Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Politica
August 27, 2016
in
Politica
August 27, 2016
0

Sempre più nubi su Hillary tra gli zig zag di Trump

Aumenta il peso delle zavorre sulle campagne dei principali candidati alla Casa Bianca

Massimo ManzobyMassimo Manzo
Hillary Clinton

Hillary Clinton nel gennaio 2016 durante la sua campagna elettorale per la nomination democratica

Time: 6 mins read

A stare appresso alle cronache di quest’estate la corsa di Hillary Clinton verso la Casa Bianca si era trasformata in una passeggiata di salute. Nell’ultimo mese Donald Trump non ne ha azzeccata una e in molti credevano che il suo suicidio politico fosse quasi scontato. Eppure, quando meno te lo aspetti, in queste anomale elezioni spunta sempre un imprevisto. E nella settimana appena trascorsa, su Hillary si è abbattuta una bufera in grado di minare pesantemente la sua campagna elettorale.

A turbare i sonni della candidata democratica sono state due imbarazzanti rivelazioni venute fuori lunedì e che riguardano, ancora una volta, la sua corrispondenza quando era Segretario di Stato e i rapporti con la Clinton Foundation, l’organizzazione a scopo benefico fondata dal marito. Una saga infinita, quella dell’emailgate, che se a luglio aveva portato alla mancata incriminazione di Hillary da parte dell’FBI (pur tra mille rimproveri  non smette di offuscare l’immagine della candidata democratica.

Ma di che si tratta questa volta?  L’osservatorio di stampo conservatore Judicial Watch ha pubblicato 725 pagine di corrispondenza nelle quali, attraverso i dialoghi tra la Clinton e i suoi più stretti collaboratori al Dipartimento di Stato, emerge lo stretto legame tra Hillary e alcuni dei grandi donatori della Fondazione, che finivano in molti casi per incontrare il Segretario di Stato al di fuori dei canali istituzionali. In altri termini star, magnati e rappresentanti di paesi stranieri che contribuivano con grosse somme di denaro alla Clinton Foundation potevano sperare in un “accesso privilegiato” sfruttando tale corsia preferenziale nei loro rapporti con il capo della diplomazia americana. Secondo un’indagine  pubblicata dall’Associated Press, tra tutti i privati (esclusi dunque i rappresentanti esteri) che incontrarono Hillary nel periodo in cui era a capo del Dipartimento di Stato, più della metà avevano donato alla Fondazione. Un numero che l’agenzia di stampa ha definito “di proporzioni straordinarie” e che “potrebbe indicare un possibile problema etico” di una futura presidenza Clinton.

Hillary Clinton Foundation
Bill e Hillary durante una iniziativa della Clinton Foundation (Foto Ap)

Da qui a dimostrare che i donors potessero influenzare la politica estera a stelle e strisce (come fanno in malafede i media conservatori) ce ne passa, e formalmente, fino a ora, non c’è nulla di penalmente rilevante.

Ma non è finita qui. Sempre lunedì, l’FBI ha annunciato l’esistenza di quasi 15.000 email trovate durante le indagini svolte quest’estate ma di cui il Dipartimento di Stato non era a conoscenza, e un giudice federale  ha ordinato che siano rese pubbliche (se attinenti alla sfera lavorativa e non personale) entro il 13 settembre, ad appena due settimane dal primo attesissimo duello televisivo con Trump.

Infine, la ciliegina sulla torta l’ha messa Julian Assange, fondatore-leader di Wikileaks, il quale in una recente intervista ha rivelato di essere in possesso di “migliaia di pagine di materiale” (mail tanto per cambiare), collegate alla campagna elettorale di Hillary, descritte come “rilevanti” e che ha intenzione di pubblicare entro l’8 novembre.

Secondo un copione già noto, dunque, la candidata democratica è costretta a chiarire, rettificare o addirittura smentire dichiarazioni espresse in passato, confondendo le acque e tirando in ballo a sproposito personaggi come l’ex Segretario di Stato Colin Powell  per giustificarsi. E il pasticcio combinato a suo tempo con l’anomala installazione di un server privato nella sua abitazione sembra essere stato un rischioso espediente per nascondere tale imbarazzante conflitto di interessi.

Dal canto suo, Donald Trump non è nelle condizioni di sfruttare a pieno le debolezze dell’avversaria, e pur attaccando la Clinton in maniera incessante su tutto (comprese le mail) sembra ancora in caduta libera.

Dopo aver eliminato Paul Manafort (il quale aveva tentato invano di condurre una campagna elettorale disciplinata) ultimamente il magnate ha infatti rivoluzionato il proprio staff, circondandosi da una pletora di personaggi legati alle frange più estreme dell’universo conservatore e virando decisamente verso destra.

trump manafort
Donald Trump con Paul Manafort (Foto da Cnn.com)

A sostituire Manafort come campaign manager è stata la sondaggista Kellyanne Conway, mentre Stephen K. Bannon, direttore del controverso sito di “notizie” Breitbart (noto per la diffusione di teorie complottiste prive di qualsiasi fondamento) ha assunto il ruolo di chief executive. Un nuovo consulente di The Donald è poi Roger Ailes, ex storico amministratore delegato di Fox News letteralmente “cacciato” perché travolto  da una serie di accuse di “sexual harassment” sul lavoro, mentre personaggi come il presentatore Sean Hannity  sembrano essersi stranamente avvicinati al magnate.

Per i più maliziosi, la massiccia presenza di personalità mediatiche sarebbe il sintomo di una sorta di “piano B” messo in atto dal tycoon, che di fronte a una ormai inevitabile batosta a novembre starebbe costruendo un team per fondare in futuro un suo network di informazione. A Trump basterebbe conquistare qualche milione di telespettatori sfruttando la pubblicità delle presidenziali per far cassa, trasformando un’umiliazione politica in un successo imprenditoriale.

Illazioni a parte, però, una cosa è certa: nell’ultimo mese le sparate di Trump sembrano rivolte a una nicchia “estrema” di sostenitori più che alla maggioranza dell’elettorato americano. E anche se negli ultimi giorni  The Donald ha mitigato le posizioni sull’immigrazione, suggerendo un piano “umano” nel trattamento degli immigrati irregolari e facendo capire di essere disponibile a un approccio più moderato a tale questione, i suoi tentativi per guadagnare il favore delle minoranze (presso le quali il suo gradimento ha percentuali ridicole) sono ancora goffi e poco credibili: manca insomma un piano efficace, che bisognerà elaborare in fretta per ottenere risultati concreti.

Insomma, se l’avversario della Clinton fosse un “candidato normale” e non un personaggio da reality show con seri problemi comportamentali, l’elezione di Hillary sarebbe seriamente compromessa, ma la natura di Trump rende tutto più facile per la ex first lady.

Così, con l’aiuto dei maggiori media mainstream schierati nettamente a suo favore, la Clinton può dirottare l’attenzione sulle intemperanze del tycoon, spostando su di lui il fuoco mediatico.

Una strategia che la candidata democratica ha attuato in modo efficace giovedì, quando in un suo discorso  tenuto a Reno, Nevada, Hillary ha tentato di isolare The Donald lanciando una durissima offensiva. “Dall’inizio, Donald Trump ha costruito una campagna sul pregiudizio e sulla paranoia […] sta permettendo a una frangia radicale di conquistare il partito repubblicano” ha affermato senza mezzi termini la Clinton, tracciando una linea netta tra i conservatori tradizionali e l’estremismo trumpiano, vicino agli ambienti della cosiddetta “alternative right”, una corrente amorfa la cui retorica è alimentata da pubblicazioni online di dubbia attendibilità, come il National Enquirer o appunto Breitbart. “Un uomo con una lunga storia di discriminazione razziale, che traffica con oscure teorie complottiste prese dalle pagine di scadenti tabloid e dai reconditi, oscuri meandri di internet non dovrebbe mai essere a capo del nostro governo o avere il comando delle nostre forze armate” ha aggiunto, ricordando come “Trump ha acquisito in passato notorietà politica guidando il cosiddetto movimento dei birthers. Ha promosso la bugia razzista che il Presidente Obama non fosse davvero un cittadino americano rendendola parte di un piano deliberato per delegittimare il primo presidente nero d’America”.

Nel suo attacco, il più duro dall’inizio della campagna elettorale, Hillary ha inoltre rievocato alcune delle sparate del suo avversario, da quella secondo cui il padre di Ted Cruz sarebbe stato coinvolto nell’omicidio di Kennedy (fatta durante le primarie repubblicane) a quella con cui il tycoon ha esplicitamente accusato Obama di essere il fondatore dell’ISIS, mettendo in evidenza come gruppi razzisti (primo fra tutti il Ku Klux Klan) appoggino senza mezzi termini il magnate.

Nel far ciò, come hanno notato alcuni, Hillary ricalca la tattica utilizzata da Lyndon Johnson contro Barry Goldwater nel 1964, quando il candidato democratico utilizzò le simpatie di Goldwater per la Birch Society (una controversa organizzazione conservatrice che propugnava teorie sul “complotto comunista mondiale”, accusando persino gente come Eisenhower di esserne parte) per dipingerlo come un pericoloso estremista.

In fin dei conti, ponendolo al di fuori di quello che in Italia chiameremmo “arco costituzionale”, l’obiettivo di Hillary è lampante: rendere le elezioni un referendum su Trump.

Share on FacebookShare on Twitter
Massimo Manzo

Massimo Manzo

Di madre americana e padre siculo, nasco tra le bellezze della Sicilia greca e gli echi del sogno americano. Innamorato della Storia, che respiro fin da bambino, trasferisco me e la mia passione a Roma. Qui, folgorato lungo la via, mi converto al giornalismo storico e di analisi geopolitica, “tradendo” così la laurea in legge nel frattempo conseguita. Appassionato di viaggi archeologici, oltre che della musica dei Beatles e dei campi da tennis, collaboro come giornalista freelance con più riviste di divulgazione, tra cui InStoria e Focus. Oggi mi divido tra la natia Sicilia e la città eterna, sempre coltivando l’amore per gli States.

DELLO STESSO AUTORE

Steve Bannon sbarca a Roma alla conquista della “Fortezza Europa”

Steve Bannon sbarca a Roma alla conquista della “Fortezza Europa”

byMassimo Manzo
Vertice NATO: con Trump, tutti i nodi vengono al pettine

Vertice NATO: con Trump, tutti i nodi vengono al pettine

byMassimo Manzo

A PROPOSITO DI...

Tags: Birch SocietyBreitbartDonald TrumpHillary ClintonJulian Assangescandalo email
Previous Post

Platì, la culla della ‘ndrangheta in cerca di speranza

Next Post

Trump il nuovo

DELLO STESSO AUTORE

Corte Suprema: Trump sceglie Brett Kavanaugh e i democratici affilano le armi

Corte Suprema: Trump sceglie Brett Kavanaugh e i democratici affilano le armi

byMassimo Manzo
Travel-Ban: altro che scandalo, la Corte Suprema ha fatto il suo lavoro

Travel-Ban: altro che scandalo, la Corte Suprema ha fatto il suo lavoro

byMassimo Manzo

Latest News

Johnson, non ci fidiamo di TikTok, aveva 9 mesi per vendere

Donald Trump Pressures House Speaker Mike Johnson on Tax Hikes for the Wealthy

byRalph Savona
Nazioni Unite: Guterres accoglie con entusiasmo l’elezione di Papa Leone XIV

Nazioni Unite: Guterres accoglie con entusiasmo l’elezione di Papa Leone XIV

byStefano Vaccara

New York

Agenti USA / Ansa

Spara a un corriere di Door Dash: arrestato funzionario di New York

byGrazia Abbate
Times Square, aggrediti agenti: sospetti legati alla gang Tren de Aragua

Times Square, aggrediti agenti: sospetti legati alla gang Tren de Aragua

byMaria Nelli

Italiany

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

byAndrea Zaghi
Da sinistra: Elvira Raviele (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), Fabrizio Di Michele (Console Generale d’Italia a New York), Maurizio Marinella, Luigi Liberti (Direttore Patrimonio Italiano TV), Mariangela Zappia (Ambasciatrice italiana a Washington), e Diego Puricelli Guerra (Preside Istituto Bernini De Sanctis di Napoli)

Marinella a New York: l’eleganza del Made in Italy all’Istituto Italiano di Cultura

byMonica Straniero
Next Post
mario fratti

Trump il nuovo

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro   |   Founded by Stefano Vaccara

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli
—
English Editor: Grace Russo Bullaro
—
Founded by Stefano Vaccara

  • New York
    • Eventi a New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Nuovo Mondo
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025 — La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025
La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017

Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • Video
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?