Caro Direttore,
ti informo di avere informato l'on. Gero Grassi, vice presidente della Commissione Moro del parlamento italiano, del tuo editoriale su La Voce di New York, con il quale rendevo pubblico quello che già avevo detto in privato all'on. Grassi. Grazie al link de La Voce che mostrava le conferenze dell'On. Grassi su youtube ho potuto rendermi conto che egli cerca in buona fede di portare alla luce varie incongruenze del caso Moro. Nello stesso tempo, però, a mio parere si allontana dalla verità per inseguire improbabili coinvolgimenti, già indagati da altri nel corso dei 37 anni trascorsi dai fatti. Oltretutto sarebbe francamente abbastanza inverosimile che in un luogo come Via Fani, che non è piazza Venezia, ma un piccolo incrocio nel quale, tutti coloro del Mossad, dei servizi segreti francesi, del KGB, della CIA e i soliti deviati italiani, avrebbero impedito che l'azione si compisse come effettivamente è stato.
Chiedo scusa per l'ironia su una tragedia nazionale, ma penso molto umilmente che sono coloro che depistano dalla verità del colpo di Stato perfettamente riuscito, alcuni in buona fede, altri no! a doversi scusare. A loro si deve infatti l'impossibilità di prendere coscienza, come popolo, di quello che è accaduto e, pertanto, di conseguenza, non si è potuto far nulla per correggere lo stato di grave degrado dell'Italia, sopratutto morale, che ha portato con se la corruzione. Una corruzione estrema, senza eguali nel mondo occidentale che ha distrutto in Italia la certezza del Diritto, ma anche quella della pena.
La sua risposta è allegata. Purtroppo, ringraziandomi della stima, che sincera per il buon lavoro che sta svolgendo, mi ha informato che non possono accogliere il mio invito a tenere a New York, nel palazzo di vetro delle Nazioni Unite, l'audizione che mi hanno chiesto. Il motivo sarebbe tecnico: le audizioni delle commissioni parlamentari si devono tenere in parlamento. Non posso certo insistere ancora. L'on. Grassi, del resto, è la stessa persona che a Novembre 2014 al mio rifiuto di andare in audizione a Roma, mi ricordò che poteva obbligarmi con i Carabinieri, e questo è senza'altro vero. Ma gli risposi, altrettanto fermamente che sì, poteva farlo e io non mi sarei opposto, ma una volta davanti alla commissione, non avrei fatto scena muta, avrei dichiarato che la mia audizione su alto tradimento, concorso in strage e omicidi, commessi da Ministri della Repubblica e da pubblici ufficiali ai loro ordini, non poteva essere resa a Roma, giacché ho anche il dovere di tutelare la mia famiglia e me stesso e non ho abbastanza anni di vita davanti a me per cominciare lunghi anni di procedure giudiziarie per far condannare per diffamazione coloro che non attendono altro, per riprendere la loro opera di discredito. Tutti condannati in via definitiva, è ben vero, ma dopo due, tre lustri di rinvii continui di udienze e malfunzionamenti vari tipici del nostro sistema giudiziario malato.
Non posso pensare di ripetere tutto questo. Per questo a New York, per questo nel territorio sovrano delle Nazioni Unite, dove la falsa testimonianza, la calunnia e la diffamazione sono ancora un reato punibile con 5 anni di reclusione e in pochi mesi, non in decenni! Ho anche informato il Vice presidente che un audizione alle Nazioni Unite mi sembra dare lustro e all'internazionalizzazione di un caso come quello che i Golpisti del settantotto non potranno mai permettere che venga alla luce. Mi dispiace che non abbiano colto l'occasione ma, da parte mia, come sai non c'è altro che io possa fare per la mia Patria, finita sotto il totale controllo di uno Stato canaglia. La mia Ultima Missione è finita e io sto pensando ad altro che ai "misteri d'Italia". Se vorranno sentirmi a New York, ci sarò ancora, per un ultima volta. Altrimenti non ci sarà nessuna testimonianza di G-71 alla Commissione Moro. Hanno i miei libri e i miei documenti, potrebbero bastare.
Di buono c'è che l'atteggiamento dell'on. Grassi e' cambiato: non più la minaccia di essere obbligato, sia pure in buona fede da parte sua, ma la giusta dichiarazione che non possono obbligarmi. Confermo, quindi, i miei migliori auguri di buon lavoro alla Commissione Moro e all'on. Grassi e ti invio le ultime comunicazioni tra noi.
Antonino Arconte, G-71
From: Segreteria On. Gero Grassi
Sent: Wednesday, March 18, 2015 10:43 AM
To: Nino Arconte
Subject: Re: La Voce di New York
Gent.mo signor Arconte,
Grazie per quello che mi dice. Terrò a mente i preziosi consigli.
Quanto alla sua richiesta per New York le dico subito che non è possibile non sarebbe nemmeno giusto.
Le audizioni si fanno alla Camera.
Ovviamente nessuno può costringerla. Se lei decidesse di venire io sarò felice, in caso contrario faremo a meno della sua preziosa testimonianza.
Diversamente non è possibile.
La saluto.
Gero Grassi
Dopo averci inviato questo email dell'On. Grassi, Antonino Arconte (G71) ci ha fatto sapere che sarebbe tornato presto a New York comunque. Allora lo abbiamo invitato nuovamente nell'ufficio della VOCE di New York dentro il Palazzo di Vetro, chiedendogli di riferire quello che avrebbe detto alla Commissione Moro del Parlamento italiano se avesse accettato di ascoltarlo a New York. Arconte ci ha detto che la "storia sarebbe lunga e ci vorrebbero troppe ore", ma nel poco tempo che avevamo a disposizione, ha detto quello che abbiamo registrato in questi due video che trovate qui in basso. Al lettore ascoltatore il giudizio se, questa testimonianza dall'agente segreto di Gladio, sia materiale utile o meno per i lavori della Commissione Moro.
SV
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