Chiede che non si facciano pettegolezzi, Emma Bonino. Ha voluto rendere pubblico che ora è impegnata in una lotta che certamente è la più difficile tra le tante che ha affrontato. Ci chiede rispetto e comprensione; quel rispetto e quella comprensione che è un diritto di tutti, e che quando si è personaggi pubblici vengono sacrificati in nome di un malinteso “diritto a sapere”, e sono solo un osceno frugare per vendere una copia in più. Emma ha scelto di comunicare pubblicamente, attraverso i microfoni di “Radio Radicale” che è malata di un tumore; che lo combatterà con determinazione e consapevolezza; chiede a tutti noi di essere discreti, di esserle così amici, di dimostrarle in questo modo, senza enfasi e retorica, ma con la sua stessa compostezza di sempre, che le vogliamo bene e le siamo vicini. Ha chiuso il suo collegamento radiofonico assicurando che non verrà meno il suo impegno politico, e ringraziato una pattuglia di fidati amici; e infine un appello: chi le vuole bene, chi la vuole incoraggiare ed esserle vicino in questa lotta e in questa sfida, chi le vuole dimostrare solidarietà e vicinanza, lo può fare sostenendo nel concreto, e iscrivendosi, al Partito Radicale.
In questo appello, in questa richiesta, c’è tutta Emma Bonino. Chiedetele che cosa rappresentano per lei Pannella e i radicali: “Rappresentiamo lo spirito di responsabilità tremenda e laica dell'individuo”; e in questa risposta se non proprio tutto, c'è moltissimo di Emma.

La giovane attivista radicale Emma Bonino con il Presidente Sandro Pertini
Piemontese di Bra, origini contadine orgogliosamente rivendicate, un misto di tenacia e volontà d'acciaio, e ce ne vuole se da quarant'anni resiste ai ritmi e alle ambizioni politiche e ideali che Pannella propone da sempre. Sandro Pertini, che per lei stravede, la battezza "il monello di Montecitorio". Quando Pannella, entra in conflitto col vecchio presidente, e Pertini si abbandona in furibonde sfuriate, è lei, il “monello”, che si incarica di rattoppare e riallacciare i rapporti.
Il “monello” comincia a occuparsi di politica a 24 anni; assieme ad Adele Faccio fonda il CISA (Centro Informazioni Sterilizzazione e Aborto), che aiuta le donne in difficoltà in un paese dove l'aborto è ancora punito penalmente. Con Adele Faccio e l'allora segretario radicale Gianfranco Spadaccia viene arrestata per ordine della magistratura fiorentina. Da quegli arresti nasce una grandissima mobilitazione, e il Parlamento alla fine è costretto ad approvare una legge, la legge Fortuna, che depenalizza l'aborto. E' la prima di decine di altre battaglie per i diritti civili e umani: dal voto ai diciottenni al nuovo diritto di famiglia, dalla giustizia e l'amnistia alla depenalizzazione delle droghe leggere, alla lotta contro lo sterminio per fame nel mondo. Gli anni ’70 del secolo che ci siamo lasciati alle spalle, non sono stati solo la stagione pesante degli “anni di piombo”, dei morti, dei feriti, degli agguati terroristici di destra e sinistra. Sono stati anche gli anni di grandi conquiste di diritti e facoltà civili, oggi considerati un qualcosa di “normale”, naturali quasi. Allora no, e per conquistarli sono stati necessari anni di denunce e di processi, di carcere anche, e di lotta; e tra i protagonisti/antagonisti di quelle lotte di liberazione anche lei, Emma.
Poi gli anni al Parlamento italiano ed europeo, commissario europeo, ministro per il commercio con l’estero, vice-presidente del Senato, ministro degli Esteri… una lunga esperienza nelle istituzioni italiane ed europee, ma anche, alle spalle, mille manifestazioni in favore dei diritti degli ultimi: in Afghanistan, a Cuba, a Varsavia, New York, Roma… Ci sono due immagini emblematiche: una la ritrae seduta sulle ginocchia di un ormai paralizzato dalla sclerosi laterale amiotrofica Luca Coscioni, con il quale si batte per la libertà di ricerca scientifica; l'altra a Kabul, assieme a una decina di donne oppresse dal burqa. Simultaneamente, in un gesto di gioiosa liberazione quelle donne se lo tolgono, e "liberano" il volto.
E' anche grazie all'impegno di Emma (con Pannella e l’associazione “Nessuno tocchi Caino”, uno dei soggetti costituenti del Partito Radicale), se all'Onu si vota una risoluzione che impegna contro la pena di morte; ed è anche grazie a lei (e a un altro soggetto radicale, “Non c’è pace senza giustizia”), se viene istituita la Corte Penale Internazionale permanente contro i crimini contro l'umanità; e una delle sue battaglie prioritarie è contro le mutilazioni genitali femminili.
Chiedetele cosa sogna: “Stati Uniti d'Europa, sul modello degli Stati Uniti d'America”. Chiedetele per che cosa si batte: “Per il diritto alla vita, e per la vita del diritto”. Chiedetele a chi si ispira: “Ad Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Leonardo Sciascia, Marco Pannella; e a sua madre, a cui devo tanto, tutto”.
Questa è Emma Bonino, una delle italiane più amate e apprezzate, in Italia e all’estero. In televisione ci va poco, non perché vezzosamente la rifiuti, “semplicemente” perché non la chiamano; eppure tutti la conoscono. Secondo tutti i sondaggi di ieri e di oggi, di lei gli italiani si fidano; quando si tratta di dimostrare in concreto questa fiducia, le voltano però le spalle, e non la votano. Ed è un bel (si fa per dire) paradosso, una contraddizione; il segno del masochismo in cui è precipitato questo paese: che ha persone del calibro di Emma e dei suoi compagni, regolarmente mortificati, mentre sistematicamente sono “premiati” altri che tutelano e rappresentano tutto quello che a parole si aborre.
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