Se c’è un personaggio elusivo questo si chiama neutrino. Ogni giorno i neutrini raggiungono la Terra proveniente dallo Spazio, ma una parte di loro cambia casacca appena raggiunto il nostro pianeta. In fisica il fenomeno è noto come “oscillazione di sapore”. I neutrini esistono in tre sapori (caratteristiche) conosciuti: i muonici, gli elettronici e i tauonici, assieme ai loro antineutrini. Il fatto che ci sia una carenza di neutrini solari dovute alle reazioni nucleari del Sole ha fatto ipotizzare che i neutrini mancanti siano dovuti ad un cambio di famiglia, da muonici a tauonici. Nel modello Standard i neutrini sono senza massa, ma recenti misure hanno indicato che invece hanno massa e gli scopritori Takaaki Kajita e Arthur McDonald hanno vinto il Premio Nobel per la Fisica 2015. La loro scoperta combinerà radicalmente le nostre conoscenze sulle particelle che ci circondano.
I neutrini furono oggetto di una controversa relazione scientifica, quando si ipotizzò che andassero più veloci della luce. Poi misure più accurate indicarono che la velocità della luce non era superata dai neutrini. Il mondo scientifico accolse la notizia con un sollievo: la relatività Einsteiniana, che ipotizzava la costanza della velocità della luce e l’impossibilità di superarla, rimaneva intatta. Anzi ora, alla luce dei dati che hanno portato ai premi Nobel, la velocità dei neutrini è sicuramente al di sotto della velocità della luce.
Ma l’attacco alla relatività Einsteiniana, quando ancora Einstein era vivo, era già stata portata da un fenomeno denominato entanglement, una caratteristica, provata, della non separabilità tra due particelle. L’entanglement comporta che il valore misurato per una particella di una proprietà definita dell'insieme influenzi istantaneamente il corrispondente valore dell'altra. Il che comporta che il segnale tra le due particelle sia istantaneo. Un bel colpo alla relatività di Einstein ( viene ancora superata la velocità della luce, anzi diventa istantanea).
Ma un altro colpo potrebbe venire dalla scoperta della massa dei fotoni. Ancora non c’è nessuna evidenza. Il fotone è “la luce” e per ora non ha massa. Come sia non si sa. Ma già c’è chi si è cimentato a pensare che il fotone abbia una massa. In tal caso sarebbe un ulteriore colpo alla relatività Einsteiniana. Insomma se il fotone, sinonimo di luce, avesse una massa seppur piccolissima potrebbe decadere, lentamente, per un miliardo di miliardi di anni. Questa è la ragione per cui non riusciremo a vederlo, essendo un evento assai raro.
Nel giro di qualche anno abbiamo scoperto che quel mondo che consideravamo perfetto, quello delle particelle, perfetto non è. Le particelle sono elusive come i comportamenti umani, solo hanno tempi più lunghi di quelli dell’essere umano, ma loro esistono da quando c’è l’Universo, noi no, solo da 2-3 milioni di anni. Assumono forme che non conosciamo e si muovono di conseguenza. Noi percepiamo solo ciò che giunge alla nostra coscienza. Tuttavia poco conosciamo della coscienza. La consideriamo ancora una astrazione. Eppure la coscienza è l’unico strumento reale della nostra conoscenza, trattiamola bene.
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