Il 12 Marzo 2014, il Presidente dell’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile), Vito Riggio e l’Amministratore della FAA (Federal Aviation Administration), Michael P. Huerta hanno firmato un memorandum di cooperazione per il trasporto commerciale aerospaziale. Quest’accordo rappresenta un impegno per lo sviluppo di norme per l’utilizzo di mezzi orbitali e suborbitali, navette e simili, in campo commerciale.
L’utilizzo dello spazio orbitale o suborbitale finora era stato appannaggio della scienza o della difesa. D’ora in poi anche i privati potranno utilizzare lo spazio orbitale e suborbitale per trasportare merci e passeggeri. Basti pensare ai viaggi suborbitali di SpaceshipOne, Space X, navette che trasporteranno rispettivamente passeggeri paganti per un turismo spaziale o che andranno su Marte.
Ci saranno voli transcontinentali effettuati con aerei che entreranno in orbite extraatmosferiche e ne usciranno a velocità finora impensabili, riducendo drasticamente i tempi di percorrenza. Aerei senza pilota percorreranno continuamente l’alta stratosfera per portare merci in ogni parte del globo, riducendo i tempi di permanenza a terra e allungando i tempi di permanenza in aria, in un modo tale che nessun aereo pilotato potrebbe mai fare.
Nel frattempo i dati dei satelliti di telecomunicazione e navigazione e i satelliti di osservazione della Terra potranno essere unificati in un unico sistema che darà in continuazione dei dati sfruttabili direttamente dai cittadini.
L’Italia si sta preparando con CIRA a sviluppare il primo sistema di navetta spaziale, nell’ambito del progetto ESA PRIDE, per operare nello spazio in soccorso di altre navette o per operare su altri satelliti.
L’accordo firmato tra ENAC e FAA apre notevoli prospettive all’industria aerospaziale italiana. In primis le grandi industrie: Thales Alenia Space, CGS, Telespazio, CIRA, Officine Galileo Selex, ELV, ma anche le piccole e medie industrie che occupano migliaia di giovani capaci di sviluppare nuovi lanciatori, come il VEGA, o satelliti ottici e satelliti dotati di SAR, radar ad apertura sintetica, che sono competitivi con i prodotti realizzati dai Cinesi, Giapponesi, dalle industrie europee e americane.
La sfida dei prossimi anni si svilupperà non solo sullo sviluppo dell’hardware, ma soprattutto sul terreno delle applicazioni, dove l’Italia eccelle grazie ai passati programmi ASI.
L’Italia è stata sempre all’avanguardia nel settore spaziale. Gli ultimi recenti episodi di malgoverno non devono fermare questo sviluppo, anzi devono servire di monito per programmare un’attività, assai sensibile, come quella di ricerca in modo differente da quello sin qui perseguito.