Un giocatore dei Nets, squadra di basket di Brooklyn, non parteciperà ad allenamenti e partite durante la stagione di quest’autunno, che avrà inizio il 19 ottobre. Si tratta di Kyrie Irving, star della National Baseball Association dal 2011 e oppositore delle nuove regole vaccinali in vigore nella città di New York, secondo le quali chiunque entri in una palestra debba dimostrare di aver ricevuto l’inoculazione per il COVID.
Sono proprio queste regole ad aver spinto l’NBA a vietare ai giocatori di partecipare alle partite in casa se non conformi alle nuove normative, sia a New York che a San Francisco. La citta del Golden Gate Bridge, infatti, è stata la prima del paese a creare un mandato vaccinale per gli spazi al chiuso, circa due mesi fa.
Secondo la decisione dell’NBA, quindi, Irving avrebbe potuto continuare a partecipare agli allenamenti e alle partite in trasferta senza dimostrare di essere stato vaccinato, grazie al fatto che in nessun’altra città americana esista un documento simile al Green Pass europeo. È stata la società dei Nets stessa, però, ad istituire regole ancora più severe per i propri giocatori, dichiarando che l’impegno di Irving sarebbe ad orario ridotto, il che è inaccettabile per la squadra.
“Kyrie ha fatto una scelta personale e rispettiamo il suo diritto individuale a scegliere per sé stesso”, ha commentato Sean Marks, General Manager dei Nets. “Attualmente la sua scelta limita la sua abilità ad essere un membro della squadra a tempo pieno. (…) È imperativo per noi continuare a lavorare sulla chimica della squadra e rimanere fedeli ai nostri valori consolidati di unione e sacrificio”.
Secondo fonti a lui vicine, Irving potrebbe non essere contrario al vaccino in sé, ma all’idea che molti cittadini stiano perdendo il lavoro per via del loro rifiuto ad adempiere alla nuova legge. È quindi un impegno sociale e politico il suo, che lo porterà a perdere 400.000 di dollari per ogni partita guardata da casa, alla televisione.
La volontà di Irving di mantenere il suo status vaccinale privato è stata espressa per la prima volta tre settimane fa, quando il giocatore ha partecipato virtualmente ad una conferenza stampa dichiarandosi pronto ad entrare in campo. Qualche giorno fa, poi, è arrivato un Tweet, molto criticato dai fan per il suo contenuto. “Dio mi protegge” ha scritto Irving, parlando della sua “gente”, la comunità indigena dei Sioux che supporta da anni con grandi donazioni.
I am protected by God and so are my people. We stand together.
— A11Even (@KyrieIrving) October 9, 2021
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