In questi giorni in cui la cristianità celebra la passione, morte e risurrezione di Cristo, le notizie che attirano la nostra attenzione sono quelle relative all’aspetto più mondano e politico della Chiesa cattolica e dal suo travaglio interno che mostra una divisione così profonda che, per alcuni, sembra preludere a un vero e proprio scisma. Per chi, come me, studia da anni la storia della Chiesa, le fazioni e i partiti al suo interno non sono novità, ma la situazione in cui ci troviamo appare radicalmente diversa dal passato per tre fattori fondamentali
a) una inedita alleanza tra forze politiche ‘sovraniste’ di diversi paesi del mondo e le frange ecclesiastiche più reazionarie dell’opposizione a papa Francesco.
b) la presenza di una fronda interna al collegio cardinalizio con quattro porporati che hanno espresso al papa seri dubbi relativi all’accoglienza nella Chiesa dei divorziati risposati, da lui auspicata. Papa Francesco ha ignorato i loro dubbi e nel frattempo due di loro sono morti, mentre sopravvivono l’americano Raymond Burke e il tedesco Walter Brandmüller.
c) la presenza all’interno del Vaticano della figura, senza precedenti, di un “papa emerito”, che, date le modalità delle sue dimissioni e la sua presenza non proprio silenziosa, viene considerato da molti ultraconservatori il pontefice legittimo;
È noto che uno dei più importanti strateghi della vittoria di Donald Trump nelle elezioni presidenziali 2016 Steve Bannon, cattolico ultraconservatore, si è trasferito da tempo in Europa, dove sta cercando di coalizzare i diversi partiti e movimenti sovranisti e populisti del vecchio continente. A Bannon sta particolarmente a cuore la situazione italiana e il suo politico di riferimento qui sarebbe Matteo Salvini. Qualche giorno fa il quotidiano inglese Guardian ha pubblicato la notizia che Bannon avrebbe rivelato a Salvini che papa Francesco è il nemico e che bisogna cominciare ad attaccarlo. Salvini finora si è mosso piuttosto cautamente nei suoi attacchi a Francesco, forse a causa degli inviti alla prudenza della componente più ‘cattolica’ della Lega, ma non ha esitato a farsi fotografare mentre regge una maglietta che dice “Il mio papa è Benedetto”.
Ora, secondo fonti di stampa americane, Bannon avrebbe preso dimora nel monastero di Trisulti, non lontano da Roma, dove ha sede l’istituto Dignitatis Humanae. Il Cardinal Burke, che presiede l’istituto ha annunciato che Bannon giocherà un ruolo fondamentale nella scuola di formazione del monastero. Subito dopo le elezioni del giugno 2018, Salvini ha incontrato il Card. Burke per la terza volta (sempre secondo il Guardian). Anche se il contenuto del loro colloquio non è trapelato, è sembrato molto sospetto ad alcuni attenti osservatori che un vicepremier incontrasse un cardinale in aperto dissenso col pontefice, prima che il neo Presidente del Consiglio facesse la rituale visita al Papa regnante.

Se non vi siete ancora persi nei meandri di queste vicende in cui si intrecciano cardinali tradizionalisti, spin doctor spregiudicati e politici di destra sulla cresta dell’onda vi starete forse domandando da cosa sia motivata la loro avversione a papa Francesco, forse uno dei papi più amati ed ammirati, dell’età contemporanea.
Basta guardare su Google un po’ di foto del Card. Burke per capire che è agli antipodi dello stile (e della sostanza) di Francesco. Il suo guardaroba (compreso di guanti, mantelli con strascico, pizzi, merletti e gioielli degni di una regina) riflette il suo rifiuto della modernità e la sua insofferenza per il Concilio Vaticano II che aveva eliminato buona parte di quegli orpelli. La Chiesa, secondo lui, dovrebbe ancora essere un’istituzione che insegna, castiga e scomunica. Il dialogo ecumenico e ogni apertura al mondo esterno sono segni di debolezza da evitare.
Bannon vede in Francesco, forse a ragione, l’unico leader mondiale in grado di fermare l’ondata populista e, pur se cattolico, ritiene che si debba fare di tutto per contrastare il Papa. Gli inviti di Francesco ad accogliere gli emigranti, a tutelare l’ambiente per rallentare il riscaldamento globale, a creare una società con una più equa distribuzione delle risorse sono l’esatto contrario dell’agenda politica trumpiana che Bannon ha portato al potere negli USA. E Salvini? per il momento si è barcamenato e sembra più una pedina nelle mani degli altri due che un giocatore autonomo di questa pericolosa partita.
La vera sorpresa di questi giorni però è stata la lunga lettera che Ratzinger ha mandato al mensile tedesco Klerusblatt, in cui prende posizione sulle ragioni dello scandalo infinito degli abusi sessuali sui minori all’interno della Chiesa. Sposando una vecchia posizione condivisa dai prelati più conservatori, tra cui Burke, Ratzinger sostiene che la responsabilità degli abusi deve essere cercata nel lassismo morale degli anni ’60 e ’70, riflessa in qualche modo dal relativismo morale della Chiesa post-conciliare, dimenticando che gli abusi esistevano anche prima, ma venivano sistematicamente occultati. Al di là dell’argomento specifico della lettera però ciò che fa pensare è che Ratzinger sia uscito allo scoperto con una posizione opposta a quella del suo successore, nonostante si fosse ripromesso al momento delle dimissioni di ritirarsi in silenzio e preghiera. Evidentemente ha ripensato al suo ruolo.

Non voglio certo sostenere che Ratzinger faccia parte della congiura che sembra essere uscita allo scoperto contro Francesco. Nella lettera stessa dice di aver chiesto il permesso al Pontefice e al suo Segretario di Stato, quindi la forma è salva. Ma tra le frange più estremiste della Chiesa sono in molti a ritenere invalide le dimissioni di Ratzinger e quindi a ritenerlo de facto tuttora in carica. Al di là del testo della lettera che è pieno di contraddizioni ed inesattezze storiche che non si confanno alla precisione del prof. Ratzinger, resta il fatto che ci troviamo davanti a una sorta di diarchia, mai vista prima.
Fino a quando Francesco potrà accettare di coabitare non con un papa emerito, ma con un altro papa? Le espressioni dei loro visi nella ultima foto che li ritrae insieme, scattata qualche giorno fa in occasione della visita di Francesco a Ratzinger per il suo compleanno, dicono più di tante parole.