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June 6, 2015
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I migranti che sbarcano in Italia rifiutano di farsi fotosegnalare

Giulio AmbrosettibyGiulio Ambrosetti
Time: 5 mins read

“Che dovremmo fare? Legare i clandestini e fotosegnalarli con la forza? La tortura è reato, giusto? Ed in Italia fino a ieri non si è pensato ad altro… quindi adesso vengano i parlamentari italiani a fare i riconoscimenti dopo aver convinto centinaia di immigrati imbufaliti con i loro stupefacenti discorsi”.

Parla senza peli sulla lingua, Franco Maccari, segretario generale del Coisp, Sindacato indipendente di Polizia. Maccari  commenta quanto avvenuto a Cagliari dov’è andata in scena l’ennesima protesta degli immigrati clandestini che chiedono di andar via dalla Sardegna. Quello che succede in Sardegna succede anche nelle altre Regioni italiane dove avvengono gli sbarchi. A cominciare dalla Sicilia. Insomma, gli stranieri non ci tengono ad essere riconosciuti. Perché sbarcano in Italia con il preciso obiettivo di recarsi in altri Paesi europei. Magari per raggiungere i parenti. Solo che, adesso, gli Stati europei sono sempre meno disponibili ad ospitare stranieri. E lo si è visto con la storia delle quote di immigrati che ogni Paese dell’Unione europea dovrebbe ospitare. Alcuni Paesi rifiutano le quote. Altri Paesi europei sono disposti ad ospitarne pochi. Risultato: i migranti restano, al 90 per cento, in Italia (come vi abbiamo raccontato con dovizia di particolari in quest’articolo). Con l’obiettivo di emigrare clandestinamente in altri Paesi europei che, ormai hanno capito il gioco, e si preparano a chiudere le frontiere. Nel frattempo, in Italia, c’è chi ha organizzato un grande business, speculando fino all’inverosimile sull’accoglienza, come sta dimostrando l’inchiesta su Mafia Capitale (come vi abbiamo raccontato qui).

“Gli stranieri – aggiunge Maccari – sbarcati insieme ad altri 800 sabato scorso a Cagliari da una nave migranti poliziamilitare tedesca che li aveva soccorsi a largo delle coste libiche chiedono di poter lasciare l'isola e raggiungere altre nazioni europee dove si trovano i loro parenti e familiari. Sono però sprovvisti di documenti e, come sottolineato dallo stesso questore, Filippo Dispenza, possono lasciare la Sardegna solo dopo essere stati fotosegnalati, ma rifiutano l'operazione. I profughi conoscono il regolamento di Dublino, il quale prevede che il fotosegnalamento sia collegato alla richiesta d'asilo che di fatto li costringerebbe a rimanere in Italia, mentre i loro interessi e affetti sono altrove. Agli stranieri vengono consegnati viveri e acqua visto che non intendono lasciare l'ingresso delle dogane, mentre Polizia e Carabinieri presidiano la zona per evitare incidenti o problemi”.

“Sono scene incredibili”, aggiunge il segretario del Coisp. Che si chiede e chiede: “Ma si può mai tenere sotto scacco una città e tutte le Forze di Polizia impegnate con una situazione di stallo che non ha via d’uscita?”.

Altro problema: gli scafisti. “Dei quattro presunti scafisti arrestati dopo lo sbarco – dice sempre Maccari – due sono stati rimessi in libertà dopo che il giudice ha riconosciuto loro la scriminante dello ‘stato di bisogno’. Ma se siamo su ‘Scherzi a parte’ qualcuno ce lo dica. Se quel che facciamo per far rispettare la legge viene considerato e trattato come una barzelletta, allora qualcuno ci sollevi da questo inutile e offensivo supplizio”.

“Noi non facciamo che ammazzarci di lavoro – dice sempre il segretario del Coisp – con turni che sai quando iniziano e non sai quando finiscono, non facciamo che svolgere senza mezzi e senza risorse il lavoro mastodontico di raccolta e di gestione di centinaia di immigrati alla volta, ma poi alla fine tutto è completamente vanificato, con buona pace dei nostri sforzi e, naturalmente, della sicurezza prima di tutto. Non si può più andare avanti così: i colleghi in tutta Italia non ce la fanno più, le pressioni che subiscono sono fortissime, ed i rischi che corrono altissimi”.

“Basta ciance – osserva ancora il sindacalista – bisogna che si cominci a dimostrare con i fatti se si è in grado o meno di amministrare questo Stato ostaggio della prepotenza di chi se ne infischia delle questioni umanitarie che straziano il sud del mondo, ma poi grida allo scandalo quando vede circolare per l’Europa tutti i clandestini che scappano dall’Italia senza che noi abbiamo potuto identificarli”.

Altro tema ancora: i terroristi. Il riferimento è all’audizione alla prima Commissione della Camera dei deputati del Capo della Polizia, Alessandro Pansa. E’ stato proprio Pansa ad affermare: “Sospettiamo che organizzazioni terroristiche operanti in Libia, come l’Isis, siano coinvolte nella gestione del traffico di migranti”. Ironico il commento di Maccari: “Ora che finalmente è stata scoperta l’acqua calda… o meglio che finalmente si è preso atto della sua esistenza che fino a ieri si è volutamente ignorata, forse, magari, si comincerà a fare sul serio per arginare il disastro che, mascherato sotto la voce migrazioni di gente disperata, altro non è se non il business del nostro secolo, un mix micidiale di illegalità, che fomenta in ogni modo interessi criminali dentro e fuori casa nostra e che, ovviamente, non può non interessare i terroristi”.

“Continuare a trincerarsi dietro al fatto che ci fossero o meno ‘segnali’ dei pericoli che si annidano nel calderone dell’immigrazione clandestina – prosegue il segretario del Coisp – rischia di gettare definitivamente nel ridicolo l’intero sistema. Che si abbiano o meno le prove dei gravissimi illeciti in cui si traduce il sistema della tratta dei nuovi schiavi non può impedire di immaginare, di sapere quale sia la natura del fenomeno, che proprio per questo andava da subito affrontato e gestito in ben altra maniera. Ignorare o contestare le ferme prese di posizione di tanti altri Stati sul presupposto che la questione sia solo e unicamente di tipo umanitario è quantomeno riduttivo e dimostra superficialità, per non dire dilettantismo o, peggio, menefreghismo”.

Insomma, va anche considerata la possibilità che alcuni Paesi europei non vogliono immigrati perché temono che, con la scusa dell’umanità, i gruppi terroristici infiltrino i propri uomini tra i migranti. Ciò significa che chi, in Italia, ha organizzato il grande affare dei migranti sta mettendo a repentaglio la sicurezza del Belpaese? Maccari, su questo punto, va giù duro: “La sicurezza dell’Italia e degli italiani – dice – è messa a repentaglio da un fenomeno fuori controllo, e questo non è da oggi o da ieri, ma da ben altro tempo. E, segnali o non segnali, non aver adottato o preteso che si adottassero le dovute contromisure non solo ha lasciato un’ingiustificabile scopertura nella dovuta attività di prevenzione, ma oltre tutto ha sminuito e parzialmente vanificato gli sforzi titanici delle Forze dell’Ordine che combattono una lotta impari e che pur sfinendosi di fatica di fronte alle mastodontiche dimensioni dell’emergenza immigrazione, restano completamente sposti a rischi gravissimi, come tutto il resto del Paese”.

Foto tratta da avvenire.it

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Giulio Ambrosetti

Giulio Ambrosetti

Sono nato a Palermo, ma mi considero agrigentino. Mio nonno paterno, che adoravo, era nato ad Agrigento. Ho vissuto a Sciacca, la cittadina dei miei genitori. Ho cominciato a scrivere nei giornali nel 1978. Faccio il cronista. Scrivo tutto quello che vedo, che capisco, o m’illudo di capire. Sono cresciuto al quotidiano L’Ora di Palermo, dove sono rimasto fino alla chiusura. L’Ora mi ha lasciato nell’anima il gusto per la libertà che mal si concilia con la Sicilia. Ho scritto per anni dalla Sicilia per America Oggi e adesso per La Voce di New York in totale libertà.

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