Dopo ben 35 anni di onorata carriera, per i Lincoln Plaza Cinemas di New York sembra sia giunta l’ultima fermata: lo storico multisala, situato lungo la Upper West Side di Manhattan, è infatti pronto a chiudere i battenti a gennaio. Un annuncio, quello dell’imminente conclusione delle attività, che è giunto come un fulmine a ciel sereno e che ha gettato nello sconforto l’intera comunità intellettuale newyorkese. E non solo quella. Perché i Lincoln Plaza Cinemas non rappresentano esclusivamente un caposaldo culturale per New York e i suoi cittadini amanti del cinema. Sono stati piuttosto nel corso degli anni (e lo sono tutt’oggi), un punto di riferimento fondamentale per numerose attrici e registe e per numerosi attori e registi, che da Europa, Asia e altre parti del mondo hanno trovato in New York una nuova città per esprimere le proprie capacità e nella programmazione dei Cinemas un contesto in cui mettersi in mostra nelle loro pellicole. Pellicole spesso piccole e indipendenti, capaci di attirare una clientela sempre più fidelizzata e sempre più affezionata.
Sono stati tanti, ieri e oggi, i registi italiani che sono passati da questo storico cinema e hanno mostrato proprio al Plaza di poter brillare con le loro storie in tutto il mondo. Dal 1981 a oggi, il multisala situato a metà tra Central Park e Lincoln Center, ha ospitato infatti i film di Federico Fellini e di Marco Bellocchio, di Bernardo Bertolucci e di Gianni Amelio, di Ermanno Olmi e, più di recente, di Paolo Sorrentino. Ma non solo: noi de La Voce di New York vi avevamo raccontato, nel mese di settembre, della “prima” in lingua inglese del film italiano “Indivisibili”, di Edoardo De Angelis, entrato nella distribuzione statunitense di recente e già grande protagonista della rassegna cinematografica “Open Roads: New Italian Cinema”.
La chiusura dei Plaza Cinemas avverrà, con ogni probabilità, a partire da gennaio e per motivi economici: la società proprietaria dello stabile, Millstein Properties, non ha infatti rinnovato il contratto di affitto ai titolari del multisala, i fratelli Don e Toby Talbot. Una rottura insanabile, una frattura culturale che rischia diventare voragine se si pensa che negli ultimi anni, non lontano da dove sorge il Lincoln Plaza, sono stati chiusi altri due poli culturali storici di New York: la libreria Barnes & Nobles di Upper West Side, la più famosa forse di Manhattan, e la Tower Records, centro nevralgico per musicisti ed appassionati di musica.
Le reazioni critiche sul web e sui social media, alla notizia che i Lincoln Plaza Cinemas dovranno chiudere i battenti, sono la prova che, nonostante le logiche economiche e una povertà culturale che sta iniziando a colpire anche la grande e luminosa New York, gli anticorpi ci siano ancora. Numerose, infatti, sono le petizioni pubblicate immediatamente online. Tra queste, una in particolare, molto ripresa su Facebook, ha come titolo “Save Lincoln Plaza Cinemas”: ha raggiunto quasi 6500 firme in poche ore e chiede con forza ad Howard Milstein e alle Milstein Properties di fare un passo indietro per salvaguardare “una clientela abituale”, affezionata ormai alla struttura, e “un cinema d’essai che continuerebbe a proiettare film indipendenti e stranieri”. Prima che sia troppo tardi e che, assieme alla cultura, si spenga anche la forza della tradizione artistica in una città come New York che non si è mai dimenticata di proteggerla, nonostante le continue novità.