È da decenni ormai che l’eccellenza enogastronomica italiana viene trasmessa e comunicata sapientemente nel mondo grazie anche all’impegno di molti italiani che ogni anno emigrano verso nuove terre dove si fanno promotori e ambasciatori della ricchezza del nostro Paese. Infatti, come nel resto del mondo, anche sulla scena americana la cucina italiana è considerata un punto di riferimento e di eccellenza.
Tra le donne italiane che con impegno e dedizione hanno dato inizio a questo processo di promozione dell’Italia in America c’è la travolgente Ornella Fado che produce e conduce il programma televisivo Brindiamo! A toast to the Finest Italian Restaurants in onda su NYC Life canale 25 dal 2005 e anche su Amazon Prime dal 2008, dove racconta la storia degli italiani all’estero attraverso il buon cibo e la ristorazione autentica italiana.
Questo ottobre Ornella compie i primi 15 anni di broadcasting del suo programma e in questa occasione ci racconta, oltre che della sua storia, anche del suo nuovo grande progetto: arriva il Brindiamo! Channel in onda in Italia sugli schermi di Samsung Tv Plus a partire da oggi.
Ciao Ornella! Ho visto alcune puntate di Brindiamo!, ti ho trovato da subito una persona molto calorosa e posso dire che questa tua travolgente personalità incarna perfettamente lo spirito di un’ambasciatrice dell’Italia negli States. Raccontaci un po’ di te, del tuo sogno americano e del tuo salto nella Grande Mela…
“Ciao Gaia! Innanzitutto grazie delle belle parole, iniziamo dall’Italia dai!
Sono un’ex ballerina professionista ed ho avuto il piacere di lavorare in televisione e in teatro con i più grandi artisti, coreografi e registi dell’epoca, da Massimo Ranieri a Jhonny Dorelli, da Lorella Cuccarini a Pippo Baudo, da Franco Miseria ad Antonello Falqui e Pietro Garinei, solo per citarne alcuni, ed è proprio durante le prove del Musical “A Chorus Line” che ho incontrato la persona che avrebbe cambiato il corso della mia vita e sarebbe diventato il mio futuro marito e padre di mia figlia. L’idea era quella di vivere tra l’Italia e l’America, dato che mio marito era americano ed aveva casa a New York, ma il suo lavoro lo portava spesso in giro per l’Europa pertanto i primi anni li abbiamo vissuti tra Roma, Zurigo, Francoforte e New York ma dopo due anni di girovagare abbiamo sentito la necessità di fermarci e abbiamo deciso di venire a vivere a New York.
Quando ero già a New York e mia figlia Carolina ha iniziato a crescere, ho sentito l’esigenza di riprendere in mano la carriera ed ho fondato la mia compagnia di produzione “OK Productions LLC”, così è nata la mia prima serie di DVD sulla ristorazione italiana, questa collezione si chiamava Brindiamo! e solo dopo alcuni mesi è diventato il programma di punta del canale NYC Life”.

Qual è stata l’idea di partenza che ha portato alla nascita del tuo programma?
“L’idea di Brindiamo! era quella di parlare dei successi degli italiani all’estero in modo gustoso. Brindiamo! è stato il primo show ad entrare con le telecamere nei ristoranti e preparare deliziose ricette con gli chef direttamente nelle loro cucine mentre i clienti sono in sala; 16 anni fa le cucine erano aperte solo agli addetti ai lavori, gli chef non erano ancora delle celebrità e le cucine non sempre erano “camera ready”.
Brindiamo! vanta anche di essere l’unico programma a dare il benvenuto alle celebrità italiane in America. Ad esempio, tra i miei ospiti ci sono Massimo Ranieri, Barbara D’Urso, Giovanni Allevi, Edoardo Bennato, Raf, Ron e Carlo Verdone. È triste pensare che in America, ancora oggi, conoscono solo alcuni degli artisti italiani, come ad esempio Sophia Loren, Marcello Mastroianni, Federico Fellini o Andrea Bocelli. Ecco perché ho sentito la necessità di dare uno spazio nel mio show alle nostre nuove celebrità. Tra i miei goal c’è sempre stato quello di contribuire a rompere gli stereotipi sull’Italia in America e raccontare l’Italia di oggi. Troppo spesso raccontiamo ancora di un’Italia che non ci appartiene più ma siamo noi i diretti responsabili di come gli altri ci percepiscono. Spesso succede la stessa cosa anche in Italia! Ossia, proporre programmi televisivi girati in America che contribuiscono in qualche modo a rafforzare lo stereotipo di noi italiani all’estero. Questo è anche uno dei motivi per cui ho scelto di condurre il mio show in lingua inglese, volevo entrare nel mondo multietnico americano e comunicare la nostra Italia nella loro lingua nonostante il mio accento italiano, che il pubblico ama, credo sia stata una scelta vincente”.

Perché hai scelto di concentrarti proprio sulla ristorazione e sull’enogastronomia per veicolare questo messaggio di un’Italia rinnovata?
“Il mio show vuole essere un programma itinerante, ecco perché le cucine dei ristoranti sono il migliore sfondo per il mio programma e in questo modo riesco a raggiungere diversi obbiettivi in ogni singolo episodio. In ogni puntata di Brindiamo! racconto le storie di successo di uno chef e di un ristoratore emigrato in America; racconto del loro paese di origine e di cosa li ha spinti a trasferirsi in America. Insieme agli chef preparo 4 ricette “signature dish” del ristorate e questo mi dà l’opportunità di parlare di piatti tradizionali e regionali e di spiegare anche la particolarità dei prodotti tipici italiani ed ogni volta siamo in una zona diversa della città in cui approdiamo, pertanto nel mio show parlo anche delle diverse attività legate a quella zona. Possiamo dire che Brindiamo! è stata praticamente la prima visual guide sulla ristorazione italiana quando ancora non c’erano i Social Media! Ma quello che mi è sempre piaciuto del mio lavoro è anche la reazione che le puntate del programma creavano tra i telespettatori e i ristoratori. I miei fans amano visitare i ristoranti che hanno visto in TV ed ordinano proprio le ricette che abbiamo preparato durante la puntata, poi mi raccontano la loro esperienza e questo per me è priceless”.
Queste domande sono per conoscerti un po’ meglio… della cucina italo-americana cosa ne pensi? Accostare le meatballs agli spaghetti secondo te significa snaturare la cucina italiana?
“La cucina italo-americana ha come radici la nostra cucina italiana e fa parte delle nostre tradizioni culinarie, con il tempo è stata rivisitata dagli immigrati che arrivarono prima di noi in America e che si sono adattati agli usi e ai costumi del luogo.
È sicuramente una cucina più pesante, utilizza molto aglio e sugo abbondante, molti italo-americani conoscono la differenza tra la cucina italiana e quella di unione, ma come mi hanno spiegato alcuni amici italo-americani fa parte anche quella delle loro tradizioni ed è una sorta di “comfort food” per loro.
A proposito di quello che mi hai chiesto sugli spaghetti; come dico sempre, l’accostamento di questo taglio di pasta con le meatballs non è un piatto che è stato importato dalla Cina o dal Giappone, sono comunque piatti prodotti con materie prime importate dall’Italia e quindi le loro radici sono certamente italiane”.
Visto che siamo in tema di cibo… sappiamo che c’è qualcosa di nuovo che bolle in pentola! Vuoi introdurci il tuo nuovo progetto che amplierà le sfumature del programma?
“Certo! Sono molto felice di ricevere questa domanda perché in effetti c’è qualcosa che sta bollendo in pentola!
Il 29 Ottobre verrà lanciato in Italia il Brindiamo! Channel su Samsung TV Plus e il mio sarà il primo canale televisivo di cooking, lifestyle & travel su questa nuova piattaforma che ha fatto il suo debutto in Italia qualche mese fa mentre in America ha già un successo incredibile! Pensa che TV Plus America ha oltre 140 canali, tra cui Bloomberg TV, FOX e CBS.
Tutti i programmi di Brindiamo! faranno parte del Brindiamo! Channel, compresi alcuni dei miei episodi di “Brindiamo! Vintage” girati nel 2005. Sono orgogliosa di presentare il mio lavoro al completo dagli esordi fino ad oggi, è una maratona di Brindiamo!, dalle puntate girate con i mini DV fino alle puntate che abbiamo girato in 4K. Sono molto felice di questa nuova opportunità e fiera di collaborare con un colosso come SAMSUNG. Per 15 anni ho raccontato agli americani la mia Italia adesso racconterò la mia America agli italiani, è magnifico.
Inoltre, sarà un’occasione per creare nuove stagioni di Brindiamo! e nuovi format televisivi come il prossimo che uscirà chiamato “MY TALENTED FRIENDS” dove presenterò alcuni lavori di amici che negli anni hanno creato documentari, concerti, corti e presenterò la loro storia ed i loro successi sul mio canale”.

Quanta tenacia! Ma c’è una figura che ti ha ispirato negli anni? Artisticamente, sul lavoro o nelle tue decisioni di vita…
“Il fatto di aver avuto la fortuna di lavorare sin da giovanissima con grandi artisti, registi e coreografi ha contributo a mantenere alto il mio standard professionale, spesso penso ad Antonello Falqui e al suo modo favoloso di fare televisione o a Massimo Ranieri che da mezzo secolo continua ad offrire ai suo fans la sua energia ed il suo incredibile talento.
Tutto questo mi ha aiutato nel trovare un forte senso di disciplina, professionalità e senso etico per il mio lavoro ma la mia figura di riferimento, che in questo caso non ha niente a che fare con la televisione o con il mondo dello spettacolo è la persona che mi ha sempre ispirato da una vita, mia madre. Purtroppo è venuta a mancare quando avevo solo 21 anni ma giornalmente continua a sussurrami le sue famose parole “Volere è potere”, e dato che sono stata testimone dei suoi successi diciamo che il suo esempio continua ad ispirarmi. Non c’è niente di meglio che “live by example” ed io per fare questo ho solo osservato ed assorbito il suo modo di vivere con passione e determinazione”.
Come hai avuto l’intuizione vincente per i tuoi programmi? Inoltre ti chiedo, ti piacciono i format in Tv che mettono in competizione i vari chef?
“Forse sono stata semplicemente fortunata ad intuire che un programma come il mio potesse avere successo e oggi possiamo dire che tutti i programmi di cucina sono diventati una hit.
Comunque no, amo i programmi che mettono in competizione gli chef, anche se mi rendo conto che il genere piace.
Il mio obiettivo è sempre stato quello di creare un programma sicuramente di intrattenimento ma che fosse anche una finestra culturale ed informativa sulla nostra Italia. La mia missione è creare un collante piuttosto che creare inutili gelosie tra i ristoratori. Coloro che fanno parte di Brindiamo! si trovano sotto il mio stesso ombrello, pertanto ricevono gli stessi benefici e lo stesso rispetto”.

A proposito di coesione, ci sono dei luoghi o delle realtà a New York dove la comunità ristorativa italiana è più attiva, più viva, dove si fa rete e c’è unione tra i ristoratori? Oppure questo è difficile che avvenga?
“Sì, ci sono molti gruppi di ristoratori e chef! Alcuni riescono a fare dei bei progetti ma capita anche che alcuni leader dello stesso gruppo creano multipli gruppi e si crea confusione tra i vari membri. Certamente sarebbe più efficiente lavorare tutti insieme con obiettivi comuni”.
Ci racconti qualcosa sulla ripresa dei ristoranti italiani dopo la pandemia? Come sta andando? Immagino che sei in contatto diretto con la tua rete di ristoratori, sicuramente ci puoi raccontare come stanno andando le cose…
“I ristoranti italiani, come tutti i ristoranti in America o in Europa, stanno attraversando un periodo difficilissimo e ognuno reagisce al meglio creando degli spazi all’aperto molto attraenti e “safe”. Ecco, questa secondo me è una delle caratteristiche fondamentali che oggi il cliente richiede, vogliono essere certi che la loro esperienza culinaria sia soprattutto serena. I Newyorkesi amano mangiare fuori, non rinunciano al loro “dining out” e scelgono locali “charming & safe”, ovvero affascinanti e sicuri. Fortunatamente noi italiani siamo capaci di creare belle atmosfere ed offrire un’esperienza serena alla clientela. Ho visitato molti ristoranti italiani in questi mesi e sono davvero orgogliosa della determinazione e del loro coraggio”.

Per concludere l’intervista, dopo averti conosciuto bene ed aver appreso delle sfumature del tuo programma e dei tuoi fantastici nuovi progetti, ti chiedo: hai dei suggerimenti per coloro che vogliono intraprendere la carriera che amano e sognano di raggiungere la fama un giorno?
“Personalmente, credo questa cosa: bisogna investire su se stessi piuttosto che aspettare che qualcosa accada. Io sono una persona “proactive” e sopratutto non ho pazienza, non riuscirei mai ad aspettare qualcuno o qualcosa per fare in modo che i miei sogni diventino realtà nella mia carriera e questo lo dimostra il fatto che mi sono imposta io al pubblico americano, creando e proponendo un mio programma televisivo. Sono convita che se avessi aspettato di essere ingaggiata da un canale americano non sarei qui a festeggiare i miei 15 anni di Brindiamo! e certamente non avrei iniziato una nuova avventura che questa volta mi porterà a raccontare la storia degli italiani d’America direttamente nella mia Italia proprio attraverso il nuovo progetto di cui vi ho parlato, il Brindiamo! Channel”.
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