NEW YORK Gli Stati Uniti stanno tentando di negoziare con il presidente venezuelano Nicolas Maduro affinché si dimetta e lasci il Paese in cambio della grazia e dell’impegno a non chiedere mai la sua estradizione verso gli Stati Uniti. La grazia sarebbe garantita anche ai suoi più stretti collaboratori.
E’ stato il Wall Street Journal a rivelare il negoziato in corso fra la Casa Bianca e Caracas. Allo stato attuale il presidente venezuelano ha sulla testa una taglia da 15 milioni di dollari. Il Dipartimento della Giustizia di Washington lo ha incriminato nel 2020 per importazione di cocaina negli USA.
Il presidente Biden offre di nuovo il ramoscello d’ulivo all’uomo forte di Caracas, nella speranza di evitare lo sprofondare del Venezuela in una crisi peggiore di quella in cui è caduta negli ultimi anni e che ha causato l’esodo di quasi otto milioni di abitanti. Numerosi Paesi del Sudamerica fanno anch’essi pressione perché Maduro lasci il potere, che detiene dal 2013.
Ma il presidente venezuelano rimane diffidente nei confronti di Washington, nonostante la rimozione delle sanzioni economiche da parte dell’amministrazione Biden per favorire un’elezione libera e trasparente.
Nonostante l’accordo Maduro-Biden, le elezioni dello scorso 28 luglio non state né libere né trasparenti. L’opposizione, guidata da Edmundo González, ha rivendicato una vittoria schiacciante, sostenendo di aver ottenuto il 70% dei voti secondo i conteggi indipendenti di migliaia di osservatori dislocati nei seggi. Maduro tuttavia ha rifiutato di rendere pubblico il risultato elettorale, ha annunciato di essere il vincitore e ha risposto alle proteste con dure repressioni, arrestando migliaia di dissidenti e mantenendo il controllo sull’esercito e la Corte Suprema.
La leader dell’opposizione in esilio, Maria Corina Machado, ha detto alla CNN che Maduro sta inasprendo la repressione, ma il voto del 28 luglio ha dimostrato la grande capacità del popolo venezuelano di organizzarsi per seguire le elezioni e controllare il risultato reale. Machado ha chiesto la solidarietà mondiale e promesso che una volta libero il Venezuela tornerà un Paese prospero e sicuro.