Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Primo Piano
January 22, 2020
in
Primo Piano
January 22, 2020
0

A Davos tutti gli occhi puntati sul duello Trump vs Thunberg: una diatriba inutile

Sia Donald Trump che Greta Thunberg si sono concentrati su temi mediaticamente “appetibili”, senza parlare di “scambi” di emissioni di CO2

C.Alessandro MauceribyC.Alessandro Mauceri
Time: 6 mins read

A Davos, in Svizzera, sono in corso gli incontri per il World Economic Forum 2020. C’è chi ha definito l’incontro “un festival del networking”: non è un caso se l’incontro è sponsorizzato da un numero enorme di banche e società internazionali. Per alcuni Davos è una scorciatoia per l’elite, quel gruppo di potenti che governa il mondo dal suo club di lusso senza avere idea di come stiano realmente le cose. Per altri è solo uno spreco di tempo (e denaro).

Sette i temi fondamentali del World Economic Forum 2020: economia più giusta, affari migliori, futuro sano, futuro del lavoro, tecnologia per il bene, geopolitica e come salvare il pianeta.

Invece, l’attenzione dei media è stata concentrata tutta sullo scontro (a distanza) tra Greta Thunberg, ambientalista in erba, e Donald Trump, tycoon sotto processo. 

Non è ben chiaro se la piccola Greta sia contenta dei risultati ottenuti fino ad ora (“C’è una maggiore consapevolezza e il cambiamento climatico è diventato un tema ‘caldo’”) o se abbia finalmente cominciato a capire che i risultati delle sue battaglie sono deludenti (“Non è stato fatto nulla, le emissioni di CO2 non sono state ridotte ed è questo il nostro obiettivo”).

Dal canto suo, il presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, è in piena campagna elettorale e per questo sta sfruttando ogni occasione per rimarcare i propri successi (anche per distrarre i media – e i potenziali elettori – da problemi come il processo di impeachment appena iniziato al Senato). Trump ha sottolineato l’accordo commerciale appena concluso con la Cina (in realtà tutt’altro che definitivo) e quello con Messico e con il Canada (Usmca). Ha parlato di una disoccupazione ai minimi storici nell’ultimo mezzo secolo e delle performance di Wall Street.

Lo spettacolo è iniziato. E Trump e la piccola Greta sembrano voler monopolizzare la scena. Il primo non fa altro che ripetere che la strada da percorrere per salvare l’economia del pianeta è quella intrapresa dagli Stati Uniti d’America sotto la sua guida. Lo ha detto più volte durante gli incontri bilaterali sul palcoscenico (come quello con la Presidente della Commissione Europea) che fine ha fatto il Green New Deal?).

Nel suo discorso “elettorale” Trump ha ripetuto schemi ormai arcinoti (“Metterò sempre l’America al primo posto”, “America First non significa solo l’America”  e molti altri). Ha parlato di un “Grande ritorno americano. Oggi sono orgoglioso di dichiarare che gli Stati Uniti sono nel bel mezzo di un boom economico che non si è mai visto prima”). Pur trovandosi in un forum “economico”, il tycoon della Casa Bianca ha preferito non dire che il prezzo di queste performance è un debito pubblico mostruoso che grava sulle spalle (e sulle tasche degli americani). Il mondo non è mai stato così indebitato come in questo momento storico: il valore del debito a livello globale supera i 250mila miliardi di dollari. E continua a crescere a un ritmo vertiginoso: è più che triplicato in solo una ventina d’anni, secondo uno studio di Citigroup elaborato a partire dai dati dell’Institute of International Finance. E tra i paesi più indebitati ci sono proprio gli Stati Uniti d’America, la Cina (che paga così a caro prezzo la crescita “miracolosa” degli ultimi anni), l’Eurozona e il Giappone. Per comprendere l’importanza di questo dato basti pensare che, da soli, questi quattro “debitori” sono responsabili di circa l’80% del debito pubblico di tutto il pianeta.

Che la situazione fosse grave lo si sapeva da tempo: alcuni mesi fa in una intervista al Wall Street Journal, Emre Tiftik, vice direttore dell’Institute of International Finance, parlò di una nuova era: “I livelli di debito allo stato attuale sono i primi segnali di allarme di surriscaldamento di specifici settori e paesi”. Ma di questo né Trump né gli altri economisti globali riuniti a Davos hanno parlato (ma allora cosa sono andati a fare?). Così come si sono guardati bene dal parlare di un altro tema scottante: se i paesi sono così mostruosamente indebitati, chi sono i creditori? Troppo semplicistico dire “le banche”. Viste anche le dimensioni del problema e le conseguenze sulla vita di miliardi di persone, il World Economic Forum avrebbe potuto essere il posto giusto per approfondire questo argomento. Invece, si è preferito parlare di ambiente. 

Anche in questo caso, però, le informazioni fornite sono state incomplete o almeno parziali. Se da un lato è vero che gli USA sono tra i maggiori responsabili delle emissioni di CO2, di sicuro, però, non sono i maggiori inquinatori del pianeta. La piccola Greta Thunberg così impegnata nei suoi attacchi all’America di Trump, ha dimenticato che è l’Asia il continente responsabile di oltre metà (52%) delle emissioni di CO2 di tutto il pianeta. E che la Cina è responsabile di quasi il doppio delle emissioni degli USA (9.8 miliardi di tonnellate contro 5.3). Non ha detto neanche che i paesi con le maggiori emissioni procapite non sono né la Cina né gli USA, ma Oman e Kuwait (dove le emissioni di CO2 per ogni abitante sono il triplo di quelle in Europa…). Di tutto questo, però, chi ha scritto i discorsi per la piccola Greta ha preferito non parlare.

Sia Trump che la Thumberg hanno preferito concentrarsi su temi mediaticamente “appetibili”. Nessuno dei due ha parlato di “scambi” di emissioni di CO2. Eppure anche questo argomento sarebbe stato un tema interessante da trattare al World Economic Forum: capire quali paesi sono “importatori netti” di emissioni e quali sono “esportatori netti”. Molti sarebbero rimasti sorpresi nel vedere che tra i paesi maggiori importatori netti di emissioni (ovvero paesi che importano più di CO2 incorporata in beni di loro esportazione) c’è la Svezia (con oltre il 65%), proprio il paese da cui proviene la piccola Greta. Gli Stati Uniti si limitano al 7,7%. Ciò significa che le emissioni calcolate sulla base del “consumo” sono superiori del 7,7% rispetto alle emissioni basate sulla produzione. Per contro, il paese maggiore responsabile di emissioni di CO2, la Cina, ha in questo caso, un valore negativo: -14%. Ciò significa che le sue esportazioni nette di CO2 equivalgono al 14% in meno delle sue emissioni interne ovvero che le emissioni basate sul consumo sono inferiori del 14% rispetto alle emissioni basate sulla produzione. 

Ma di tutto questo né la signorina Thunberg né il signor Trump hanno parlato. Così come non hanno detto una parola per dire che, sotto il profilo dei settori maggiormente responsabili delle emissioni di CO2, non ci sono né quello manifatturiero né quello dei trasporti, ciascuno intorno al 20% (ma allora perché tutte queste polemiche sui gas di scarico dei veicoli?), e nemmeno il settore residenziale (la produzione di CO2 sta diminuendo). Ad emettere circa la metà delle emissioni di CO2 mondiali è la produzione di energia elettrica e di calore (e, invece, tutti lì a correre verso le auto elettriche o ibride…).

Greta Thunberg (Illustration by Antonella Martino)

A Davos, durante i lavori del World Economic Forum, sarebbe stato bello sentir parlare di tutto questo. Ascoltare gli esperti mondiali dibattere sui cambiamenti economici e geopolitici in atto (ad esempio, nessuno ha detto che i paesi da cui provengono i migranti hanno bassissime emissioni di CO2 pur con tassi di crescita del PIL impressionanti). E magari approfondire questi temi dal punto di vista dell’ambiente e dell’impatto che ha la globalizzazione economica sull’habitat e sulla salute del pianeta.

Sarebbe stato interessante sentir parlare di argomenti come la produzione di risorse alimentari (la popolazione cresce, ma solo poco più del 10% della superficie terrestre è utilizzabile per produrre cibo – non è un caso se l’itticoltura è in crescita e ha superato la pesca). E in un mondo in cui il numero di persone che soffrono la fame è tornato a crescere dopo anni e anni di diminuzioni, questo è certamente un aspetto fondamentale.

Per non parlare di altri temi come quelli del sociale che pure hanno un impatto non indifferente sull’economia di singoli paesi e del mondo intero. Invece, a Davos, sembra non importasse a nessuno sapere che ancora oggi, ogni anno, oltre un milione e mezzo di persone muoiono a causa della diarrea (il triplo delle persone assassinate, dieci volte il numero dei morti in conflitti armati, il doppio dei suicidi). E oltre mezzo milione sono bambini: oltre 1500 al giorno! Ma questo non sembra importare a nessuno. Nè a Trump né a Greta né ai media.

Interessano solo le inutili frecciatine a distanza tra una ragazzina svedese che non si sa bene dove trovi le proprie informazioni e un politico sotto processo responsabile della morte di molti dei propri connazionali (per inquinamento o per una delle tante inutili guerre).

Poi, tra qualche giorno, come per la COP25 di qualche settimana fa, nessuno si ricorderà più di cosa si è parlato a Davos in occasione del World Economic Forum 2020. E chi davvero decide le sorti del pianeta, chi è responsabile delle emissioni di CO2 e chi realmente controlla l’economia mondiale potrà continuare a farlo in un assordante silenzio mediatico.

Share on FacebookShare on Twitter
C.Alessandro Mauceri

C.Alessandro Mauceri

Sono nato a Palermo, città al centro del Mediterraneo, e la cultura mediterranea è da sempre parte di me. Amo viaggiare, esplorare la natura e capire il punto di vista della gente e il loro modus vivendi (anche quando è diverso dal mio). Quello che vedo, mi piace raccontarlo con la macchina fotografica o con la penna. Per questo scrivo, da sempre: lo facevo da ragazzino (i miei primi “articoli” risalgono a quando ero ancora scolaro e dei giornalisti de L’Ora mi chiesero di raccontare qualcosa). Che si tratti di un libro, uno studio di settore o un articolo, raramente mi limito a riportare una notizia: preferisco scavare a fondo e cercare, supportato da numeri e fatti, quello che c’è dietro. Poi, raccontarlo.

DELLO STESSO AUTORE

Tornano gli sfollati, ma a quanto pare riconoscere quelli dell’Ucraina conviene

Tornano gli sfollati, ma a quanto pare riconoscere quelli dell’Ucraina conviene

byC.Alessandro Mauceri
Sahel, Libia e Tunisia: dove dovrebbe essere puntato lo sguardo strategico dell’Italia

Sahel, Libia e Tunisia: dove dovrebbe essere puntato lo sguardo strategico dell’Italia

byC.Alessandro Mauceri

A PROPOSITO DI...

Tags: ambientalismoDavosDavos 50° meeting del World Economic ForumDonald TrumpForum mondiale di DavosGreta Thunberg
Previous Post

Ricordate il piccolo Giosuè? La vita è bella per Giorgio Cantarini anche a New York

Next Post

Libia: il Segretario Generale Guterres a Serraj e Haftar: “Accettate Berlino e la pace”

DELLO STESSO AUTORE

Cop26 chiude in ritardo: sul clima i governi sono ancora credibili? Il tempo lo dirà

Cop26 chiude in ritardo: sul clima i governi sono ancora credibili? Il tempo lo dirà

byC.Alessandro Mauceri
Cop26 come nei film: -1 sull’orologio dell’apocalisse, via al vertice sul clima

Cop26 come nei film: -1 sull’orologio dell’apocalisse, via al vertice sul clima

byC.Alessandro Mauceri

Latest News

Romania at a Crossroads: Pro-European Forces Rally Behind Nicușor Dan in Pivotal Presidential Runoff

Romania at a Crossroads: Pro-European Forces Rally Behind Nicușor Dan in Pivotal Presidential Runoff

byEuropean Democratic Party
Sinner torna a Roma dopo tre mesi di silenzio

Sinner torna a Roma dopo tre mesi di silenzio

byMassimo Cutò

New York

“Trump Effect” Tanks Tourism in New York City: 400k Fewer Visitors in 2025

“Trump Effect” Tanks Tourism in New York City: 400k Fewer Visitors in 2025

byDaniele Di Bartolomei
Agenti USA / Ansa

Spara a un corriere di Door Dash: arrestato funzionario di New York

byGrazia Abbate

Italiany

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

byAndrea Zaghi
Da sinistra: Elvira Raviele (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), Fabrizio Di Michele (Console Generale d’Italia a New York), Maurizio Marinella, Luigi Liberti (Direttore Patrimonio Italiano TV), Mariangela Zappia (Ambasciatrice italiana a Washington), e Diego Puricelli Guerra (Preside Istituto Bernini De Sanctis di Napoli)

Marinella a New York: l’eleganza del Made in Italy all’Istituto Italiano di Cultura

byMonica Straniero
Next Post
Libia: il Segretario Generale Guterres a Serraj e Haftar: “Accettate Berlino e la pace”

Libia: il Segretario Generale Guterres a Serraj e Haftar: "Accettate Berlino e la pace"

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro   |   Founded by Stefano Vaccara

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli
—
English Editor: Grace Russo Bullaro
—
Founded by Stefano Vaccara

  • New York
    • Eventi a New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Nuovo Mondo
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025 — La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025
La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017

Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • Video
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?