Hanno tifato e incoraggiato il loro Taylor Fritz per tutta la partita, ma subito dopo l’ultimo punto che ha chiuso il match, l’Arthur Ashe Stadium si è fermato per un secondo e poi ha reso omaggio con un lungo applauso al grandissimo Jannik Sinner che in tre set è riuscito a conquistare gli US Open di tennis.
Circa 24 mila spettatori, stadio quasi pieno ed elettrizzato: non accadeva da 18 anni che un americano andasse in finale. Un italiano, invece, non c’era proprio mai stato. Così, seppur in minoranza, tantissimi italiani non hanno voluto perdere questo evento di portata storica. “Nei giorni scorsi, Jannik aveva chiesto il supporto dei tifosi e allora tanti di noi hanno cercato di organizzarsi – ci racconta a caldo Caterina, dottoressa residente da tempo a New York – Insieme ai ragazzi di Salotto (Collettivo culturale con sede a Brooklyn) abbiamo preso i biglietti all’ultimo momento, dopo aver trovato la quadra tra impegni e lavoro”.
Oltre ai soldi, Caterina ha messo tutto l’impegno possibile per far sentire il suo calore: la manicure, la camicia e le scarpe erano arancioni, come i capelli di Sinner, ormai diventati un simbolo per il tennista; in borsa un mazzo di carote. “Abbiamo voluto dargli tutto – ci racconta ancora commossa, ma piena di adrenalina – Volevamo farlo sentire amato anche se non giocava in casa. I cori erano ovviamente tutti per Fritz, ma tra un “Go Taylor Go” e l’altro, noi siamo riusciti a infilare a gran voce i nostri slogan per incitare Sinner”.
Anche Michelle e Amalia sono state contente della vittoria dell’italiano. “Siamo di New York, tecnicamente quindi di parte – dicono le due amiche, sedute tra le prime file, proprio dietro la panchina dell’altoatesino – Però siamo felicissime lo stesso, perché il vostro giocatore è così bravo, gentile e umile. È un piacere seguirlo”.
Shih, in visita da Taiwan, invece non teneva per nessuno dei due, l’importante era non perdersi l’evento. “Amo il tennis, il bel gioco – spiega – Non avevo un giocatore favorito. Questo mi sembra però il migliore dei risultati”.
La giornata era iniziata benissimo, temperatura mite, cielo limpido e un sole caldo capace velocemente di asciugare tutta la pioggia di ieri. La gente è arrivata già dalla mattina; a mezzogiorno il Billie Jean King National Tennis Center, a Flushing, nel Queens, era pieno. Una giornata di festa, non solo di sport, tantissimi i ragazzi. Molti di loro non hanno visto la partita dal vivo, ma da uno dei numerosi maxischermi che si trovavano nelle piazze. Le urla, quelle sì, oltrepassavano le mura dell’Arthur Ashe.
All’una e mezza le prove generali dello srotolamento della bandiera americana; alle due tutto pronto per l’inno nazionale. Taylor Swift è stata tra le prime celebrities a entrare, insieme al fidanzato Travis Kelce, la star del football americano che quest’anno ha vinto il Super Bowl. Vestitino a quadretti bianchi e rossi, la cantante che ha appena terminato The Eras, il tour mondiale dei record, è apparsa allegra e coinvolta, seduta in una delle varie suite dello stadio. Ne è passato di tempo da quando nel 2002, la giovane Taylor, allora tredicenne, si esibì proprio agli US Open cantando “America the Beautiful”.
Davvero non si contano però le star accorse a godersi lo spettacolo e tifare per Fritz. L’attore Matthew McConaughey ha voluto mostrare tutto il suo orgoglio patriottico indossando per tutto il tempo una bandana con i colori della bandiera americana; c’erano poi sugli spalti una leggenda della musica come Jon Bon Jovi, la campionessa di tennis Maria Sharapova, i rapper Usher e Bad Bunny, idolo quest’ultimo dei più giovani. Presente anche Anna Wintour, regina di Vogue, che non è voluta mancare nonostante in città si stia svolgendo la NY Fashion Week. C’era anche il cantante britannico Seal che ha seguito tutte le partite della seconda fase degli US Open. Le telecamere lo hanno ripreso alla fine, quando Jannik Sinner, pochi secondi dopo aver realizzato di esser diventato il primo italiano della storia del tennis a vincere questo prestigioso torneo, è corso sugli spalti per abbracciare la sua squadra, i suoi due allenatori, e la fidanzata – anche lei tennista professionista – Anna Kalinskaya.
Seal si trovava subito dietro la “famiglia” e anche lui ha voluto abbracciare il suo amico campione.