Velocità, ingegno ed intuizione, per questi motivi il football americano è così amato negli Stati Uniti. Uno sport frenetico e di contatto, spettacolare come tutto deve essere nella patria dello Zio Sam. Non è un caso che il calcio, tanto caro agli europei e ai sudamericani, non abbia fatto breccia nei cuori a stelle e strisce: il tabellone non conteggia mai punteggi record e anche nelle grandi partite mancano quei momenti di intrattenimento che tanto caratterizzano gli sport statunitensi. Quest’anno, però, la finale della NFL, uno degli eventi sportivi più seguiti al mondo, vera leggenda in patria, ha rischiato di subire una brusca frenata causa Covid.
Domenica, 7 febbraio, il match più atteso vedrà sul campo i Tampa Bay Buccaneers ed i Kansas City Chiefs. I primi, vincitori di un solo Super Bowl nel 2002, fanno sperare i tifosi che sognano nuovamente il titolo. La pressione è ancora più alta se si pensa che, per la prima volta in assoluto, una finalista giocherà in casa, a Tampa per l’appunto. Gli Chiefs, invece, vengono da una stagione in cui hanno fatto da schiacciasassi e sono i campioni in carica, oltre che i favoriti secondo commentatori e bookmakers.

Sull’erba si affronteranno due generazioni diverse. Tom Brady, quarantatreenne quarterback dei Buccaneers, è alla sua decima apparizione al Super Bowl, una vera leggenda vivente. Dopo averne vinti sei con i New England Patriots, dalla scorsa stagione si è spostato a Tampa per sfidare ogni suo limite, portando la squadra emergente alla sua finalissima. Provvidenziale, se così si può dire, la vittoria del suo primo Super Bowl nel 2001, l’anno che segnò la storia mondiale per gli attentati alle Torri Gemelle. Ed eccolo, ancora una volta in finale, nell’anno del riscatto americano su Covid. Il suo rivale sul campo sarà il giovane quarterback degli Chiefs, Patrick Mahomes, venticinquenne alla sua seconda apparizione consecutiva al Super Bowl. La giovane promessa, mattatore della stagione dell’NFL, ha firmato con la squadra di Kansas City un contratto record (503 milioni in 10 anni) e punta a diventare una leggenda.
Il vero primato del Super Bowl LV, che rimarrà negli annali, sarà la partecipazione della prima donna arbitro nella storia dell’evento: Sarah Thomas. Impossibile non vedere un filo rosso con l’insediamento di Kamala Harris, prima Vicepresidente di sempre. Un anno da record per la rappresentazione femminile nei teatri della vita pubblica e della vita ludica dei cittadini americani.
L’avversario di tutti è il Covid. Lo stadio di Tampa, capienza massima 66.000 posti, ospiterà soltanto 22.000 spettatori ben distanziati, vero smacco per i tifosi di casa. Saranno attivi 7.500 medici vaccinati a cui sarà dedicato il TikTokTailgate, il pre-show patrocinato dalla piattaforma cinese con la NFL, che vedrà protagonista Miley Cyrus.
Vaccinazione e covid saranno i temi principali dalla giornata. In apertura, un video del Presidente e della first lady inviterà la nazione a combattere il virus vaccinandosi ed utilizzando tutte le precauzioni del caso. Dopo l’amministrazione Trump, Joe Biden vuole assicurarsi la maggiore potenza mediatica possibile per sensibilizzare la cittadinanza, utilizzando come veicolo proprio uno degli eventi sportivi più seguito al mondo.

Sempre in apertura, Amanda Gorman, la giovane poetessa che abbiamo imparato a conoscere durante la cerimonia di insediamento, reciterà una poesia per celebrare tre modelli virtuosi di altruismo durante la pandemia, scelti dall’NFL come capitani onorari (Trimaine Davis, Suzie Dorner e James Martin). Durante l’Halftime Show, si esibirà The Weeknd, il più ascoltato al mondo su Spotify.
Nonostante la grandiosità di un evento seguito in tutto il mondo e portentosamente organizzato nonostante le mille difficoltà, il Dr. Anthony Fauci lancia un monito, “Il modo migliore per seguire il match è stare a casa solo coi vostri familiari”. I festeggiamenti fuori dagli stadi saranno limitatissimi, con alcune città che hanno deciso di non organizzare proiezioni su maxischermi. Resta comunque la forte preoccupazione che il weekend del Super Bowl possa rivelarsi un super diffusore del virus, trasformando una manifestazione così radicata nella tradizione in una vera bomba sanitaria. Ma la speranza, già in vista in questa edizione, è che la prossima possa rappresentare una rinascita americana, fuori dal tunnel della pandemia.