Fine anno, tempo di bilanci. Un po’ per gioco, un po’ per curiosità, vediamo come sono andate a finire alcune cose che ci siamo detti in questa rubrica. Abbiano iniziato con la storia di un ministro che caso più unico che raro nella storia della Repubblica Italiana è stata fucilata prima dai suoi colleghi e poi dalla stampa solerte di destra, sinistra e centro. Josefa Idem venne «licenziata» dal presidente del consiglio Letta perchè aveva osato non pagare una rata dell’Imu. Campionessa olimpica, faccia pulita tra ceffi impresentabili, diventò il simbolo di tutti i mali italiani. Altro che mafiosi, corruttori, stragisti, tangentisti, piduisti, Josefa era la peggiore di tutti. E venne cacciata. Lei nel frattempo ha pagato una multa di duemila euro, ma è rimasta lì dove l’avevamo lasciata. Fuori dal governo e dalla politica. E ben gli sta. La prossima volta impara: bisogna rubare in grande. Magari fondare un partito. E allora per cacciarti ci mettono almeno vent’anni e non è nemmeno detto che ci riescano.
Poi abbiamo parlato di Palermo capitale europea della cultura. Questo almeno era nei piani del sindaco Orlando, un vecchio incantatore di serpenti che adesso però non incanta più nessuno. Auspicavo che una simile progetto dovesse essere accolto da una valanga di pernacchie e in fin dei conti così è stato. La canditatura non è mai stata presa sul serio ed è stata subito stroncata al primo esame. Così Palermo resta quello che è: capitale sì, ma della munnizza, della disoccupazione e del degrado. Miglioramenti in questi sei mesi non se ne sono visti, anzi. Ieri la mia macchina è stata quasi seppellita da una valanga di sacchetti, il servizio di raccolta non funziona da prima di Natale e non si sa quando riprenderà. Auguri.
Per una Josefa che parte, una Cancellieri che resta. Un’altra perla della nostra democrazia. E della nostra informazione. Nessuno in questi anni ha mai pubblicato una sola riga sulla amicizie impresentabili del prefetto-ministro dell’Interno—ministro della giustizia. Eppure, dopo lo scandalo, si è saputo che la ministra frequentava i Ligresti da anni e lo sapevano tutti, era un segreto di Pulcinella. Lei dice perchè il fratello di Salvatore, il capostipe, indagato e arrestato fin dai tempi di Craxi, era il suo farmacista. Ma che sfortuna. E che sfortuna abbiamo noi ad avere un ministro simile, avvinghiata alla poltrona come un polipo. Purtroppo tutto previsto.
E vi ricordate della sponsorizzazione di Finmeccanica al meeting di Comunione e Liberazione? Che ci faceva un’azienda che costruisce e commercializza sistemi di puntamento militari e armi da guerra, al convegno di ferventi cattolici? Nessuno lo ha ancora chiarito, non un pezzo, non un’inchiesta. Nessuno si è mai domandato perchè a capo di una simile azienda sia stato chiamato il prefetto ed ex capo della polizia e dei servizi, Gianni De Gennaro. Che però nel suo illustre curriculum non può sfoggiare alcuna esperienza manageriale, nemmeno nella gestione di un minimarket e non sa nemmeno l'inglese.
Così funziona nel paese dove la disoccupazione giovanile sfiora il cinquanta per cento e la legalità è diventata un business. Vuoi fare la grana? Fonda un’associazione e inventa premi fantomatici antiracket, convoca seminari e tavole rotonde e vedi che il miracolo accadrà. Buon anno a tutti.