Mentre scriviamo salgono a sei le statue di Cristoforo Colombo vandalizzate dopo i fatti recenti di Charlottesville. Non è né la prima né sarà l’ultima – il più recente a Central Park (insieme a quelle di Astoria, Baltimore, Buffalo e Yonkers) ci porta a cinque sulla East Coast e l’altra a Houston. Busti decapitati e statue deturpate … sono sintomi d’iconoclastia americana, emessa dall’abbattimento di monumenti Confederati? Reputo sbagliata la distruzione di simboli storici (buoni, brutti o cattivi) tuttavia comprendo delle azioni e reazioni degli Americani – viviamo in un’epoca in cui il clima politico, sociale e culturale entra in risonanza con le parti più negative della storia piuttosto giovane di questa nazione.

L’America di oggi, una nazione costruita da immigrati, continua ad andare fiera e onorare i simboli delle comunità etniche. A proposito, la decisione del sindaco Bill De Blasio di inserire anche Cristoforo Colombo, un’icona italiano-americana, tra le statue da eliminare dagli spazi pubblici – “è discriminatorio” dice – ha spinto un dibattito controverso. Anche per noi vicini nel New Jersey, dove i monumenti dell’esploratore si possono trovare da Atlantic City a Williamsburg, c’è polemica. Politici, attori e tanti altri sono intervenuti per dire la loro e per questo motivo ho deciso di dare la parola anche agli studenti universitari.
Sulla soglia del nuovo anno accademico, ho contatto degli ex miei studenti sui social per valutare la loro opinione sulla proposta di abbattimento del monumento di Colombo a Columbus Circle. Il tasso di risposta ottenuta al mio sondaggio d’opinione (non ha valore scientifico) – il 79% – è stato impressionante. È ovvio che ci tenevano a dire la loro, a fare sentire la loro voce. Quasi tutti avevano studiato italiano con me durante la loro formazione universitaria e l’82% di loro si identifica di origine italiana e il 78% di chi ha partecipato al sondaggio, una cifra significativa, vuole mantenere la statua a Columbus Circle.
I commenti dei partecipanti sono in piena sintonia con quello che abbiamo già letto ne La Voce di New York e altrove sul valore simbolico della statua dell’esploratore genovese per la comunità italo-americana. Appassionati e riflessivi i loro commenti, questi miei studenti soppesano i pro e i contro di questo tema davvero scottante.
“La nostra storia, buona o cattiva che sia, si deve ricordare. – commenta uno – Non dovremmo mai dimenticare ciò che ha costruito la strada dell’America di oggi”. Un altro partecipante mette in discussione quelle sensibilità che hanno permeato la correttezza politica. “Anche troppo politicamente corretto può essere pericoloso per la nostra ‘libertà’. Ma che razza di domanda è questa di eliminare il monumento di Colombo? È probabilmente perché ‘offende’ una persona, un gruppo di persone, religione, ecc. Per questo motivo, è possibile che quando la statua di Colombo sarà rimossa, ‘offenderà’ coloro che lo sostengono”. Qualcuno una volta disse: “La libertà è sempre e soltanto la libertà di chi la pensa diversamente”.
Chi lo sostiene è infatti italiano americano, il quale ha avviato diverse iniziative volte a salvare il ricordo di Colombo. Un partecipante al sondaggio ricorda le origini della commemorazione di Colombo, un anno dopo il “linciaggio brutale di italiani americani che sono stati stereotipati per essere criminali o una razza inferiore”. Un altro condivide ciò che Colombo significa alla nonna: “Dice che le statue di Colombo e il Colombus Day rende omaggio al lavoro sodo, al sangue, al sudore e alle lacrime che gli italiani americani hanno sparso per costruire questo paese”. Commemorare Colombo è uguale a commemorare il patrimonio: “Se ci liberiamo di monumenti o di feste, si toglierà la storia e l’orgoglio culturale”.
Ci sono anche osservazioni che si allineano con il revisionismo storico – definito “è un modo di interpretare le vicende passate non nel contesto sociale o morale di quell’epoca, ma d’accordo con i valori e le forme contemporanee in continua evoluzione e in costante cambiamento” – di cui si è parlato altrove ne La Voce. Non è che questo non l’abbiano notato i miei studenti: “Le azioni del passato non possono essere giudicate sugli standard di oggi”.
Sensibile ad altre comunità etniche negli Stati Uniti, un intervistato commenta: “ciò che aveva fatto al popolo indigeno era inumano e ingiusto a dir poco, ma bisogna pensare all’anno in cui è accaduto. Noi, come nazione, come popolo abbiamo acquisito tanta conoscenza, rispettiamo e ammiriamo altre culture, comprendiamo meglio le diverse culture, religioni e ideologie “. Questa stessa persona suggerisce “se l’argomento è si discute davvero non vedo nessun problema con il sostituire la statua di Colombo con un altro italiano di spicco, qualcuno che ha dato speranza e ha ispirato milioni di non solo italiani, ma anche americani, collegando le due grandi nazioni”. Non dimentichiamo che l’America è ricca di italiani che hanno contribuito e continuano a contribuire alla sua storia e il suo futuro …

Una simile soluzione è proposta da alcuni partecipanti che credono che dobbiamo abbattere la statua. Se guardiamo questi dati (il 18% di loro), i numeri sono sorprendenti. Il 95% di coloro che ha risposto “via alla statua” è di origine italiana e solo il 7% non lo è. Persino per gli italiani americani “le pratiche di Columbus erano atroci. – dichiarano – Non dobbiamo continuare ad idolatrare uno con la sua storia, in quanto dà agli italiani un’attenzione negativa. Dovremmo sostituire le sue statue con gli italiani e gli italiani americani impegnati che non suscitano controversie”. Anche la questione di Colombo come simbolo d’Italia è stata sollevata: “Non ho mai capito perché gli italiani americani hanno scelto Colombo – si chiede un partecipante – non penso necessariamente all’Italia quando penso a Colombo”. Inoltre, c’è stata anche la questione del significato di un monumento: “Una statua non è un simbolo dell’impatto che il nostro patrimonio ha avuto sulla società, abbiamo Little Italy, negozi, famiglie e il nostro modo di vivere, che si distingue dagli altri”. Ribadiscono anche argomenti chiave: “Penso che una statua che venera un individuo che ha contribuito al maltrattamento degli indigeni nelle Americhe non ha un posto in questo paese. A prescindere dalle sue origini in Italia, NYC è un nucleo di diversità di culture e tradizioni e qualcuna di queste è stata ferita da come lui colonizzò il nuovo mondo”.
Nonostante il sostegno inequivocabile di mantenere la statua di Colombo, è chiaro che non tutti quelli di origini italiane sostengono il monumento. Tuttavia non possiamo cancellare la storia. In uno scambio separato, un mio ex-allievo, a seguito di questa controversia, ha riconosciuto che forse, come ex docente d’italiano, non ha dedicato abbastanza tempo nelle sue lezioni a discutere del patrimonio italo americano. Educare gli studenti al ruolo di Colombo all’interno della comunità italiana servirebbe a qualcosa? Cambierebbero le cose? Rivedere il curriculum italiano nelle scuole americane con lo scopo d’insegnare il patrimonio italiano americano in tandem con la lingua e cultura italiane nei corsi introduttivi renderebbe partecipe gli studenti del simbolismo della nostra comunità? Bisogna insomma discutere di ciò che significa l’italiano in America, altrettanto importante di quanto ciò che significa in Italia.
Possiamo dire che questo dibattito sul monumento di Cristoforo Colombo è un “momento istruttivo” anche per noi docenti. Condurre un sondaggio con ex studenti su questo tema è un’occasione per riflettere e ricordare che non dovremmo mai allontanarci dal nostro obbligo morale di docenti, il quale è nel nostro ruolo di affrontare problemi con onestà, sensibilità e empatia.