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Dario Argento in 4K fa tremare New York

Dal 17 al 29 giugno la retrospettiva "Beware of Dario Argento: A 20-Film Retrospective" al Lincoln Center. Intervista esclusiva al maestro dell’horror

Giuseppe SacchibyGiuseppe Sacchi
Dario Argento in 4K fa tremare New York

Dario Argento all’Istituto Italiano di Cultura di New York - Foto di Francesca Magnani

Time: 3 mins read

New York è pronta e gli ha dedicato l’avvio della stagione estiva di Film at Lincoln Center.

Non ci sono timori nella Big Apple anche se arriva, dal 17 al 29 giugno, una retrospettiva davvero da paura, “Beware of Dario Argento: A 20-Film Retrospective”. Ottimo modo per festeggiare il trentennale della partnership tra Film at Lincoln Center (FLC) e Cinecittà.

Dario Argento farà trattenere il fiato in gola al pubblico di New York anche perché 17 dei 20 film della rassegna debutteranno dopo i nuovi restauri in 4K realizzati a Cinecittà: tra questi anche Suspiria e Inferno che fanno parte della trilogia di Dario Argento nota come “Tre madri”. 

Le opere del regista romano sono capaci di coinvolgere lo spettatore invitandolo a compiere un passo, ad immergersi nell’universo onirico del suo cinema, in cui il cinema di Argento invita ogni spettatore ad affacciarsi ed immergersi. 

La rassegna sarà un viaggio alla scoperta del “maestro del brivido” (titolo conferitogli dalla stampa a livello internazionale), del suo stile personale e della visione originale e unica, in campo cinematografico, non riconducibile a nessun altro autore. 

Una locandina del film di Dario Argento ‘Profondo Rosso’ – ANSA

Non solo. Nelle sue opere, Dario Argento ha sempre guardato anche alle altre arti – musica, pittura, scultura, architettura, letteratura, design – e le ha attratte e coinvolte nei suoi film, in un gioco di rimandi e intrecci. Il suo immaginario cinematografico ha sempre avuto un forte impatto su società e cultura, e lo ha ancora oggi.

Dario Argento sarà presente di persona ad alcune proiezioni, introdurrà i suoi film e sarà disponibile anche per rispondere alle domande del pubblico. La rassegna vedrà anche l’anteprima nordamericana del suo ultimo film, Occhiali neri, distribuito da Shudder: un lavoro che ha rappresentato il ritorno del regista dopo una lunga pausa durata dieci anni.

Pur se impegnatissimo nei preparativi di questo evento molto importante, Dario Argento ci ha concesso una brevissima intervista in esclusiva. 

Da Cinecittà, fulcro del cinema italiano, a New York, città simbolo del cinema indipendente: cosa significa per lei questa collaborazione con il Lincoln Center e il restauro di 17 film che passeranno così anche alle nuove generazioni?

“È innegabile. La rassegna è un momento a dir poco entusiasmante, specialmente per il restauro che porterà alle nuove generazioni i miei film in condizioni ottime. Il restauro normalmente riporta infatti il film alle condizioni originali, cioè a quando fu fatto per la prima volta.”.

Ci sarà l’anteprima nordamericana di Occhiali neri-Dark Glasses: dopo Dracula 3D, questo film segna il ritorno dietro la macchina da presa dopo dieci anni. Come mai questo lungo silenzio?

“Perché in questo periodo ho scritto 2 libri, uno dei quali è la mia autobiografia, e ho impiegato molto tempo per realizzarli. Terminata la scrittura, mi sono preso un paio d’anni per riflettere e pensare. Poi è arrivato il lockdown che ci ha costretti a casa: ho approfittato di questo tempo per mettere in ordine Occhiali Neri e dargli un tocco di modernità”. 

Una scena del film “Occhiali neri” – wikimedia

Ad una descrizione più “coreografica” dell’assassino, spesso presente in diversi film, ora ha preferito “l’asciuttezza” dell’attimo: perché questo cambiamento? 

“Penso che sia uno sguardo più contemporaneo sulla figura dell’assassino”. 

Nel film salta all’occhio la cecità della protagonista: un elemento ricorrente nel suo cinema, basti pensare a Il gatto a nove code o a Suspiria. Cosa vuole trasmettere al pubblico con questa scelta? 

“Voglio che provi cosa può significare per qualcuno vivere nel buio, il suo spaesamento, la sua confusione”.

La sua filmografia è piena di protagoniste femminili. Qual è la ragione che la porta a “costruire storie di paura” attorno ad una donna, o ad una bambina, piuttosto che a figure maschili? 

“Sì, nei miei film sono molte le protagoniste femminili. È qualcosa che, artisticamente, mi porto dentro da quando, ragazzino, frequentavo lo studio fotografico di mia madre che era specializzata in ritratti femminili. Qualcosa mi è rimasto e lo si trova specie nei film più attuali”. 

Quali autori letterari hanno particolarmente inciso come ispirazione? 

“Principalmente Edgar Allan Poe: è stato il mio mentore e guida”.

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Giuseppe Sacchi

Giuseppe Sacchi

Sono marchigiano, ma non esattore delle tasse. Amo il cinema e le persone, perché le loro vite sono film di vario genere, dal comico al thriller. Ho vissuto a New York 16 anni lavorando per "America Oggi", "Paese Sera", riviste Moda e King. In Rai ho condotto per 7 anni il programma "La Notte dei Misteri" e poi il giornale radio notturno. L'età non è quella della carta di identità ma quella che volete darmi.

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