Un recente rapporto dell’UNESCO discute in 18 pagine l’importanza del lavoro dei corrispondenti stranieri e le difficoltà da loro affrontate. Il documento, che fa parte di una serie sulle tendenze mondiali sulla libertà d’espressione e lo sviluppo dei media, punta a incrementare le misure di sicurezze in atto nel mondo per proteggere i giornalisti.
Gli autori del rapporto UNESCO sono Meera Selva e William Horsley, entrambi giornalisti con un passato nella corrispondenza straniera, oggi profondamente coinvolti nel tema della libertà di stampa nel mondo.
Tra le statistiche più preoccupanti emerse dal rapporto è la quantità di giornalisti uccisi tra il 2015 e il 2019, 454 a livello globale. Di questi, secondo dati raccolti tra il 2010 e il 2019, il 7 per cento era un corrispondente straniero, all’estero per fornire alla popolazione pluralismo di fonti e informazioni esatte. La diminuzione dei giornalisti internazionali mette a rischio il diritto del pubblico di sapere, incoraggiando la diffusione di fake news e “conspiracy theories”.
L’obiettivo del rapporto è di dare inizio ad un dialogo internazionale sulla protezione dei giornalisti, basato sugli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, specificamente quello che garantisce libertà fondamentali e libero accesso alle informazioni. I passi avanti in questo senso verrebbero discussi nel decimo Piano d’Azione ONU per la Sicurezza dei Giornalisti, il prossimo anno. Questo documento annuale creato da 250 rappresentanti di governi locali, ONU e media, viene usato dall’Assemblea Generale, dall’UNESCO e dall’Human Rights Council per informare le decisioni prese in fatto di giornalismo e media.
Una grande parte del rapporto UNESCO si è concentrata sulle differenze tra i corrispondenti stranieri del passato e quelli odierni, che sono in gran numero donne o freelance, e meno spesso di origine straniera o espatriati.
“Purtroppo, oggi è fin troppo comune che molti giornalisti – inclusi i corrispondenti stranieri – siano obbligati a vivere con la paura di attacchi violenti, rapimenti o arresti arbitrari per via della loro professione,” scrivono gli autori. “Le giornaliste donne sono particolarmente vulnerabili a molestie e minacce crudeli di carattere misogino. Molti studi mostrano che l’autocensura da parte dei giornalisti sta diventando una barriera importante per la libertà d’espressione e di stampa”.
Anche il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha espresso la sua preoccupazione per il futuro dei giornalisti, durante un periodo nel 2020 di grandi agitazioni popolari e reazioni forti da parte dei governi in carica, anche contro i giornalisti.
“Se non proteggiamo i giornalisti, la nostra abilità di rimanere informati e fare decisioni che si basano sui fatti è in serio pericolo,” ha dichiarato Guterres. “Quando i giornalisti non possono fare il loro lavoro in sicurezza, perdiamo una difesa importante contro la pandemia di disinformazione che si sta diffondendo online.”