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December 3, 2013
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December 3, 2013
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La pazza corsa dei delivery boys

Valeria RobeccobyValeria Robecco

La pazza corsa dei delivery boys

Time: 2 mins read

È riconosciuta come una delle professioni più rischiose degli Stati Uniti, ma è anche, e forse soprattutto, un rischio per gli altri: i delivery boys, che sfrecciano per le strade di New York in bicicletta per effettuare le consegne a domicilio di migliaia di ristoranti, sono un vero pericolo pubblico. Un po' per incoscienza, un po' per la ricerca di mance più cospicue, spesso infrangono le più elementari regole del traffico, rischiando di travolgere ciclisti, pedoni e causare incidenti tra le auto. 

Anche la sottoscritta per poco non è finita sotto le ruote di uno di loro che sfrecciava per le strade di Manhattan a tutta velocità, a fari spenti e per di più anche contromano. Un episodio che mi ha portato a riflettere sulla guerra della città ai delivery boys. Certo, se il cliente riceve la consegna in tempi brevi la mancia aumenta, e in America si sa, la tip è uno dei mezzi di sussistenza fondamentali per chi lavora in bar e ristoranti. Dall'altra parte, i datori di lavoro vogliono che i ragazzi del delivery siano più rapidi possibile per consegnare un maggiore numero di ordinazioni e senza rischiare di farle raffreddare. Ammetto che anche a me viene naturale lasciare una mancia più alta se la pizza o il thai arriva velocemente. Questo però non significa mietere vittime per le strade. Ora la Grande Mela punta a scoraggiare i missili su due ruote con una multa di 300 dollari per coloro che violano la legge. Si cerca insomma di fare fronte alla mancanza di regolamentazione dei delivery boys, che a parte indossare casco e giubbetto catarifrangente, difficilmente rispettano le regole. Ma se poi questi 300 dollari i datori di lavoro li levano dalle già modeste paghe dei lavoratori? È una vera giungla insomma, che rappresenta un incubo per i newyorchesi. E mi sento di dire a ragione, visto che non si contano le persone mandate all'ospedale dalle biciclette che viaggiano puntualmente sui marciapiedi e spesso contromano. Persino i taxi gialli hanno adottato un adesivo sullo sportello con scritto "attenti al ciclista". 

È vero anche che non si può fare a meno di considerare l'altra faccia della medaglia. Le consegne a domicilio sono un impiego pericoloso, per la precisione il quinto più pericoloso d'America secondo le statistiche del Bureau of Labor. I malintenzionati sanno che spesso i ragazzi hanno le tasche piene di contanti, e a volte sono loro stessi che con la scusa di ordinare pizza o cinese poi ne approfittano per rapinarli. Alcuni anni fa per esempio, cinque giovani hanno fatto finire in coma un uomo per soli 12 dollari. 

Essendo un problema di massa forse anche la soluzione dovrebbe essere tale. Magari con una petizione o una mobilitazione collettiva che possa coinvolgere e sensibilizzare le istituzioni a risolvere quello che è un problema di tutti. Di chi gira per strada, dei ragazzi delle consegne e anche dei datori di lavoro. 

 

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Valeria Robecco

Valeria Robecco

Valeria Robecco è una giornalista professionista che segue le Nazioni Unite dal 2011 per l'ANSA. Collabora con diversi media italiani come Il Giornale e Panorama con un'attenzione particolare sulla politica americana e gli affari internazionali. E' presidente della United Nations Correspondents Association (UNCA) dall'inizio del 2019. Valeria Robecco is a professional journalist covering the United Nations since 2010 for ANSA, the leading Italian newswire service. She reports for several major Italian media outlets such as Il Giornale and Panorama with a special focus on US politics and international affairs. She is currently the President of the United Nations Correspondents Association (UNCA) since the beginning of 2019.

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