Si accendono i riflettori sulle Olimpiadi di Pechino. I Giochi, che hanno già avuto un impatto mediatico simile a quello vissuto da Tokyo lo scorso anno, inizieranno ufficialmente il 4 febbraio (anche se alcune gare per motivi organizzativi sono in programma tra oggi e domani) e la paura dei cinesi per i possibili focolai di Covid-19 dovuti all’arrivo degli atleti internazionali si sta facendo sentire.
La Cina ha reso noto che solamente gli spettatori selezionati potranno partecipare agli eventi, e che gli atleti olimpici, i funzionari, il personale e i giornalisti saranno obbligati a rimanere all’interno di una bolla che impedisce loro di entrare in contatto con il pubblico.
Pechino, con i suoi 20 milioni di residenti, ha segnalato soltanto una manciata di casi coronavirus negli ultimi giorni, ma nonostante ciò, in perfetta linea con l’approccio cinese di “tolleranza zero”, continuano ad essere applicate regole rigorose: basta un solo caso per dare il via a lockdown e test di massa.

L’apertura dei Giochi di Pechino e l’accensione della fiaccola arriva pochi giorni dopo il capodanno lunare, la più grande celebrazione annuale del Paese del Dragone, quando milioni di persone tornano nelle loro città natale per le riunioni di famiglia. Questo sarò l’anno della tigre, ma per tutti coloro che vivono a grandi distanze dai parenti, il governo ha caldamente raccomandato di rimanere a casa.
Nel frattempo, i Giochi continuano ad essere oggetto di controversie politiche. Durante la staffetta per l’accensione della torcia, molti manifestanti hanno protestato contro le violazioni e le politiche cinesi dei diritti umani in Tibet, Xinjiang e altre zone delicate, portando a scontri violenti e all’annullamento di alcune tappe.
Le polemiche interne si sommano così a quelle esterne, con gli Stati Uniti e il Regno Unito che hanno confermato la loro intenzione di boicottare politicamente i giochi senza inviare dunque alcun rappresentante diplomatico. Tutto per rendere note davanti a tutti le violazioni dei diritti umani da parte del regime instaurato del Partito Comunista di Xi Jinping.
Anche gli atleti dovranno stare attenti. Il comitato organizzatore li ha minacciati di “certe punizioni” nel caso venga detto o fatto qualcosa che possa offendere i cinesi, tanto che alcune delegazioni hanno invitato i loro portacolori a non portare a Pechino i loro cellulari per paura di essere vittima di un furto di informazioni.

L’Italia farà il suo esordio nella manifestazione domani con le prime partite di curling misto e con le prove del singolo maschile di slittino.
L’obiettivo dichiarato dal Coni è quello di migliorare il bottino di Pyeongchang 2018: 3 ori, 2 argenti, 5 bronzi. Secondo le più quotate previsioni, il numero di podi potrebbe aggirarsi tra 12 e 16, anche se la rincorsa all’oro non sarà affatto semplice.
Nella sua storia, l’Italia ha conquistato più di tre ori solo in cinque edizioni dei Giochi: 1968, 1992, 1994, 2002 e 2006. Cinque o più titoli sono arrivati nel 1994 e nel 2006.
Superare PyeongChang e raggiungere quindi quattro successi sarebbe un bottino straordinario.
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