Da tempo immemore tutti ricordano più come Bologna la dotta, la grassa, la rossa.
Lo conferma la nascita di FICO (Fabbrica Italiana Contadina) Eataly World, il più grande parco del mondo dedicato all’agroalimentare italiano, che apre il 15 novembre a Bologna , con due ettari di campi, 40 fabbriche, 45 ristoranti, 12 aule didattiche, un teatro, un cinema, un centro congressi da mille posti e sei giostre, coinvolge anche quattro atenei… insomma, un mega contenitore che il patron di Eataly Oscar Farinetti “un grande parco divertimenti con tutto il meglio del made in Italy, il mercato, la ristorazione, la didattica, l’agricoltura”.
Una grande “fattoria” all’aperto di 20 mila metri quadrati, con colture dimostrative e allevamenti didattici che mostrano le 2.000 coltivazioni principali dell’agricoltura italiana e 200 animali vivi di razze tradizionali: dai maialini di Mora romagnola alla pecora sarda, le mucche frisone e tutte le altre razze di suini, bovini, ovini, caprini, galline ed altri animali da cortile che dimoreranno nelle stalle del Parco.
Negli 80 mila metri quadrati coperti si mostrano dal vivo le tecniche, l’abilità ed i segreti da cui nascono prodotti unici: il prosciutto di Parma, i salumi della Bassa parmense e la mortadella di Bologna; e poi i salumi di cinta senese e quelli di Suino Nero calabrese, la carne, il latte, lo yogurt e i formaggi freschi; il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano, lo squacquerone e il raviggiolo, la caciotta, il pane, la pasta fresca e secca e all’uovo, la farina macinata a pietra, il riso, i sughi e la frutta conservata; la raccolta ed il confezionamento delle uova, la lavorazione del pesce, la torrefazione del caffè, il cioccolato, il panettone ed i biscotti, il miele, la pasticceria siciliana, il gelato, i confetti tradizionali, le caramelle e la liquirizia, il tartufo, la birra, il vino, l’olio, il pomodoro, il pollame.

Un padiglione circolare sorgerà nel cuore del parco, battezzato “Area del Futuro”, che proporrà un percorso immersivo nel mondo dell’agricoltura idroponica, lungo il quale ognuno potrà coltivare direttamente il proprio cibo sfruttando le possibilità della realtà aumentata. I visitatori, infatti, avranno l’occasione di piantare i propri semi in questo giardino indoor e monitorare giorno dopo giorno la crescita della pianta attraverso l’app di Eataly World, controllandone dati, parametri e livello di maturazione per poi raccoglierne personalmente i frutti. Abbiamo già intervistato qualche mese fa Carlo Ratti, fondatore dell’omonimo studio e docente del Massachusetts Institute of Technology: “Muoversi attraverso lo spazio del padiglione sarà come muoversi nel tempo. Camminando al suo interno sarà possibile osservare i progressi della crescita della pianta: all’ingresso ci saranno semi e germogli, per poi arrivare a piante pienamente sviluppate nell’arco di pochi metri”.

L’impostazione di Fico assomiglia anche alle varie fiere dello street food, perché lungo le corsie centrali troviamo una successione di chioschi di 10 mq dotati di cucine superaccessoriate in grado di sfornare pasti in pochissimo tempo, come quello proposto da Amadori, che ha anche tavolini con sedili dotati di un sistema a pedali come quello delle biciclette. La novità che dà valore aggiunto al tempio del cibo di Bologna è però l’inserimento delle macchine che producono veramente mozzarelle, olio, biscotti e tanto altro.
Fico propone 45 punti di ristoro (che spaziano dai ristoranti degli chef stellati a quelli di pesce, allo street food, sino alle pizzerie firmate Rossopomodoro) e moltissimi bar oltre a 40 botteghe, ma questo è solo un aspetto dell’operazione. Le attività collaterali sono davvero tante e arricchiscono questo spazio unico in Italia. Un gigantesco pianoforte nero a coda è al centro di una delle varie piazze ed è lì per ospitare concerti, come pure l’arena con 200 posti a sedere che vedrà un susseguirsi di eventi come la presentazione di libri, storie di cucina ma non solo.

E anche l’esportazione di prodotti e cultura enogastronomica veleggia verso territori oltre oceano. L’Emilia è tra le prime regioni ad attivarsi per la “Food Valley” che mette il mondo a tavola, esponendo nella ‘vetrina’ internazionale di New York con i suoi prodotti, proprio in occasione della Settimana della cucina italiana nel Mondo. La regione è prima in Europa per numero di prodotti Dop e Igp, i marchi di denominazione di origine protetta e indicazione geografica protetta attribuiti dall’Unione europea a garanzia della qualità dei prodotti stessi, ad oggi 44, e la terra dell’Osteria La Francescana, miglior ristorante del mondo nel 2016, la cui cucina è stata definita dalla rivista statunitense Forbes come “Italy’s greatest gastronomic treasure”.