Nel mondo occidentale, siamo soliti utilizzare la parola stress per giustificare condizioni di disagio fisico e psichico a cui è soggetta una persona. Ma che cos’è realmente lo stress?
Hans Selye, un endocrinologo austriaco degli Anni 30, parlò di "Sindrome Generale di Adattamento", come risposta dell'organismo a svariati tipi di “stressor” (sollecitazioni), una risposta fisiologica, ma con risvolti anche patologici e cronici. Ogni “stressor” che altera l'omeostasi dell'organismo determina istantaneamente reazioni regolative di tipo emotivo, neuropsichico, ormonale, locomotorio e immunologico. Iniettando un estratto ovarico nei ratti, Selye scoprì che sia quelli trattati, sia quelli di controllo che ricevevano una soluzione fisiologica, presentavano ulcere peptiche e ghiandole surrenali ingrossate: la semplice sensazione sgradevole delle continue punture aveva in qualche modo provocato le alterazioni osservate. I ratti che venivano “stressati” reagivano con una serie di risposte endogene.
Anche gli esseri umani sono soggetti allo stress mediante risposte regolate dal sistema nervoso autonomo che controlla, ad esempio, la «reazione di attacco o fuga», un meccanismo ancestrale di difesa: in una situazione di pericolo il sistema nervoso simpatico prepara il corpo all'azione immediata, inducendo una produzione di catecolamine che determinano vari effetti: la pressione del sangue si alza, il cuore pompa più velocemente, il sangue viene deviato dall'apparato digerente ai muscoli per sostenere la fuga. Vengono prodotti anche i corticosteroidi che causano un brusco aumento della glicemia per procurare combustibile.
Tuttavia, poche persone si trovano ormai a combattere corpo a corpo o a cacciare animali. Lo stress delle nostre giornate, infatti, è legato a colleghi sgradevoli, problemi economici, o al traffico in tangenziale per esempio. Per il nostro cervello, comunque, tutto questo è stress che innesca la reazione di «attacco o fuga», mettendoci in allarme.
Uno stress prolungato è deleterio per l’organismo: il cuore è particolarmente vulnerabile agli effetti dello stress cronico. Selye scoprì che l'esposizione continua allo stress può distruggere parzialmente il muscolo cardiaco dei topi, probabilmente per effetto dell’eccessiva attività dei corticosteroidi che predispone anche al diabete e all’osteoporosi oltre a danneggiare le cellule dell’ippocampo deputate al controllo della memoria.
Lo stress inoltre ci rende irascibili e influenza la qualità delle nostre relazioni umane per cui, se si è consapevoli di essere stressati, bisognerebbe ridurre le condizioni di stress. C’è chi si affida allo sport, chi a discipline orientali, chi passa più tempo con le persone care. Non esiste una cura allo stress per ogni persona perché troppi elementi soggettivi intervengono. L’importante è agire sugli stili di vita e ricercare la propria personale dimensione di benessere.