Studi recenti dimostrano che circa il 30% dei casi di cancro sono collegati alle nostre cattive abitudini alimentari. Il dato è abbastanza rilevante soprattutto laddove si consideri che un terzo dei casi di tumore potrebbe essere baipassato con la dieta ideale. È quindi determinante lo sviluppo di un programma di ricerca interamente dedicato alla nutrigenomica, una scienza che ci aiuta a comprendere l'interazione tra ciò che mangiamo e i nostri geni. In sostanza, questa scienza prova a mettere in relazione la genetica e il ruolo che essa assume rispetto ai benefici o ai rischi connessi al cambiamento delle abitudini alimentari.
Nell'ultimo decennio, la nutrigenomica si è dedicata alla prevenzione di gravi patologie (il diabete, l'ipercolesterolemia, le intolleranze alimentari e il cancro), mentre la diagnosi genetica, ha consentito lo sviluppo di terapie sperimentali, coadiuvanti la cura di malattie complesse come quelle metaboliche, neurodegenerative, neoplastiche, nonché i danni da stress ossidativo-invecchiamento.
È ormai certo che ridurre il numero di calorie, ridurre il consumo di carne ed aumentare quello di frutta e verdure riduce il rischio di cancro. Per meglio comprendere lo “schema” della giusta alimentazione è stata realizzata la piramide alimentare (vedi foto).
L’alimentazione deve essere sempre correlata agli stili di vita di una persona. È questo il motivo per cui i medici giustamente ritengono importante svolgere attività fisica, evitare il fumo, l’alcool e le droghe, ma anche un eccessivo uso di farmaci. A tal fine, il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (World Cancer Research Fund) ha stilato una serie di regole:
Mantenersi snelli. Il grasso eccessivo aumenta il livello degli acidi biliari e di altri costituenti che i batteri degradano in potenziali cancerogeni. L’obesità, in generale, è un fattore di rischio per numerosi tumori tra cui quello del colon e della mammella.
Mantenersi fisicamente attivi. È sufficiente camminare almeno per una trentina di minuti al giorno fino ad un’ora e/o iniziare un’attività sportiva. Meglio evitare la sedentarietà, magari rinunciando qualche volta all’auto a favore della bicicletta o di una passeggiata. È dimostrato che una moderata attività fisica riduce il rischio di cancro.
Consumare cibi di provenienza vegetale, cereali non raffinati industrialmente, legumi, frutta e verdura. Il giusto consumo quotidiano dovrebbe essere intorno ai 600 grammi di frutta e verdura. È bene dunque mangiare pasta, riso e pane preferibilmente integrale. È preferibile una dieta che privilegi alimenti di origine vegetale perché ricchi di vitamine e antiossidanti che risultano protettivi dall’insorgenza di cancro. Inoltre, un giusto apporto di fibra, oltre a contribuire ad un benessere generale, protegge dai tumori gastrointestinali.
Non fumare. Il fumo di sigaretta è un fattore di rischio estremamente pericoloso per l’insorgenza di vari tipi di cancro, soprattutto quello polmonare, incrementando in media il rischio di insorgenza tumorale di un 30%. Anche il fumo passivo andrebbe evitato o fortemente limitato.
Limitare l’uso di alimenti calorici e di bevande zuccherate. È sempre preferibile evitare i cibi preconfezionati e quelli precotti che contengono un alto contenuto di grassi e di zuccheri e/o i cibi del fastfood. Diete ipercaloriche, in generale, sono controindicate perché aumentano il rischio di cancro (mammella ad esempio).
Limitare il consumo di carni rosse ed evitare il consumo di carni conservate. Le carni rosse sono quelle bovine, suine, ovine di cui si raccomanda un consumo entro il limite di 500 grammi per settimana. Vanno evitate, invece, le carni in scatola, quelle affumicate e i salumi che contengono agenti cancerogeni noti come nitriti e nitrati.
Limitare l’uso di bevande alcoliche. Si consiglia di non superare la dose di un bicchiere al giorno di vino per le donne (circa 120 ml) e di due per gli uomini. La quantità di alcool contenuta in un bicchiere di vino è pari a quella di una lattina di birra o di un bicchierino di un distillato o di liquore.
Limitare il consumo del sale. Non superare la dose di 5 grammi al giorno: consumare grandi quantità di cibi salati predispone al cancro gastrico ad esempio.
Tenere un’alimentazione variegata. Un corretto rapporto carboidrati-proteine-grassi contribuisce a mantenere l’organismo sano. Un’alimentazione variegata garantisce la presenza di tutti i nutrienti essenziali.
Alla prevenzione è bene affiancare anche la diagnosi precoce che permette di individuare la malattia tumorale in una fase iniziale, quando, cioè, il tumore ha ancora dimensioni ridotte e non si è ancora diffuso in altri organi.
Sottoporsi periodicamente alle visite di screening (es. pap test, mammografie, ecografie, ecc. e ad una colonscopia dopo i 50 anni, da ripetere dopo dieci anni se non emergono problemi), ma soprattutto, non avere paura di informarsi, di documentarsi, di acquisire consapevolezza può rivelarsi una scelta cruciale per la sopravvivenza dei pazienti. Tra i più noti programmi di screening che hanno salvato la vita a migliaia di donne sono la mammografia per il tumore della mammella e il pap test per il tumore della cervice uterina.