Venerdì sera il mio cellulare ha squillato. “Sono Bill de Blasio”. Ho pensato che fosse uno scherzo, ma era davvero l’ex sindaco di New York.
De Blasio è uno degli organizzatori dei Paisans for Kamala Harris, e mi chiamava per parlare dell’evento su zoom che si è tenuto domenica sera, sulla scia di altri incontri come quelli delle “donne nere per Kamala Harris” o dei “White Dudes per Kamala Harris”: forme di attivismo e raccolta fondi dal basso, sulle orme di Howard Dean e di Bernie Sanders, osserva De Blasio, che è orgogliosamente originario di Brooklyn ma da un anno a questa parte ha anche un appartamento a Manhattan dopo la separazione con l’ex moglie.
De Blasio aveva partecipato, qualche settimana fa, all’evento su zoom dei White Dudes, con Jeff Bridges, si è reso conto – mi dice – che gli “italo-americani sono così raramente rappresentati come comunità nella politica americana che questo format sarebbe stato perfetto”. A me sembra che molti italo-americani si siano spostati su posizioni conservatrici negli Stati Uniti. Ma l’iniziativa dei Paisans serviva a mostrare che c’è una forte presenza italiana nel partito democratico e una connessione tra la scena politica, quella culturale e l’attivismo per Harris.
C’erano Robert De Niro, Mark Ruffalo, John Turturro, Marisa Tomei oltre a Nancy Pelosi e Leon Panetta. Ho chiesto a De Blasio se puntare in questi incontri che sin dal titolo fanno leva sulla politica identitaria (uomini bianchi, donne nere) non sia in contraddizione con il messaggio di Harris, che non si presenta come la prima donna presidente ma come “la candidata migliore” alla Casa Bianca.
Lui ha replicato che la politica identitaria in passato “è stata un’arma a doppio taglio: le campagne di Obama e di Hillary Clinton hanno cercato un equilibrio, che a volte ha funzionato, a volte no. Harris ha guardato a tutto questo e ha deciso di non concentrarsi sull’identità ma su questioni che esprimono la stessa cosa, come l’aborto, che è un tema significativo per molte donne. Penso che abbia capito cosa è giusto in questo momento, lasciando che siano gli altri a interpretare cosa vogliono: non deve dirlo perché la gente lo senta”.