia minori arrivati con i barconi. Così, nel dubbio…
Anche in questo caso, vale sempre il solito interrogativo: ma ‘sti soldi servono per i minori e o per chi li gestisce? Già, i gestori di questi centri. Per lo più cooperative legate al centrosinistra e a istituzioni più o meno cattoliche. Chi è che decide l’apertura di questi centri? C’è un elenco? Ci sono controlli? O ci sono solo affidamenti diretti? Ancora: come vengono reperite le figure che prestano servizio presso questi centri: assistenti sociali, psicologi e altre professionalità ancora? Ci sono selezioni pubbliche? Non sembrerebbe proprio. Da quanto ci risulta, ci sono soltanto scelte discrezionali. E in una Regione dove la disoccupazione giovanile supera il 60 per cento, beh, è comodo, molto comodo, poter assumere persone per chiamata diretta, con metodi discrezionali. Non sarebbe più corretto, visto che si tratta di denaro pubblico, ricorrere all’evidenza pubblica?
Di più: come già ricordato, in tre anni sono spariti circa mille e 400 minori. E' normale che i minori si 'volatilizzino'? E come sono scomparsi? Sono scomparsi dai centri di accoglienza? E come possono sparire mille e 400 essere umani – per giunta minori – senza che nessuno se ne prenda cura? Che fine fanno? Che cosa c’è dietro questo via-vai di minori e di milioni di euro?
I numeri, in questa storia, sono importanti. Solo per l’assistenza di questi minori, in Sicilia, sono stati calcolati costi pari a 80 milioni di euro all’anno. Il costo si dovrebbe abbassare, se è vero che, a partire da quest’anno, come già sottolineato, la retta giornaliera per ogni minore è passata da 74 euro a 45 euro. Ma già la Regione siciliana ha ‘integrato’ quasi per intero la somma che verrà a mancare, stanziando i già citati 24 milioni di euro…
Chi c’è dietro questa storia? I mafiosi infilano il ‘becco’ dappertutto. Siamo sicuri che i mafiosi non abbiano nulla a che spartire con tutta questa storia e, soprattutto, con la sparizione dei minori?
Foto tratta da piuculture.it