Monsignor Jamie Gigantiello ha un talento per gli affari, che lo ha messo nei guai.
La Diocesi cattolica di Brooklyn ha annunciato nei giorni scorsi che il parroco sessantacinquenne della Our Lady of Mount Carmel di Williamsburg ha ricevuto un ordine di comparizione nelle indagini per corruzione contro il sindaco Eric Adams ed è stato sospeso da ogni ruolo perché ha gestito in modo poco chiaro 1,9 milioni di dollari di fondi della Chiesa e ha usato una carta di credito (della Chiesa stessa) per spese personali.
Il legame con il caso del sindaco riguarda gli affari che il parroco ha fatto con Frank Carone, un avvocato che è stato capo dello staff di Adams, al quale aveva affidato 1,9 milioni di dollari di fondi della Chiesa sottoforma di prestiti o di investimenti. Al momento, nessuno dei due è stato incriminato e non sono noti i dettagli della indagine federale. Ma Gigantiello è finito nei pasticci con la Diocesi già prima, per avere autorizzato la cantante Sabrina Carpenter a girare un video musicale nella sua chiesa dietro pagamento di 5.000 dollari. Quando il video è uscito per Halloween del 2023, il vescovo di Brooklyn, Robert J. Brennan, era furioso. Il parroco aveva già in passato affittato la chiesa per un episodio di una serie poliziesca di Cbs, Blue Bloods, come pure per il film The Irishman, diretto da Martin Scorsese, vedendovi un’opportunità per guadagnare il denaro necessario per le costose spese di restauro. Ma Monsignor Gigantiello non ha supervisionato la produzione del video di Carpenter, nel quale l’altare è stato coperto di candele e bare di colori pastello (su una delle bare era incisa la scritta: “RIP Bitch”). La cantante pop, indossando un minuscolo vestito nero, si lascia scivolare in modo suggestivo sulle bare, che presumibilmente contengono uomini che le hanno messo gli occhi addosso dopodiché sono stati vittima di morte violenta. La cantante si esibisce con il loro sangue sul volto.
Quando lo stesso Monsignor Gigantiello ha visto il filmato, si è subito conto di aver sbagliato ma le scuse non sono bastate: il vescovo lo ha rimosso dal ruolo di vicario e dalla supervisione amministrativa della parrocchia. Il vescovo in persona ha fatto una “Messa riparatoria” nella chiesa “macchiata” dall’episodio.
Ma il sostituto messo al posto di Gigantiello, il diacono Dean Dobbins, è finito a sua volta per essere stato sospeso. Secondo la parrocchia, Gigantiello ha dato ordine a qualcuno di registrare una conversazione di Dobbins nell’ufficio della chiesa nel corso della quale il diacono si sarebbe espresso in modo razzista e offensivo.
A rappresentare legalmente il monsignore è Arthur Aidala, celebre avvocato newyorkese, che ho incontrato alcuni mesi fa nel suo studio di Manhattan per il Corriere della Sera, per intervistarlo sul caso Harvey Weinstein (un altro suo cliente). Aidala ha detto alla tv “Nbc New York” che le spese sulla carta di credito della chiesa fatte da Gigantiello erano state autorizzate nel contratto del parroco, perché svolgeva contemporaneamente il ruolo di “vicario per lo sviluppo”. L’avvocato ha aggiunto che gli accordi finanziari fatti da Gigantiello erano in fin dei conti a beneficio della chiesa, che ricavò il 12% in interessi su un investimento iniziale.
Il monsignore è anche noto per la sua passione per la cucina, come visibile dalla sua pagina su Facebook. Ha studiato al Culinary Institute of America. Vende una sua salsa di pomodoro che si chiama “Un assaggio di paradiso” (i profitti, dice, vanno ai poveri). Ha uno show di cucina intitolato Breaking Bread (spezzare il pane) e ha scritto un libro omonimo. Prima ancora di diventare prete, fece una serie di investimenti immobiliari fruttuosi a beneficio proprio, della madre e della sorella. E a chi solleva un sopracciglio lui replica: “Come preti non facciamo voto di povertà. Non siamo monaci, perciò abbiamo diritto alle nostre cose”. I critici affermano che ha messo in pericolo le finanze e il buon nome della chiesa, mentre i suoi sostenitori considerano Monsignor Jamie un parroco carismatico che ha saputo trasmettere energia e rinnovamento e che ora viene ingiustamente “crocifisso”, ha detto qualcuno al New York Times.