Il Partito Democratico si appresta ad affrontare una delle settimane più calde dell’anno. Dopo l’interrogazione della settimana scorsa all’ex direttore dell’FBI Robert Mueller, una serie di deputati Democratici di spicco ha ufficializzato il proprio benestare verso l’apertura a un indagine per impeachment contro il Presidente Donald Trump. Sarebbero ben 107 i deputati Democratici nella Camera dei Rappresentanti a sostenere eventuali articoli di impeachment contro il President, un numero difficile da ignorare per la Speaker Nancy Pelosi, notoriamente contraria a un impeachment. Fatto sta che con soltanto 11 deputati in più, il movimento pro-impeachment diventerebbe maggioranza nel Democratic Caucus, ponendo una pressione intollerabile sulle spalle di Pelosi.
Tutto questo accade nella settimana dei tanto attesi dibattiti Democratici che rivedranno sullo stesso palco l’ex Vice Presidente Statunitense Joe Biden e la Senatrice Californiana Kamala Harris. L’ultima volta, per chi se lo fosse dimenticato, Biden è uscito sconfitto dai dibattiti da un’incalzante e sorprendente Kamala Harris, che ha portato il dibattito verso temi di giustizia razziale e diritti civili, attaccando Biden per aver favorito la segregazione di studenti di colore negli anni 70 attraverso il cosiddetto Busing. La Harris dovrà ora dimostrare di riuscire a tener testa a Biden anche sui temi economici e sanitari, convincendo il popolo Americano che il suo piano radicale – la Harris offre un Medicare for All e una sottospecie del Green New Deal che rivoluzionerebbe l’economica capitalistica Americana – può realmente portare risultati.

Nell’altra serata dei dibattiti si scontreranno gli altri due testa di serie: la Senatrice del Massauchussets Elizabeth Warren e l’ormai celebre Senatore del Vermont Bernie Sanders. Entrambi dovranno puntare a diventare il volto del movimento radicale dell’elettorato Democratico, sperando che la sconfitta dell’altro possa portare più voti al proprio mulino, che finalmente catapulterebbe un candidato progressista a sfidare la base Democratica rappresentata da Biden.
È inevitabile che la domanda sull’impeachment di Donald Trump sarà un argomento di discussione in entrambi le serate. In base a come risponderanno i candidati si potrebbero creare situazioni interessanti con flussi elettorali finora inimmaginabili. È utile ricordare che in un sondaggio condotto da Politico/Morning Consult, subito dopo l’interrogazione di Mueller, il 37% dell’elettorale Americano si è dichiarato favorevole a una procedura d’impeachment, mentre il 46% rimane convinto che non è la soluzione adatta. Prima dell’interrogazione lo stesso sondaggio mostrava il 38% dell’elettorato favorevole all’impeachment e il 50% contrario. L’interrogazione non ha certamente prodotto l’impulso pro impeachment sperato da tanti deputati Democratici. Ancora una volta pare che i rappresentanti siano più estremisti dei rappresentati; un bel problema per un partito che dovrebbe battere facilmente un candidato certamente non moderato come Trump.
Se però i candidati Democratici decidono di guardare solo al proprio orticello, vedranno tante ragioni per dichiararsi favorevoli all’impeachment; in primis, nell’elettorato Democratico il 64% è favorevole all’iniziazione di una procedura d’impeachment, mentre solo il 18% è contrario. Questo dato potrebbe spingere candidati radicali come la Warren, Harris, e Sanders a cavalcare l’onda pro impeachment, producendo dei vantaggi a breve termine, ma mettendoli in grave pericolo per quanto riguarda l’elezione Generale dove, se verrano nominati, dovranno convincere dei Democratici moderati e indecisi a votare per loro. Proprio per questo motivo ci aspettiamo un Joe Biden che proverà ad evitare, o in qualche modo a rimandare, la questione dell’impeachment, cosi da mantenere la sua base moderata che è proprio quella che lo sta difendendo dagli attacchi della Harris e lo tiene ancora ampiamente in testa nei sondaggi.
Insomma, tutti i candidati presenti ai dibattiti di stasera e domani dovranno stare cauti nel rispondere alla domanda sull’impeachment, dato che la loro risposta potrebbe decretare il successo o il tracollo della propria campagna elettorale.