Tocca a un gruppo di lavoro espressione della più autentica società civile napoletana, promosso da un giornale, Il denaro, e da una fondazione, Matching Energies, un compito arduo, fra i più difficili: portare all’attenzione del governo guidato da Matteo Renzi le ragioni di un Mezzogiorno che da vagone di coda può (vuole) diventare locomotiva di sviluppo.
Riportare il Sud al centro dell’agenda di Governo, da dove manca fin dai primi anni Novanta. Del think thank fanno parte gli economisti Dominick Salvatore, Paolo Savona, Massimo Lo Cicero, il sociologo Domenico De Masi, lo scienziato Luigi Nicolais, presidente del CNR. Il gruppo è al lavoro dal giugno scorso, quando si riunirono per la prima volta all’hotel Hermitage di Ischia per dare il via al progetto del Manifesto delle 3 E: Economia, etica ed estetica, tre pilastri di un Sud proiettato verso i mercati del futuro e capace di dare un contributo significativo alla crescita italiana.
Il gruppo di lavoro che ha elaborato il Manifesto delle 3 E
Nello scorso autunno, una terna di seminari di approfondimento, dedicati a ciascuna parola chiave. L’economia, anzitutto, con la partecipazione di Dario Scannapieco, napoletano, vice presidente della Banca Europea per gli Investimenti. Quindi l’etica – con conclusioni affidate al presidente dell’Authority anticorruzione, Raffaele Cantone – come parola chiave per una politica che sia capace di stare al riparo dai fenomeni di connivenza con la criminalità diffusa, quindi più attenta alle esigenze del sistema delle imprese che a gestire il consenso in un contesto reso vulnerabile da una base produttiva asfittica. Infine l’estetica, per imprimere uno slancio allo sviluppo che sia lambito dall'energia della bellezza, con al centro la valorizzazione di un formidabile patrimonio artistico e culturale.
Sei mesi di lavoro, oltre trecento persone “ascoltate” durante i seminari, sotto l’egida di Napoli 2020, rassegna economica organizzata da Il denaro. “La proposta – ha affermato il direttore della testata economica, tirando le somme in uno speciale uscito il 7 marzo sul suo giornale – è alzare lo sguardo, importare e applicare le pratiche che hanno mostrato di funzionare, formare una nuova e moderna classe di amministratori pubblici, creare le condizioni perché il capitale privato possa esprimersi, non è forse rivoluzionaria ma è l’unica possibile nelle condizioni date”.
Il percorso del manifesto per un nuovo Mezzogiorno ha avuto un partner d’eccezione nella Matching Energies Foundation, guidata da Marco Zigon, imprenditore attivo nel settore dell’energia con il Gruppo Getra, campione dell'eccellenza industriale italiana con base in Campania e vocazione internazionale.

L’intervento di Yoram Gutgled, consigliere economico del primo ministro Renzi
Ultimo passaggio in ordine di tempo, un confronto che si è svolto lunedì 9 marzo a Castel dell’Ovo a Napoli dove si è svolto l'incontro dal titolo Mezzoggiorno futuro prossimo. Obiettivo: consegnare nelle mani di Yoram Gutgled, consigliere economico del premier, un dossier con le indicazioni dei principali presupposti per uno sviluppo auto-propulso del Mezzogiorno. “Le richieste sono diverse e articolate – spiega il presidente Zigon – ma tutte finalizzate ad allineare il Sud sulla linea di start dello sviluppo” . Otto punti (che riportiamo nell'elenco in fondo all'articolo) considerati altrettanti “passaggi obbligati” per una possibile rinascita.
Prossimo passo, un evento a cui invitare i rappresentanti meridionali in Parlamento. E poi un evento analogo proposto a Bruxelles per mettere a fuoco quello che non va nella gestione dei Fondi europei per il Mezzogiorno i quali, ad esempio, hanno perduto da tempo la caratteristica di essere fondi aggiuntivi rispetto ai trasferimenti statali ordinari, per assumere il ruolo di fondi sostitutivi.
Dopo centocinquant’anni di discussione sulla questione meridionale, il Manifesto delle tre E propone un cambiamento di rotta. “Le ricette sul Mezzogiorno – ha commentato Zigon – vanno viste in un’ottica completamente diversa rispetto al passato. La lezione del meridionalismo classico non va dimenticata, dobbiamo anzi farne tesoro. Ma intanto il mondo è cambiato profondamente. Occorre tener conto che oggi non ha più senso parlare del Mezzogiorno come di un “unicum” con caratteri di arretratezza omogeneamente diffusa”.
Le otto proposte per il SUD al governo Renzi
1. Creare una Scuola di Formazione della classe dirigente meridionale e riportare il Formez nel Sud, rilanciandolo.
2. Creare una Scuola di management turistico e culturale nel sito reale di San Lucio.
3. Creare “navi della conoscenza” del tipo sperimentato nelle favelas brasiliane per un’azione di educazione, istruzione e formazione per via informatica.
4. Perseguire una “tolleranza zero” del tipo sperimentato dal Sindaco Giuliani a New York per la microcriminalità accompagnato da un’azione educativa del cittadino per convincerlo che è suo interesse personale rispettare la “regola della legge”.
5. Elaborare un parco progetti che chiuda in rete tutti i servizi del Mezzogiorno con il resto d’Italia e d’Europa e collochi la società e l’economia meridionali in un sistema “aperto”. Il bisogno di reti marittime, ferroviarie e informatiche è molto sentito dalla popolazione ed esse sono assolutamente necessarie per abbattere le diseconomie esterne all’operare nel Mezzogiorno.
6. Creare un’Agenzia diretta da un Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio che inquadri il parco progetti nell’ambito del Piano Junker e della nuova politica monetaria della BCE (il QE), accompagnandolo con una politica fiscale parametrata ai divari di reddito pro-capite Centro-Nord/Sud, e garantendo la sua finalizzazione all’obiettivo della rimozione dei dualismi produttivi territoriali e settoriali.
7. Attivare lo “sportello unico” più volte promesso che non funga solo da raccoglitore e passacarte delle domande ai poteri decisionali effettivi e frammentati, ma sia il punto di riferimento e di decisione finale di qualsiasi iniziativa economica.
8. Creazione di un Centro di analisi, proposta e verifica del buon funzionamento del credito bancario e finanziario meridionale finalizzato al sostegno dell’attività produttiva nel Mezzogiorno.