Dire di Lei che era un’astrofisica e divulgatrice scientifica è un modo riduttivo di descrivere Margherita Hack. Era una mente libera che aveva compreso la limitatezza della mente umana di fronte alla grandezza della natura. Il suo motto “Il perché non lo so” indicava una grande consapevolezza dei limiti della conoscenza, non solo sua ma di tutti. Nonostante la tecnologia e le grandi scoperte, ancora tanto c’è da capire e il suo motto ne è la diretta conseguenza. Chi nasce scienziato, muore scienziato, anche con le sue contraddizioni. La scienza non è la verità assoluta, ma è il tentativo dell’uomo di capire com’è fatto il creato e in fondo di capire meglio se stesso.
Negli ultimi anni la scienza è divenuta spettacolo. Talvolta l’esperimento diventa fine a se stesso e prima di essere verificato diventa uno scoop giornalistico. Ricordate la velocità superluminale dei neutrini? Prima di essere verificata, fu pubblicata la notizia alla stampa. Pure un ministro plause alla scoperta pensando che ci fosse un tunnel tra Ginevra e il Gran Sasso attraverso il quale transitavano i neutrini. Poi la notizia fu smentita da un altro esperimento di controllo e poi alla fine si capì che i sensori usati avevano una precisione inadeguata alla misura. La Scienza è fatta dagli uomini e come tale può sbagliare, ma da lì a far divenire il fatto un evento ce ne passa. In quel momento in cui ti viene la tentazione di far conoscere a tutti la tua scoperta dovresti far tuo il motto della Hack: “Il perché non lo so”.
Margherita Hack era nata a Firenze il 12 giugno 1922 ed era una delle menti più brillanti della comunità scientifica italiana: prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia. A Trieste era arrivata nel 1964 e aveva promosso l’Osservatorio Astronomico facendolo diventare, da piccolo Istituto “di provincia”, un Istituto astronomico di portata Internazionale con grandi progetti scientifici. Dal 1982 Margherita Hack aveva iniziato una stretta collaborazione con la sezione astrofisica della ‘Scuola internazionale superiore di studi avanzati’ (Sissa) alternando la stesura di testi scientifici universitari, alla scrittura di testi a carattere divulgativo. Il suo trattato “Stellar Spectroscopy”, scritto a Berkeley nel 1959 assieme a Otto Struve (1897-1963) è considerato ancora oggi un testo fondamentale.
La gente la ricorda come un’abile divulgatrice e una donna impegnata nel sociale, sia nella politica sia nei grandi temi etici. Fu eletta innumerevoli volte a varie cariche e ogni volta si dimise per continuare i suoi studi. Prese posizioni sul caso Englaro: “E' vergognoso che gente che si dichiara cristiana si accanisca in modo fondamentalista contro una persona che è morta da 17 anni, che non ha nessun modo di difendersi e che quando era in vita aveva sempre dichiarato di non voler essere sottoposta all'accanimento terapeutico. Peggio ancora, però, è che siano i politici a intromettersi: chi vuol agire contro la sentenza della Corte di Cassazione, ma anche la passività della sinistra e del Partito democratico, che ha avuto una reazione estremamente debole contro l'ingerenza della Chiesa".
Si dichiarava atea: “Il compito della scienza è cercare di capire quali siano le leggi che regolano l'universo, la nostra vita, i nostri pianeti, senza ricorrere a Dio. Ricorrendo a Dio non c'è più bisogno di scienza. È come se Dio ci desse da fare le parole crociate, tanto poi se non si fanno, spiega tutto lui. Il compito della scienza è proprio quello di fare a meno di Dio. Cercare di capire con la propria ragione”. L’esistenza di Dio non è scientificamente spiegabile, è un atto di Fede. (Immanuel Kant. Critica della Ragion Pratica.)
Ho incontrato Margherita Hack varie volte e ogni volta mi ha colpito la sua lezione di rettitudine morale, la sua inflessibile onestà intellettuale e la sua passione. In occasione del suo 90° compleanno era stata insignita della Gran Croce del Merito della Repubblica Italiana dal Presidente Giorgio Napolitano.
Margherita Hack è un grande esempio per le future generazioni e i giovani cui ha dedicato tante energie. Tanti l’hanno salutata come Signora delle Stelle, preferisco ricordarla come una donna dal Pensiero Libero.