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May 28, 2022
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New York: il nuovo cinema italiano torna al Lincoln Center con “Open Roads”

Cinecittà e Istituto Italiano di Cultura a fianco della Film Society dal 9 al 15 giugno. Omaggio a Monica Vitti

Giuseppe SacchibyGiuseppe Sacchi
New York: il nuovo cinema italiano torna al Lincoln Center con “Open Roads”

Open Roads New Italian Cinema

Time: 5 mins read

Il cinema italiano torna a far bella mostra di sé in America con la rassegna Open Roads: New Italian Cinema, in programma al Walter Reade Theater dal 9 al 15 Giugno, promossa da The Film Society of Lincoln Center e da Cinecittà con la collaborazione dell’Istituto Italiano di Cultura di New York. 

La scelta dei film in programmazione conferma la volontà di voler continuare a percorrere la strada di una filmografia per certi versi “regionale” e che affronti tematiche e generi diversi tra loro in modo da offrire un panorama il più esauriente possibile delle diverse “voci” del nostro cinema, delle sue tendenze e dell’Italia attuale, con pregi e difetti. 

Avendo già gustato nei vari festival ed uscite in sala i film della rassegna, posso garantire che il pubblico si troverà davanti ad elevati livelli di regia e di recitazione, a tante profonde emozioni, attraverso generi diversi, dalla commedia al giallo, dall’introspezione personale al thriller, dai tormenti giovanili alle divisioni sociali, che favoriranno non solo la gioia, l’attrazione dello spettatore ma anche le sue riflessioni su realtà storiche e sociali, passate e presenti, del Bel Paese.

Lincoln Center, New York – wikimedia

A sottolineare ulteriormente la qualità dei film in rassegna c’è il fatto che molti di loro, per aspetti diversi, hanno ricevuto critiche entusiastiche e premi importanti: il che sottolinea il buon stato di creatività di molti registi nostrani, anche se permangono grossi problemi finanziari e di distribuzione. 

Con Small Body-Piccolo Corpo la regista triestina Laura Samani ha ottenuto poche settimane fa il David di Donatello come Miglior regista esordiente: il film, che definirei “piccolo corpo ma grande gemma” ha ottenuto grandi e ripetuti applausi al Festival di Cannes del 2021 nella sezione Semaine de la Critique, vetrina di prestigio per opere prime e seconde. 

Restando sempre alla serata dei David di Donatello, gli spettatori potranno godersi i ben riusciti e ben recitati The Inner Cage–Ariaferma, che ha fruttato a Silvio Orlando il premio quale Migliore attore protagonista e The King of Lauter–Qui rido io, per il quale Edoardo Scarpetta (figlio del grande Mario, vero innovatore del teatro napoletano prima di Eduardo De Filippo) si è meritato il premio quale Migliore attore non protagonista. Con questi due film appena menzionati, il pubblico potrà gustarsi ulteriormente la bravura recitativa del “mostro” Tony Servillo, grande colonna del nostro cinema attuale assieme a Pierfrancesco Favino.

Pierfrancesco Favino – ANSA/ETTORE FERRARI

Tante le sorprese di questa rassegna, come per Three Floors-Tre Piani, primo film diretto da Moretti che non sia stato da lui anche ideato: è infatti un adattamento del romanzo omonimo di Eshkol Nevo. Un film diverso dal Moretti a cui eravamo abituati.  

Sicuramente molti film riprendono tematiche già affrontate in passato come con il potente e pluripremiato The Code of Silence–Una femmina di Francesco Costabile, ma lo fanno ora con idee e forme diverse, a sottolineare la volontà del nostro cinema di voler affrontare direzioni nuove nel modo di sviluppare certe tematiche. Come fa anche Giuseppe Bonito che con il suo A Girl Returned- L’Arminuta prosegue con rigore e grande efficacia il suo percorso di indagine sulle dinamiche familiari, dopo Pulce non c’è e Figli. 

Ripeto, posso assicurare lo spettatore che il livello di questa corposa parata del cinema italiano è di grande livello. 

Come testimonia anche la chiusura con Deserto Rosso, di Michelangelo Antonioni, quale omaggio più che dovuto alla grandissima Monica Vitti (pseudonimo di Maria Luisa Ceciarelli), scomparsa il 2 febbraio scorso all’età di 91 anni. La Vitti fu per quattro anni “musa” (artistica e sentimentale) del grande regista ravennate per L’avventura, La notte, L’eclisse e Deserto rosso, film che le diedero fama internazionale prima di specializzarsi in tanti ruoli brillanti e di successo. 

Monica Vitti – ANSA

Il film fu premiato nel 1964 con il Leone d’Oro al Festival di Venezia ma segnò anche la fine dell storia d’amore quadriennale dell’attrice con Antonioni, dato che proprio su quel set Monica Vitti si innamorò di Carlo Di Palm, direttore della fotografia, che la diresse anche in tre film, negli anni ’70, tra cui il bellissimo Teresa la ladra.

Ben 53 i film interpretati dalla Vitti e che le hanno fruttato numerosi premi, tra cui cinque David di Donatello come Migliore attrice protagonista (più altri quattro riconoscimenti speciali), tre Nastri d’argento, dodici Globi d’oro (di cui due alla carriera), un Ciak d’oro alla carriera, un Leone d’oro alla carriera a Venezia, un Orso d’argento alla Berlinale, una Concha de Plata a San Sebastián e una candidatura al premio BAFTA (gli Oscar inglesi). 

Questi i due siti in cui è possibile trovare informazioni sui differenti costi dei biglietti e su sinossi in breve e date di programmazione:

https://www.filmlinc.org/festivals/open-roads-new-italian-cinema-2022/#tickets
https://www.filmlinc.org/festivals/open-roads-new-italian-cinema-2022/#films

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Giuseppe Sacchi

Giuseppe Sacchi

Sono marchigiano, ma non esattore delle tasse. Amo il cinema e le persone, perché le loro vite sono film di vario genere, dal comico al thriller. Ho vissuto a New York 16 anni lavorando per "America Oggi", "Paese Sera", riviste Moda e King. In Rai ho condotto per 7 anni il programma "La Notte dei Misteri" e poi il giornale radio notturno. L'età non è quella della carta di identità ma quella che volete darmi.

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