Lo sforzo di Joe Biden di aggiustare il tiro e modificare le politiche del suo predecessore continua. Oggi, il presidente dovrebbe reintrodurre i divieti di ingresso che Trump aveva abolito poco prima di lasciare la Casa Bianca.
In una mossa politica dal bizzarro tempismo, The Donald il 19 gennaio, appena due giorni prima dell’inaugurazione del suo successore, aveva terminato il blocco degli ingressi introdotto a Marzo 2020 a causa della pandemia, con effetto da domani, martedì 26 gennaio.
Dopo 10 mesi di stop agli ingressi per chi non ha la cittadinanza americana, Trump riteneva fosse giunto il momento di rilassare i regolamenti, e permettere di volare negli USA esibendo solo il referto di un tampone negativo effettuato nei giorni prima dell’imbarco. Difficile comprenderne le motivazioni, considerata la scoperta di nuove varianti più contagiose, come quella inglese, o potenzialmente resistenti alle vaccinazioni come quella sudafricana o quella brasiliana.
Anche la squadra del neopresidente è rimasta perplessa. La portavoce del team di transizione di Biden, Jen Psaki, aveva twittato il 19 gennaio: “con la pandemia che peggiora, e nuove varianti più contagione, non è il momento di sollevare le restrizioni sui viaggi internazionali”, aggiungendo che “su consiglio del nostro team medico, l’amministrazione non intende rimuovere queste restrizioni il 26 gennaio. Infatti, progettiamo di rafforzare le misure sanitarie riguardo ai viaggi internazionali per mitigare ulteriormente la diffusione del COVID-19”.
Una fonte interna alla Casa Bianca ha confermato a Reuters che entro la fine della giornata di lunedì il presidente intende reimporre le restrizioni agli ingressi per i passeggeri non cittadini USA provenienti da Europa, Regno Unito, Irlanda e Brasile. Inoltre, da sabato, sarà aggiunto alla lista anche il Sudafrica.
Negli Stati Uniti non è ancora stato registrato nessun caso di variante sudafricana o brasiliana, ma già 20 Stati hanno riportato pazienti che hanno contratto la variante inglese (nota come B.1.1.7). Quest’ultima, rassicura il CDC, dovrebbe essere suscettibile al vaccino; tuttavia, alcuni infettivologi sono preoccupati che gli attuali farmaci siano inefficaci contro la variante sudafricana (nome in codice 501Y.V2), e che vi sia il rischio di reinfezione. È stata già trovata in almeno 20 paesi, e dunque fonti del CDC hanno confermato a Reuters che vi è la possibilità che il blocco dei voli sia esteso prossimamente.
Il divieto di ingresso prevede, oltre ai cittadini, alcune eccezioni, rimesse alla competenza delle Ambasciate e dei consolati USA nel paese di provenienza del viaggiatore: possono atterrare negli Stati Uniti i famigliari dei cittadini, i residenti permanenti, ma anche chi in possesso di un visto diplomatico o un visto considerato dalle autorità “di interesse nazionale” già ottenuto o in fase di richiesta. Questo include, per esempio, medici e ricercatori in campo sanitario, ma anche gli studenti.
Per loro, e per chi viaggia entro i confini federali, sarà richiesto di presentare un test negativo effettuato al massimo tre giorni prima del rientro in patria, oppure una certificazione di aver avuto il coronavirus ed esserne guarito. La prova di vaccinazione non è, per ora, considerata sufficiente. Inoltre, la direttrice Rochelle Walensky del CDC imporrà un ordine oggi, sebbene non sia ancora chiaro quanto entrerà in vigore, di indossare le mascherine su tutti gli aerei, traghetti, treni, metropolitane, bus o taxi per chiunque dai due anni in su.
Con buona pace dell’ultima trovata di Trump di allentare le misure di sicurezza.