Si impenna la curva epidemica Covid-19, non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Secondo i dati riportati dall’Organizzazione mondiale della sanità, i nuovi casi registrati in sole 24 ore sono +336.515 e il pianeta arriva ad un totale di 39,1 milioni di casi dallo scoppio della pandemia, di cui più di 8 milioni solo negli Stati Uniti. L’epidemia ha lasciato dietro di sé più di 1 milione di vittime.
India, Brasile, Francia e Regno Unito i paesi peggiori dopo gli USA, e lo spettro di un nuovo lockdown incombe sull’Europa. Già qualche giorno fa, l’Oms aveva espresso profonda preoccupazione.

Nella giornata di venerdì 16 ottobre, l’Italia ha registrato 10.010 nuovi contagi in 24 ore, con un aumento del 13% dal giorno precedente (8.804).
Intanto il governo sta lavorando ad un nuovo dpcm, che potrebbe arrivare già nelle prossime ore. Le misure più stringenti prevedono il “coprifuoco” alle ore 22 su tutto il territorio nazionale, con chiusura anticipata di tutti i locali pubblici (bar, ristoranti, pasticcerie e pub entro quell’ora). Si va verso la chiusura anche di palestre, parrucchieri, estetiste e centri estetici, cinema e teatri; ma un intervento così deciso varrà solo per le Regioni con indice di contagio più alto.
Rimangono escluse dal nuovo decreto le scuole, che ad eccezione della Campania, resteranno aperte, anche se si ragiona sull’insegnamento a distanza per quanto riguarda le scuole superiori.

Gli Stati Uniti da sempre sono il paese più colpito e hanno confermato più di 8 milioni di casi dal mese di marzo. Almeno 793 nuovi decessi e 65.327 nuovi casi sono stati segnalati negli Stati Uniti, giovedì 15 ottobre, secondo il database del New York Times.
Inoltre, il quotidiano americano riporta che nell’ultima settimana, ci sono stati una media di 54.399 casi al giorno, e gli epidemiologi hanno avvertito di una nuova fase preoccupante in quanto 17 Stati stanno assistendo a picchi mai visti dall’inizio della pandemia. Alaska, Minnesota, Montana e Wisconsin hanno segnalato un forte incremento di casi questa settimana. Si tratta di Stati situati principalmente nel Midwest e nel Mountain West. I letti delle terapie intensive negli ospedali sono pochi e a preoccupare è il sovraffollamento delle strutture.

In questa settimana, allarmanti sono stati i dati della Francia, che ha superato i 25 mila nuovi contagi. Il Regno Unito sta affrontando una seconda ondata e venerdì si sono registrati +18.978 casi. Lunedì, Boris Johnson ha annunciato un complicato sistema di restrizioni che prevede tre sistemi di allerta. Giovedì, a Londra, il livello di allerta è stato aumentato da “medio” ad “alto”. Il Paese rischia un secondo lockdown per la gravità dello scenario, ma il primo ministro, per ora, preferisce escluderlo.
In Francia, Emmanuel Macron ha parlato alla sua nazione, annunciando un coprifuoco per sette città: Parigi, Grenoble, Lille, Lione, Montpellier, Saint-Etienne, Aix-en-Provence, Marsiglia, Rouen e Tolosa. A partire da sabato dalle 21 alle 6 nessuno potrà uscire di casa, salvo per “motivi validi”; torneranno quindi le autocertificazioni. La Francia valuta anche i test antigenici negli aeroporti principali, e come l’Italia, ha ufficializzato la proroga dello stato di emergenza.
Per non parlare della Spagna, che dall’inizio di settembre è la nazione che più ha sofferto in Europa. Venerdì, con +15.186 nuovi contagi, si avvia verso nuove misure di contenimento.

Intanto anche ai margini dell’Europa iniziano nuovi preoccupanti focolai. In Polonia, venerdì si sono registrati 7705 nuovi casi. Anche Bulgaria e Croazia iniziano a preoccupare; in particolare in Croazia, per la prima volta, si è superata la soglia dei mille contagi giornalieri.
In Germania si sono raggiunti un totale di 352.000 casi, con il nuovo record di venerdì 16 ottobre, +7.334 contagiati, secondo quanto riporta l’istituto Robert Koch. La cancelliera tedesca Angela Merkel: “siamo in una fase molto grave”, ha detto parlando alla nazione: “l’estate relativamente rilassata è finita… Come sarà il nostro Natale, si deciderà nei prossimi giorni. Lo decideremo tutti con le nostre azioni”.
Dunque tra coprifuoco e strette su bar, ristoranti e divieti di circolazione, l’Europa si avvia verso un nuovo, ma parziale lockdown.
Uscendo dall’Europa, un nuovo focolaio si regista anche in Cina nella provincia dello Shandong nella parte orientale del paese.

In Sudafrica, i casi di coronavirus segnalati da marzo hanno superato i 700.000 venerdì, ha detto il ministero della salute, tra i timori di una seconda ondata imminente.
In Argentina si sono registrati nelle ultime 24 ore 17.096 contagi, per un totale di 949.000 casi.
L’India è seconda agli Stati Uniti, e conta più di 7 milioni di contagi, mentre il Brasile supera i 5 milioni dall’inizio della pandemia.

Si intravede però un lume di speranza per l’Europa. Il premier italiano Giuseppe Conte, venerdì ha affermato: “l’Unione europea sta finanziando le più importanti ricerche ed è in condizione di potersi garantire varie centinaia di milioni di vaccini. È stato un investimento ad ampio spettro, alcuni gruppi prospettano esiti per fine novembre o dicembre, potremmo avere molto presto 200 o 300 milioni di vaccini. Saremo in grado di inondare i nostri sistemi di vaccini e ci siamo premurati anche di procurarli per i paesi più fragili”.
Ma dall’Organizzazione mondiale della Sanità arriva anche una cattiva notizia: “I risultati ad interim del Solidarity Therapeutics Trial, coordinato dall’Oms, indicano che il remdesivir, l’idrossiclorochina, la combinazione lopinavir/ritonavir e i regimi a base di interferone sembrano avere un piccolo o inesistente effetto sulla mortalità a 28 giorni o sul decorso ospedaliero del Covid-19 tra i pazienti ricoverati”. E’ dunque bocciato anche il remdesivir, precedentemente approvato in Europa contro il coronavirus; lo stesso che ha assunto il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.