I segnali economico-finanziari ci dicono che si sta, gradualmente, uscendo dalla recessione e, contestualmente, si avvertono segnali di inflazione. Il tutto è il frutto dell’azione combinata delle banche centrali con politiche espansive e di bilancio che ci stanno facendo uscire dalla recessione targata Covid-19.
Il pericolo incombente della stagflazione, la concomitanza di due fenomeni contemporanei di recessione e d’inflazione, che avevamo segnalato in un articolo precedente, sembrano sempre più diradarsi e se non si commetteranno gravi errori l’inflazione sarà molto controllata.
Osserviamo che, se da un lato negli Stati Uniti l’inflazione a giugno è schizzata al 5,4%, il livello più alto dal 2008, dall’altro alcuni fatti dimostrano che gli investitori a Wall Street hanno dato un forte segnale in settimana con la quotazione di Stevanato Group, un produttore italiano di fiale di vetro per i vaccini contro il Covid-19 e per molti altri prodotti sanitari.

Il gruppo padovano ha raccolto ben 672 milioni di dollari nell’ambito della propria quotazione in Borsa oltreoceano. In un altro campo, quello automobilistico, c’è stato il forte balzo di vendite della Porsche, che ha realizzato il record di vendite nel primo semestre del 2021 con un balzo in avanti del 31%.
L’Unione europea ha annunciato di stimare il PIL italiano in crescita del 5% nel 2021, con un rapporto tra deficit e PIL pari al 10,7%. Nei prossimi anni il deficit di bilancio continuerà a scendere, prima al 5,1% e poi al 3,6% del Prodotto Interno Lordo. Ciò dimostra che l’economia italiana, al di là dei tanti e soliti detrattori, sta provando fortemente a ripartire e, se non si porranno strumentali ostacoli da parte del Movimento 5 Stelle, Mario Draghi potrà realizzare il piano del definitivo rilancio economico di cui il Paese ha un disperato bisogno.
Contestualmente, il debito in rapporto al PIL viene dato al 158,0% nel corso di quest’anno, al 154,8% nel 2022 e al 154% nel 2023, un calo netto di ben quattro punti percentuali. La disoccupazione salirà, inevitabilmente, quest’anno al 10,4% per scendere al 9,4% l’anno prossimo fino ad assestarsi al 9% nel 2023.

L’EFTA, European Free Trade Association, l’Associazione europea di libero scambio, ha comunicato che nel mese di giugno in Unione Europea e Regno Unito sono state immatricolate 1.282.503 auto, il 13,3% in più dello stesso mese del 2020 toccando, nel primo semestre dell’anno il totale è di 6.486.351 immatricolazioni, in crescita del 27,1%rispetto all’anno precedente.
Nella settimana che è iniziata lunedì 19 luglio, l’attenzione degli investitori europei e di New York sarà quasi interamente improntata sulla riunione di politica monetaria della Bce, in calendario per giovedì 22 luglio. A Francoforte Christine Lagarde dovrebbe apportare delle discrete modifiche, tenendo conto del nuovo obiettivo di inflazione, sul modello di quanto già deciso dalla Federal Reserve negli Stati Uniti e, inoltre, dovrebbe anticipare alcune nuove misure da introdurre per sostenere l’economia della zona euro alla fine del quantitative easing attuale.
Sul fronte societario, si intensificherà la stagione delle trimestrali negli Usa, con gli annunci da parte di alcune big del settore dei semiconduttori, come Texas Instruments e la Intel, che pubblicheranno i propri conti rispettivamente il 21 e 22 luglio. In calendario spiccano anche le trimestrali di Ibm (19 luglio), Netflix (il 20), Coca-Cola, Amex e Twitter (il prossimo 22). Senza dimenticare le vitali trimestrali dell’Europa, che il prossimo 20 luglio vedrà quella del grande gruppo bancario svizzero UBS, del colosso olandese ASML specializzato in sistemi fotolitografici fondamentali per l’industria dei semiconduttori e, per finire, il gruppo Daimler, Iberdrola e Sap con tutti i loro conti pronti il 21 di questo mese.
Un quadro momentaneamente buono, ma da monitorare costantemente, perché in economia non c’è mai niente di certo e di assoluto.